“Qui ci sono le firme per salvare il mondo”. Il presidente Sergio Mattarella riceve con una battuta, che è insieme un auspicio, la pennetta Usb, a forma di pianeta Terra, con i nomi delle oltre 223mila persone che hanno aderito all’appello degli scienziati italiani perché i partiti mettessero la crisi climatica al centro del dibattito politico. L’occasione per la consegna delle firme si è presentata ieri al Quirinale, dove il capo dello Stato ha voluto incontrare gli studiosi che hanno materialmente scritto il manifesto, oltre al premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, che ha aderito all’iniziativa fin dal suo lancio, e ai vertici di Repubblica e Green&Blue, le due testate del gruppo Gedi che hanno promosso la raccolta di firme tra gli italiani.

“Questa iniziativa”, ha proseguito Mattarella, “ha il merito di aver messo insieme due avanguardie del nostro Paese: i giovani e gli scienziati, entrambe fondamentali, perché sanno vedere il futuro. Sappiamo che il clima è il nostro problema principale, e questa consapevolezza è ormai diffusa nella società, assai più che qualche anno fa. Eppure quello che sta accadendo nel mondo sembra aver fatto accantonare gli impegni presi dalla comunità internazionale con gli Accordi di Parigi o le Conferenze Onu sul clima”. Poi la promessa del presidente della Repubblica alla comunità scientifica rappresentata, oltre che da Parisi, dai climatologi Antonello Pasini e Carlo Barbante, dall’ecologo forestale Riccardo Valentini e dall’economista Carlo Carraro: “Trasmetterò le vostre sollecitazioni di impegno sistemico sul clima al nuovo governo e seguirò con particolare attenzione quello che verrà fatto. Per affrontare l’emergenza del riscaldamento globale occorre una grande convergenza di volontà tra istituzioni, scienziati e cittadini, perché sono importanti anche i nostri comportamenti quotidiani”.


L’incontro era iniziato con un intervento di Giorgio Parisi, secondo cui la situazione climatica, se lasciata degenerare, rischia di diventare tragica. Ma può invece anche trasformarsi in una opportunità: “Per combattere i cambiamenti climatici saremo costretti a costruire un’Italia migliore, che userà le fonti rinnovabili, diventando così più resiliente, imparerà a risparmiare energia e rivoluzionerà i suoi mezzi di trasporto. Sono trasformazioni costose, ma ci renderanno migliori”, ha detto il premio Nobel. Che poi ha insistito sul ruolo fondamentale della scienza: “Per affrontare queste sfide e individuare le soluzioni con cui superarle, l’Italia deve sostenere la sua comunità scientifica. Con finanziamenti costanti e duraturi e continuando a tenere distinti il ministero dell’Università e quello dell’Istruzione”. Un suggerimento accolto da Mattarella: “Trasmetterò al nuovo esecutivo anche questa sollecitazione”.


Un primo segnale di quella “grande convergenza di volontà” auspicata dal capo dello Stato è il documento firmato da stragrande maggioranza delle forze politiche alla vigilia del voto del 25 settembre e che le impegna nella prossima legislatura a istituire un Consiglio scientifico Clima e Ambiente che sia di supporto tecnico alle decisioni di governo e Parlamento. “L’adesione dei partiti a questo progetto è conseguenza diretta del grande successo della petizione lanciata da Green&Blue e che ha raccolto centinaia di migliaia di firme”, ha spiegato Antonello Pasini. “Anche noi siamo stati travolti da tanto entusiasmo”, ha confessato il direttore di Repubblica Maurizio Molinari. “Avevamo grandissima fiducia in questi scienziati che hanno scritto l’appello rivolgendosi alla politica, ma non ci aspettavamo tante adesioni”.


È ormai sera sul Colle quando la piccola pattuglia di studiosi lascia il Quirinale: dopo anni di articoli scientifici e appelli pubblici, hanno l’impressione che il clima sia finalmente cambiato. Grazie a un Presidente che vigilerà perché la lotta al riscaldamento globale sia davvero nell’agenda del nuovo governo.