Seduti al tavolino con gli amici vi andrebbe di assaggiare una bella birra ghiacciata fatta con acque di scarico? Se avete un po’ a cuore l’ambiente e la sopravvivenza di un Pianeta in cui la risorsa acqua continua a diminuire, forse potreste prenderlo in considerazione. A Singapore, del resto, sta già accadendo: la NEWBrew, birra prodotta con acque reflue purificate, sta avendo un buon successo.

L’area di Singapore, al pari di altre zone come Israele, oppure Sudafrica o California, ha un problema generale di mancanza d’acqua. Per questo nel 2003 è stato avviato un programma governativo per trattare le acque reflue (sì, proprio quelle di scarico dove finiscono i nostri bisogni) chiamato NEWater: l’acqua in arrivo dai gabinetti attraversa varie fasi di purificazione, tra cui un passaggio di microfiltraggio e un processo con raggi ultravioletti che permette l’eliminazione di batteri, virus e particelle. In sostanza, l’acqua ritorna acqua dopo che è stata purificata.

Come è noto uno degli ingredienti fondamentali di ogni birra oltre a luppoli, malti, lievito e processi di fermentazione, è proprio l’ “oro blu”, così la società PUB, il birrificio artigianale Brewerkz di Singapore e i vertici di NEWater, hanno deciso di sperimentare la produzione di una specifica birra bionda utilizzando proprio le acque reflue filtrate e dall’idea è nata NEWBrew, una birra con un retrogusto morbido e tostato, “simile al miele” dice chi l’ha provata.

Da questa primavera la bionda fatta con malti d’orzo tedeschi, luppoli americani, lievito norvegese e acque di scarico dei cittadini di Singapore poi purificate, è nei supermercati con alcune lattine dai colori accattivanti e dai disegni che raffigurano icone locali, come il fiume di Singapore. Si tratta di una “tropical blonde ale” e  la produzione basata su acque reflue sanificate si ispira in parte a progetti già promossi in passato, come quello del 2016 in cui l’Università di Gent in Belgio aveva sviluppato un sistema incentrato sull’energia solare utilizzata per separare componenti dell’urina dalle acque di scarico rendendo i liquidi utilizzabili proprio per eventuali creazioni di birre. Esperimenti simili sono stati fatti anche in Svezia (in una collaborazione tra Carlsberg e l’IVL Swedish Environmental Research Institute) oppure in Canada.

Il punto, dice chi l’ha bevuta, come alcuni residenti intervistati da Bbc e televisioni locali, è che “seriamente non potrei dire che sia fatta con acqua di scarico. Ha il sapore di una birra, e a me piace la birra”, ha raccontato per esempio Chew Wei Lian, 58 anni, dopo aver testato una prima lattina.

Con le risorse d’acqua dolce sempre più sotto stress e 2,7 miliardi di persone che per almeno un mese l’anno nel mondo faticano a trovare accesso facile al nostro bene più prezioso, l’operazione della NEWBrew è nata anche per persuadere il pubblico che, una volta che l’acqua è stata trattata, è “soltanto acqua. Volevamo proprio sensibilizzare i residenti di Singapore sull’importanza dell’uso e del riciclo sostenibile dell’acqua, che è fattibile,” ricordano i promotori.

Per chi quest’estate sarà a Singapore, per assaggiare la birra fatta con acque reflue c’è sicuramente tempo fino a fine luglio. Quando poi si esauriranno le scorte nei supermercati, in base alla risposta del mercato che per ora sembra più che positiva, i produttori decideranno come distribuirla ulteriormente. Buona birra “purificata” allora.