Dalla Pianura Padana alla Terra dei Fuochi, da Reggio Emilia a Genova e a Bari: piazze, strade, edifici scolastici sono stati riprogettati al termine di un percorso didattico innovativo pensato per studentesse e studenti delle scuole secondarie di primo grado, che ha messo al centro la sostenibilità.

Le competenze sono state acquisite grazie a School of Sustainability, l’iniziativa promossa da Bolton Hope Foundation e Future Education Modena: il progetto, conclusosi in questi giorni, ha dato alla nuova generazione di studentesse e studenti gli strumenti e le competenze per generare cambiamento, accrescendo le capacità STEM e intervenendo proattivamente sull’ecoansia attraverso la risposta a “challenge”, cioè la capacità di individuare i problemi ambientali intorno a sé e di trovare le soluzioni. In tutta Italia, sono 70 le classi che partecipano al progetto e 181 gli insegnanti coinvolti, per un totale di 60 workshop in presenza.

I progetti

Bergamo è nel cuore della Pianura Padana: le analisi dei dati della qualità dell’aria certificano, anno dopo anno, la grave situazione di tutta l’area. Gli studenti della scuola di Calvenzano, in provincia di Bergamo, adesso sanno riconoscere cosa può nascondere un cielo blu. Soprattutto, analizzando tutte le fonti di emissioni, hanno un’idea precisa di quali interventi servirebbero per migliorare la qualità dell’aria che respirano.

Gli alunni di due classi terze delle secondarie di Valenzano, in provincia di Bari, hanno analizzato lo stato di “salute energetica” dell’edificio scolastico dove studiano. Hanno imparato cosa significa dispersione e spreco energetici, hanno scelto di rimboccarsi le maniche proponendo soluzioni pratiche come: i pannelli solari, il cappotto termico, un gazebo fotovoltaico, le valvole termoregolatrici dei termosifoni, i lampioni da esterno a energia solare. Hanno calcolato precisamente la dispersione termica ed energetica e il loro progetto, realizzato con l’aiuto di tecnici esperti, potrà essere presentato all’amministrazione. Agendo, con precisione e coscienza, i giovani studenti si fanno artefici del proprio destino e attori del cambiamento della società. Un passo alla volta. 

A Solesino, in provincia di Padova, i giovani hanno realizzato un plastico della loro scuola, per studiarne la dispersione energetica. La loro proposta: parte dell’energia prodotta e non consumata potrebbe essere usata per illuminare la palestra di sera. Le studentesse e gli studenti desiderano una pensilina fotovoltaica e stalli per le bici, così da incentivare la mobilità sostenibile. Hanno poi fatto un passo in più: non soltanto chiedere un incontro agli amministratori, ben consapevoli che servono fondi per realizzare il progetto, ma si sono domandati che cosa avrebbero potuto fare loro. La loro risposta: la redazione di un testo dove hanno stilato una serie di comportamenti virtuosi da perseguire.

A Reggio Emilia, grazie al progetto, gli alunni hanno scoperto che la scuola ha solo 10 vetri doppi (13%), ben 67 lampade neon (38%) e 108 lampade a led (62%). L’analisi è stata fondamentale per capire in che modo intervenire. Quindi, numeri alla mano, hanno calcolato come risparmiare e quanto gli interventi possano essere convenienti anche per le casse della scuola e siano importanti per la riduzione della CO2 in atmosfera.

A Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, l’analisi del verde del plesso scolastico è stata realizzata con un progetto che ha sfruttato le tecniche del metaverso. Poi i rendering della scuola si sono arricchiti con alberi, cespugli, panchine. Il tutto calcolando prima il fabbisogno di partenza, in un esercizio necessario per la sfida di migliorare il mondo intorno a loro.

Piazza del Gesù è uno dei luoghi più iconici di Napoli, patrimonio Unesco dal 1995: nel pieno del centro storico, alla fine del Decumano, è crocevia di incontri, percorsi turistici, di affari. È una piazza bellissima ma senza verde, come hanno rilevato i giovani studenti dell’istituto comprensivo Foscolo Oberdan. Hanno realizzato rendering nei quali la piazza diventa piena di alberi e aiuole, e quindi anche di animali, ma l’aspetto più complicato, secondo loro, non è neanche rinverdire la zona, quanto liberarla da auto, bus e altri mezzi a motore.

Stessa esigenza dei ragazzi di Prà, in provincia di Genova. I ragazzi chiedono spazi verdi, e non solo per una questione estetica, ma per la consapevolezza che il verde è raffreddamento della temperatura nell’area, è confort nelle giornate calde, è più ossigeno ed è lotta al cambiamento climatico.

Gli studenti di Modena non si sono limitati a studiare l’impatto ambientale del proprio edificio scolastico, ma anche dei cortili, delle zone limitrofe e degli annessi. Un’unica soluzione per ridurre lo spreco energetico: riprogettare le aree comuni implementando il verde pubblico.

I giovani chiedono di ridurre l’impatto ambientale dei luoghi dove studiano e trascorrono gran parte delle loro giornate, nella consapevolezza che non si tratta solo di edifici “di passaggio”, ma di luoghi importanti, che devono poter fare la propria parte nella lotta ai cambiamenti climatici. Esattamente come loro.

I numeri del progetto

  • 4 Track tematiche, traiettorie strategiche relative ai principali temi della transizione ecologica: transizione energetica degli edifici; città verdi e valorizzazione degli ecosistemi urbani; pianificazione e clima locale, per riprogettare gli spazi urbani con interventi naturalistici; miglioramento della qualità dell’aria
  • 20 Unità Didattiche, per declinare in modo approfondito le basi scientifiche necessarie al processo di transizione
  • 4 Challenge, sfide progettuali legate alle track tematiche che le scuole utilizzano come traccia per generare impatto: Progetti Attivi sui territori, con una visione di sistema del contesto locale e una modalità partecipativa finalizzata a coinvolgere decisori pubblici e privati, a partire dalle Amministrazioni Pubbliche Locali
  • 70 classi coinvolte, 60 workshop in presenza in alcuni contesti specifici del territorio nazionale (Piemonte, Emilia-Romagna, Campania e Puglia) per stimolare la discussione nella classe e promuovere l’approccio concreto e positivo alla risoluzione dei problemi ambientali.  Coinvolte le scuole di città e comuni delle province di Bari, Bergamo, Brescia, Caserta, Cuneo, Foggia, Genova, Lecce, Modena, Napoli, Padova, Parma, Reggio Emilia, Torino e Trento
  • 30 progetti territoriali realizzati e consegnati dalle scuole in questa prima edizione, attraverso una ricca documentazione tecnica, comunicativa e fotografica
  • 4 incontri con esperti di settore capaci di condividere esperienze personali e progetti di rilevanza nazionale sui temi affrontati, trasmettere determinazione e passione per ispirare l’azione degli studenti e orientarli nella scelta del loro percorso formativo.
  • 2 modelli di valutazione: dello sviluppo della professionalità dei docenti e della crescita degli studenti in termini di consapevolezza e competenze
  • 181 insegnanti coinvolti nel processo formativo, nelle unità didattiche complete o nei percorsi brevi, di ispirazione.

La fondazione

Per Donatella Solda e Damien Lanfrey, co-fondatori di FEM “i progetti delle scuole sono la testimonianza tangibile delle straordinaria capacità degli studenti e delle scuole italiane. Se equipaggiati con le giuste competenze, accompagnati con qualità e passione ed esposti a soluzioni possibili, gli studenti italiani possono essere il motore del cambiamento dei territori”.


Bolton Hope Foundation è una Fondazione specializzata sui temi dell’education, nata nel 2019, con l’intento di promuovere il diritto all’educazione, quale fondamentale strumento di sviluppo, in grado di valorizzare le qualità e le potenzialità insite in ogni essere umano, in particolare dei più giovani. Nell’ambito dell’ampio tema dell’educazione, Bolton Hope Foundation si occupa principalmente di lotta alla dispersione scolastica (esplicita e implicita), promozione dell’educazione allo sviluppo sostenibile e educazione di qualità.

Future Education Modena (FEM) è un centro internazionale per l’innovazione in campo educativo, il primo EdTech Hub in Italia, focalizzato sull’intersezione tra innovazione educativa, tecnologie digitali e trasformazione sociale. Future Education Modena vuole aumentare il potenziale dell’educazione in società, migliorando la qualità e l’impatto delle esperienze educative attraverso attività di ricerca, design e accelerazione. Attraverso una rete di 60 collaboratori, 120 esperti e oltre 100 partner, la mission di FEM è quella di creare, implementare e scalare soluzioni educative ad alto impatto sociale che impiegano intenzionalmente la tecnologia per migliorare le competenze del 21° secolo. mettendo a fattore i migliori risultati della ricerca in campo educativo con le più avanzate tecnologie.