Arte e natura si incontrano negli spazi verdi incontaminati dell’Abruzzo. Due le mete che non possono mancare nel taccuino di viaggio del turista curioso, che non si accontenta di una vacanza tutto mare e sole. Idee per una gita giornaliera o anche un breve soggiorno, per scoprire luoghi poco frequentati e ancora in parte incontaminati. La prima meta è la Fondazione No Man’s Land in contrada Rotacesta a Loreto Aprutino, provincia di Pescara.

Un vero e proprio museo all’aperto che prende il nome da una grande installazione site specific realizzata nel 2016 dall’architetto, designer e urbanista ungherese Yona Friedman, che copre oltre due ettari di terreno. Inaugurato nel 2016, con l’obiettivo di promuovere progetti culturali, artistici e didattici di valorizzazione e di riuso di beni comuni, il grande museo a cielo aperto a ingresso gratuito, le cui opere sono sempre visibili a tutti, accoglie opere di diversi artisti internazionali. Un’occasione per ammirare i lavori di grandi nomi come Alvin Curran, Jimmie Durham, Yona Friedman, Alberto Garutti, Gianfranco Baruchello e Fabrice Hyber, Leone d’oro a Venezia nel 1997. L’ultima installazione che ha trovato casa nella vasta area verde, dedicata al tema delle migrazioni, è firmata da Gulsun Karamustafa (Ankara, 1946), artista e regista conosciuta come “uno degli artisti più schietti e celebrati della Turchia”. Utilizzando narrazioni personali e storiche, Karamustafa esplora le questioni socio-politiche della Turchia moderna e affronta temi quali il genere, l’esilio e l’etnia, lo spostamento e la migrazione.

@luca parisse - risk4sport
@luca parisse – risk4sport 

Dopo avere visita la Fondazione No Man’s Land vale la pena dedicare un po’ di tempo all’antico borgo di Loreto Aprutino, situato su una collina coltivata a olive, che propone al turista il suo bel centro storico dal caratteristico aspetto medievale tra porte d’accesso, vicoli, strade pittoresche, case e palazzi signorili. Da vedere alcune chiese affrescate, il Castello Chiola del IX secolo, poi trasformato in palazzo residenziale dalle linee classiche per lo più rinascimentali, il Museo delle Ceramiche di Castelli e il Museo dell’Olio, allestito nell’antico e innovativo oleificio di Raffaele Baldini Palladini, situato nel Castelletto Amorotti.

Poco lontano si incontra il Parco dei Ligustri, un pittoresco giardino con circa 300 specie botaniche, bossi secolari, grandi cipressi, olmi, lecci, palme, grandi kaki, cedri, erbacee e arbusti sempreverdi e da fiore.

Spostandosi nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, a Pescasseroli, troviamo invece Arteparco, progetto nato nel 2018 lungo i sentieri C1 e C2 dell’area protetta con la volontà di portare l’arte contemporanea all’interno di un territorio unico come il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il progetto, ideato dall’imprenditore e comunicatore abruzzese Paride Vitale, è frutto della collaborazione tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Comune di Pescasseroli e il brand di profumi Parco1923, nel corso degli anni ha creato un vero e proprio museo a cielo aperto sui due sentieri, meta per i turisti che visitano il parco.

Fondazione No Man's Land. Foto Di Paolo

Fondazione No Man’s Land. Foto Di Paolo

 

Quest’anno, alle opere già presenti, si aggiunge, da sabato 29 luglio, l’installazione site-specific Totemi, intervento di yarn bombing ( particolare tecnica di graffitismo costituita dall’utilizzo di colorati tessuti lavorati a uncinetto) del collettivo artistico Accademia di Aracne. Il collettivo, dopo essersi immerso nella natura, ha individuato all’inizio del sentiero due altissimi alberi, l’uno di fianco all’altro, per realizzare un’installazione di yarn bombing. Ogni albero ospita nella sua trama il profilo di otto animali caratteristici della fauna del parco.

La passeggiata nella natura permette di ammirare, tra le altre, anche opere di artisti dalla cifra stilistica molto diversa tra loro come Marcantonio, Matteo Fato, Alessandro Pavone, Sissi e Valerio Berruti. Di quest’ultimo è l’installazione site-specific Liberi tutti, una scultura poetica e fiabesca, dalle dimensioni di circa tre metri per quattro, in cui un bambino, mentre gioca nella natura, sembra affacciarsi curioso da una roccia lasciandosi intravedere dai passanti. Terminato il percorso artistico si può dedicare un po’ di tempo ai sentieri delle cinque Faggete Vetuste del Parco, con i faggi plurisecolari diventati nel 2017 Patrimonio dell’Unesco insieme a quelli di altri dieci paesi europei.