Proviamo a cambiare il nostro modo di pensare – e di comprare – i regali di Natale tenendo a mente soluzioni sostenibili ed ecologiche. Con l’idea che un Pianeta più sano e più pulito è il regalo migliore.


Nel periodo delle festività natalizie, tra decorazioni, stoviglie usa e getta e pacchetti, i rifiuti che produciamo aumentano in media del 30%. Secondo uno studio Comieco il solo scambio dei regali è in grado di riempire totalmente una discarica medio-piccola con 75mila tonnellate di carta e cartone. Ma non sono solo imballaggi, carte regalo e fiocchi il problema: tutti abbiamo ricevuto – almeno una volta – oggetti indesiderati, doppi e dalla dubbia qualità o utilità. Una ricerca Kantar commissionata da eBay ha stabilito che solo nel 2020 il 57% degli italiani ha scartato almeno un dono non in linea coi propri gusti. E che fine hanno fatto quei regali? Nel Regno Unito, ha scoperto la piattaforma Finder, il 6,13% è andato direttamente da sotto l’albero alla discarica.

Doniamo un’esperienza

Prima di comprare qualunque cosa rispondiamo allora a una domanda: la persona a cui vogliamo fare un dono ha davvero bisogno di un oggetto nuovo? Se, come è molto probabile, non è così, regaliamo un’esperienza, magari da fare insieme, perché anche il nostro tempo è un dono. Già nel 2018 Groupon aveva appurato che tre italiani su quattro preferivano un regalo di questo tipo rispetto a uno tradizionale, per paura di ricevere cose inutili e per la mancanza di spazio dove conservarle. Un’escursione in un parco naturale, un corso di lingua, pittura o magari per imparare a riciclare vecchi indumenti o fare bricolage con materiali di recupero, uno spettacolo a teatro, un buono per una cena, un concerto, un abbonamento a un quotidiano o a una rivista. Ci sono esperienze diverse per tutti i gusti, per tutte le tasche e per tutte le età. E in questo modo, oltre che fare un regalo davvero tagliato su misura, si dà una mano alla ripresa dell’economia, messa a dura prova dal Covid e dalle chiusure obbligate dalla pandemia.

Adottiamo una causa

Se all’esperienza preferiamo un dono simbolico anche qui abbiamo l’imbarazzo della scelta. Possiamo sostenere a nome della persona a cui vogliamo fare il regalo un progetto ambientale per la salvaguardia di specie a rischio o ecosistemi in pericolo. Possiamo aiutare a preservare il ghiacciaio Presena adottandone un pezzo grazie alla startup Glac-UP oppure riforestare con Treedom, che permette di piantare un albero, da scegliere tra tante varietà e simbologie in diverse zone del mondo, e di seguirne a distanza la crescita e l’impatto sulla CO2. Anche con Piantando si può regalare un albero in Cile, Veneto o Abruzzo (ma anche un pozzo in Malawi o una spedizione medica in Perù) e si riceve come attestato dell’impegno preso una piantina grassa da far crescere a casa.

Se al posto della piantina preferiamo regalare qualche litro d’olio ci sono altre realtà, come Ager Oliva in Toscana, che permettono di adottare un ulivo abbandonato, finanziandone cura e manutenzione, e di gustare alla fine dell’anno l’olio delle sue olive. A casa dei nostri cari possiamo però far arrivare anche miele, salumi e altri prodotti locali: sono tante le aziende e i piccoli produttori che operano con la stessa formula. Come Beeing, che ripaga l’adozione di un’arnia con la possibilità di monitorare la vita delle api, andarle a trovare e assaggiare il loro miele, o il portale di ecommerce Bbuono, che offre vino e formaggi a chi decide di prendersi cura di filari di vite, caprette o mucche.

Il cibo infatti, come dimostra una ricerca Swg per Deliveroo, è un regalo sempre più gradito da noi italiani: l’80% della popolazione è felice di ricevere prodotti alimentari come dono. E allora se proprio non vogliamo prenderci l’impegno di un’adozione di lunga durata, andiamo personalmente in un’azienda, in una bottega o in un mercato nella nostra zona e regaliamo prodotti a chilometro zero. Oppure proviamo a sceglierli su bottega Libera Terra, prodotti in maniera sostenibile nei terreni e nelle strutture confiscate alle mafie dall’associazione Libera.

Compriamo di seconda mano e di persona

Vagliate tutte queste opzioni, ci sarà qualcuno a cui un nuovo oggetto serve davvero. Innanzitutto, se possibile, compriamolo di persona. Gli acquisti online sono certamente più comodi, ma inquinano anche di più: in termini di emissioni, secondo la Scuola superiore sant’Anna di Pisa, l’e-commerce è conveniente solo se per comprare l’oggetto che desideriamo dobbiamo percorrere più di 15 chilometri. L’imballaggio poi è fino a tre volte superiore rispetto a quello dei negozi fisici ed è più difficile da smaltire, perché multi-materiale. Per non parlare del fatto che nel periodo di Natale, come in quello del Black Friday o del Cyber Monday, cresce il numero delle consegne, e quindi di furgoni che circolano nelle città, causando maggiore traffico e l’aumento delle emissioni di CO2.

Noi e l’ambiente

E-commerce, ecco le alternative sostenibili ad Amazon

di Flavia Carlorecchio

In seconda battuta puntiamo su oggetti di qualità, che durino nel tempo, fatti di materiali naturali e senza plastica. E possibilmente senza imballaggi o con confezioni ridotte al minimo e completamente riciclabili. Meglio spendere un po’ di più, magari anche facendo dei regali collettivi per dividere la spesa, anziché comprare un prodotto scadente da buttare o sostituire nel giro di sei mesi. Prima di comprare un oggetto nuovo valutiamo le infinite possibilità di acquistare di seconda mano. Per vestiti, scarpe e accessori negozi come Humana offrono un’ampia scelta di prodotti di buona qualità e dal gusto vintage, così come sui banchi di Vinokilo, il mercato itinerante che porta l’usato da comprare a peso. Altrimenti su Armadioverde e Il vestito verde è possibile trovare abiti frutto del riuso e brand di vestiti ecosostenibili ed etici vicino casa. Mentre Anche i mobili vivono una seconda vita e in Rete è più facile ora trovare un comò usato come nuovo.

MODA SOSTENIBILE

Il Vestito Verde: lo shopping online è più green

di Roberta Lancellotti

Se il regalo è tecnologico diamo sempre un occhio ai prodotti ricondizionati, come pc, cellulari e smartwatch messi a nuovo dalla startup Enjoy Ricondizionati. Deesup è invece un mercato virtuale dedicato a pezzi iconici di design di seconda mano, ma per l’arredo e l’oggettistica possiamo pure fare un giro in un classico mercato dell’antiquariato. E sono tantissimi anche i negozi e i mercatini dove trovare giocattoli usati, ma in perfette condizioni, per i più piccoli.

Il regalo giusto per i più piccoli

I bambini possono sembrare difficili da accontentare in un’ottica più ecologica, ma non è davvero così. Optiamo per giocattoli costruiti con materiali naturali e non tossici come il legno, pensiamo a una bicicletta, a delle scarpe da escursione o a qualche kit che dia sfogo alla loro fantasia permettendogli di “sporcarsi le mani”: terra e semi per imparare a coltivare l’orto in balcone, farine e formine per fare i biscotti, forbici con la punta arrotondata e tutto il necessario per dipingere e creare le loro opere d’arte. Se ne trovano già pronti in commercio, ma possiamo anche provare a fare delle scatole fai-da-te scegliendo con cura tutto il necessario.

Occhio a confezioni ed etichette

Una categoria di regali che certamente non può essere acquistata usata è quella dei trucchi e dei prodotti per la cura della persona. Ma anche in questo caso esistono alternative sfuse, solide, in contenitori di vetro o alluminio e dagli ingredienti totalmente naturali e non testati sugli animali. Una vasta gamma si trova nei negozi della catena torinese Negozio Leggero e anche sul loro sito, oltre a una serie di altri portali come Penso in verde e Make you greener. E se proprio non possiamo rinunciare alle compere nella grande distribuzione proviamo a far caso all’etichetta: optando per prodotti con l’Eu Ecolabel saremo certi di fare un acquisto con un basso impatto ambientale secondo le linee guida dell’Unione Europea. Per un Natale verde, leggero e di regali graditi.