La lotta allo smog nelle città italiane è ancora in salita secondo il nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città 2024”, nonostante una riduzione dei livelli di inquinanti atmosferici nel 2023, le città faticano ad accelerare il passo verso un miglioramento sostanziale della qualità dell’aria. Non solo. Circa 1,3 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di incidenti stradali, principale causa di morte per bambini e giovani adulti di età compresa tra 5 e 29 anni. Più della metà coinvolgono utenti della strada vulnerabili: pedoni, ciclisti e motociclisti. Secondo Deloitte, entro il 2030 oltre 150M di persone in tutta Europa abbandoneranno almeno parzialmente l’auto privata negli spostamenti quotidiani. I chilometri percorsi in bici, in trasporto pubblico, monopattino e car sharing passeranno da 0.1 a 5.8 Trilioni, con un aumento medio annuale di oltre il 57%.

 

Si calcola che il 70% di tutti gli spostamenti urbani sia inferiore ai 6 km e oltre la metà non superi i 3 km. Uno studio di McKinsey stima che il mercato della micromobilità varrà, nella sola Europa, tra i 200B e 300B di euro entro il 2030.

Ingenti investimenti sono stati previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dalla Legge di Bilancio per la mobilità sostenibile, soprattutto nei centri urbani, e lo sviluppo di nuovi servizi offerti all’utenza grazie alle tecnologie digitali. Queste rappresentano il fattore abilitante, ma è il cambio comportamentale che rende possibile il passaggio da una mobilità basata sul possesso del veicolo a una basata sull’uso di un servizio.

Gli effetti del climate change e l’instabilità climatica hanno creato instabilità economica e sociale e una domanda di maggior sostenibilità (zero emission). In questo contesto si colloca WeCity, piattaforma che promuove la mobilità sostenibile attraverso programmi di incentivi e gamification capaci di generare un cambio comportamentale negli utenti e favorire sempre di più gli spostamenti virtuosi: a piedi, in bici, con il trasporto pubblico, in monopattino elettrico o il car pooling, a scapito dei mezzi motorizzati e altamente inquinanti.

 

Fondata dall’ingegnere meccanico Paolo Ferri (CEO) a Modena nel 2014, nel 2020 Wecity è divenuta Società Benefit. Il team è composto da ingegneri esperti in ambito mobilità sostenibile e carbon trading, da sviluppatori con oltre 20 anni di esperienza e da professionisti del marketing digitale, del design di applicazioni mobile e della gestione di community digitali.

Il racconto

Città da 15 minuti: a Torino la vita è più facile

di Gianluigi Ricuperati, Jaime D’Alessandro, infografiche di Matteo Riva

L’algoritmo proprietario di WeCety è in grado di riconoscere la modalità di trasporto utilizzata dagli utenti, anche in formula multimodale, ovvero integrando più mezzi, calcolare la CO2 così risparmiata e convertirla in crediti di carbonio. Questo consente alle imprese e alle pubbliche amministrazioni di creare velocemente sfide e programmi (alcuni esempi sono i Bike to Work o i Bike to School) per validare gli spostamenti di dipendenti, clienti e cittadini e gestirne le relative premialità. Non solo, gli utenti hanno la possibilità di rilasciare, direttamente sull’app delle valutazioni sulla sicurezza stradale e sul rumore, contribuendo a generare mappe anonimizzate che possono fornire informazioni preziose per la pianificazione. 

Abitudini di viaggio virtuose

Per poter premiare la mobilità sostenibile occorre poterla riconoscere. A prima vista sembrerebbe un compito banale, in quanto molti smartphone offrono già una app di sistema, basata sulla velocità di spostamento dell’utente. Tuttavia, la precisione di tali app raramente supera il 60-70%: troppo poco quando allo spostamento è associato un premio o una ricompensa, e quindi l’utente può essere invogliato a cercare di ingannare il sistema per ottenerne un indebito vantaggio.

Inoltre, la velocità di spostamento in ambito urbano è determinata prevalentemente dalle condizioni di traffico, e non dal tipo di mezzo. Chiunque circoli nelle aree urbane avrà notato che le biciclette si spostano più velocemente delle automobili nelle aree congestionate. È quindi necessario processare anche le informazioni provenienti dagli accelerometri del telefono (quelli che ruotano in automatico le nostre foto quando ruotiamo il telefono, per intenderci) per accrescere il livello di precisione. Questi due livelli di informazioni vengono poi combinati nell’algoritmo Wecity tenendo conto delle reali condizioni in strada. Implementando alcuni elementi di machine learning per gli spostamenti di mobilità attiva (piedi e bici), e fornendo al sistema informazioni dettagliate sulle linee e sulle fermate degli autobus per quanto riguarda il trasporto pubblico, è stato possibile incrementare ulteriormente la performance dell’algoritmo fino a raggiungere oltre il 95%.

Longform

Il movimento globale delle città da 15 minuti

dal nostro inviato Jaime D’Alessandro

“La missione di Wecity è quella di contribuire a creare spazi urbani più sani, vivibili e sostenibili. Uno dei problemi fondamentali delle metropoli odierne è la mancanza di spazio, soprattutto a causa della presenza massiccia dei mezzi motorizzati privati. – ci racconta Paolo Ferri, fondatore e CEO di WeCity – . Spesso le soluzioni che vengono proposte prevedono un uso sempre più pervasivo della tecnologia, all’interno del mezzo stesso o da parte dell’infrastruttura stradale. Tuttavia, le esperienze di urbanistica più evolute ci mostrano come mezzi privi di tecnologia quali le biciclette sono in grado di performare meglio rispetto alle automobili sia in termini di flussi di persone trasportate che di Pil locale generato e di esperienza e vivibilità generale del tragitto. Nonostante questo, il modello comportamentale di riferimento oggi è un altro (si vedano le frequenti pubblicità di automobili che mostrano città deserte senza traffico e auto che sfrecciano fin sulle piste da sci). Ecco perché Wecity ha deciso di utilizzare la tecnologia non per correggere o attenuare le contraddizioni dell’attuale modello di mobilità urbana, ma per proporre un modello comportamentale alternativo che stimoli le nuove generazioni a usare la bicicletta”.

Il progetto europeo GreenMob

A maggio 2024 Wecity ha aperto la propria tecnologia a soggetti terzi con una API finanziata da EIT Urban Mobility, iniziativa dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), organismo dell’Unione europea. Lo sviluppo avviene all’interno di GreenMob, progetto che coinvolge 4 paesi europei: Italia, Spagna, Francia e Ungheria, nella realizzazione di un pianificatore multimodale per viaggi sostenibili, in grado di fornire un calcolatore certificato delle emissioni di CO2, con riconoscimento automatico della modalità di trasporto, integrato in una piattaforma Mobility as a Service (MaaS). L’obiettivo principale è di permette ai consumatori di prendere decisioni informate sulle loro scelte di viaggio, ridurre le emissioni di CO2, promuovere il trasporto sostenibile ed ecologico, aumentare la consapevolezza e i dati sulla sostenibilità.

Il progetto sarà presto testato in tre città europee: Viladecans (Spagna), Debrecen (Ungheria) e Cesena (Italia), con piani di commercializzazione entro la fine dell’anno.

“L’API che abbiamo appena rilasciato rappresenta un passo davvero importante per la nostra realtà, il frutto di 5 anni di intenso lavoro dietro le quinte che finalmente viene messo a disposizione di tutti i soggetti interessati a integrarlo nei propri progetti legati alla sostenibilità – ci racconta Paolo Ferri, CEO e founder di Wecity – Il primo banco di prova sarà proprio il progetto GreenMob, per il quale abbiamo sviluppato un calcolatore certificato di emissioni di CO2 grazie al quale sarà possibile calcolare e mostrare le emissioni di biossido di carbonio prodotte dai viaggi motorizzati. Questo consentirà di aumentare la consapevolezza e i dati sulla sostenibilità su larga scala e promuovere un trasporto più sostenibile ed ecologico.”

 

“Integrando vari modi di trasporto e fornendo informazioni esaustive su percorsi, orari, tariffe e aggiornamenti in tempo reale, oltre all’integrazione innovativa di uno strumento di monitoraggio delle emissioni di CO2 che riconosce automaticamente la modalità di trasporto utilizzata e calcola le emissioni, GreenMob consente ai consumatori di prendere decisioni informate, contribuendo così a un futuro più pulito e verde”, ha commentato María Paula Caycedo, responsabile dell’Innovation Hub South di EIT Urban Mobility.

GreenMob è in grado di fornire informazioni esaustive su percorsi, orari, tariffe e aggiornamenti in tempo reale. Grazie a un algoritmo innovativo di monitoraggio delle emissioni di CO2, riconosce automaticamente la modalità di trasporto utilizzata e calcola le emissioni. La sua interfaccia user-friendly consente di aumentare la consapevolezza e supportare opzioni di trasporto ecologicamente responsabili per i viaggi in città.

Oltre il 70% dei cittadini dell’Ue vive in aree urbane – città, paesi e periferie – che generano il 23% di tutte le emissioni di gas serra legate ai trasporti. Questa iniziativa rientra nel quadro dell’Unione europea per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e del 90% entro il 2050. La sfida della mobilità futura sarà affrontata migliorando l’accessibilità e fornendo un servizio e una gestione efficienti dei veicoli; promuovendo l’interoperabilità su larga scala in tutta Europa tra i sistemi integrando servizi di mobilità pubblici e commerciali”, aggiunge María Paula Caycedo, responsabile dell’Innovation Hub South di EIT Urban Mobility.

Il progetto GreenMob rappresenta un passo significativo verso il raggiungimento di una mobilità urbana sostenibile e la riduzione dell’impatto ambientale. Sfruttando tecnologie innovative e sforzi collaborativi, il progetto mira a rivoluzionare il modo in cui le persone viaggiano nelle città, portando infine ad ambienti urbani più puliti, verdi e vivibili.