Passi in avanti importanti sul fronte delle infrastrutture per la mobilità elettrica. Secondo quanto rilevato dall’associazione Motus-E, il primo trimestre si è chiuso con 54.164 punti di ricarica nella Penisola, in progresso del 31,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre nell’arco di due anni il numero dei punti di ricarica è praticamente raddoppiato, da 27.857 a 54.164 unità. Intanto il parco di veicoli circolanti ha toccato quota 226.799. Quanto alle autostrade, i punti di ricarica sono arrivati a 942 unità, dalle 559 di marzo 2023 e le 150 di due anni prima. Nell’85% dei casi, le infrastrutture sono del tipo veloce (in corrente continua, cioè dai 50 kW in su) e il 61% supera addirittura i 150 kW di potenza.
Netta prevalenza per la corrente alternata
Quanto alle potenze, l’83% delle colonnine funziona in corrente alternata (fino a 49 kW, quindi ideali per la ricarica durante le ore notturne), mentre il restante 17% è in corrente continua. In merito alla distribuzione geografica, circa il 58% delle infrastrutture si trova nel Nord Italia, il 19% nel Centro e il 22% nel Sud e nelle Isole. Guardando alle singole regioni, al primo posto c’è la Lombardia (10.158 colonnine), davanti al Piemonte (5.841) e al Veneto (5.167). Mentre tra le città guida Roma (4.006), seguita da Milano (3.246) e Napoli (2.679 punti).
Secondo il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, a fronte di un’infrastruttura così ampia, sostenuta finora quasi esclusivamente da investimenti privati, “la progressiva crescita del circolante elettrico avrà un ruolo chiave anche per preservare e ampliare il vantaggio economico della ricarica elettrica rispetto alle alimentazioni tradizionali, maggiormente esposte alle tensioni geopolitiche internazionali”. Inoltre ricorda che la presenza delle colonnine è destinata a crescere ulteriormente dopo la recente entrata in vigore del regolamento europeo Afir, che fissa una serie di target “per accelerare ulteriormente la creazione nel Vecchio Continente di un network per la ricarica a uso pubblico sempre più denso e moderno”. Quanto all’Italia, invece, si attendono i nuovi bandi per l’assegnazione delle risorse destinate dal Pnrr alla installazione di nuove colonnine.
Obiettivi di sostenibilità ancora lontani
Non fermarsi nella copertura del territorio è la parola d’ordine per l’Italia e non solo. Secondo uno studio dell’Acea (Associazione europea dei produttori di automobili), tra il 2017 e il 2023 le vendite di auto elettriche nell’Ue sono cresciute tre volte più velocemente rispetto all’installazione di punti di ricarica. Guardando in prospettiva, l’Ue avrà bisogno di ampliare la dotazione infrastrutturale di otto volte entro la fine di questo decennio per raggiungere gli obiettivi che la stessa si è data in termini di emissioni di CO2.
“Il gap infrastrutturale” rischia di ampliarsi in futuro, in misura molto maggiore di quanto stimato dalla Commissione europea”, è l’allarme lanciato dal direttore generale di Acea, Sigrid de Vries. Lo scorso anno in tutta l’Ue sono stati installati poco più di 150 mila punti di ricarica pubblici, portando il totale a poco meno di 630 mila. “Un facile accesso ai punti di ricarica pubblici è una condizione essenziale per decarbonizzare il trasporto stradale”, ha aggiunto l’esperto.