Robot in grado di individuare e raccogliere i rifiuti lasciati nelle strade grazie a tecnologie di Intelligenza Artificiale, automi che comunicano (seguendo le logiche dell’Internet of Things) con la base, costituita da una panchina, che funge da stazione di ricarica a energia solare. I robot si chiamano pixies, che è anche il nome della startup che sta sviluppando un progetto in prima linea contro il lettering, i rifiuti lasciati in strada e nelle piazze (bottiglie di plastica in prevalenza, ma anche vetro e mozziconi di sigarette). Pixies è una società nata alla fine del 2020. A fondarla sono stati due ingegneri romani di 26 anni, Andrea Saliola e Pier Paolo Ceccaranelli, entrambi amici da una vita, con il pallino dell’architettura e delle Smart City.
A settembre la loro società è stata selezionata per il primo programma di accelerazione di Zero, l’acceleratore dedicato allo sviluppo di idee innovative in ambito green di LVenture Group, Cdp Cassa Depositi e Prestiti ed Eni. I primi risultati del percorso di accelerazione sono già sul tavolo: a gennaio Pixies ha chiuso un aumento di capitale di 180 mila euro con CDP Venture Capital, LVenture Group e Key Capital. Ci sono poi già trattative aperte con alcuni comuni italiani, come Castiglione (in provincia di Orvieto), per portare i pixies nelle strade. “A maggio iniziamo i test pilota” ha detto Andrea Saliola. E se Pixies vuol dire ‘fata’, la missione di questa startup è piuttosto chiara. “I nostri robot vogliono un po’ essere le fatine delle città”.
“Io e Pier Paolo siamo da sempre appassionati di architettura e all’università abbiamo iniziato a immaginare una città che fosse in grado di risolvere da sola dei problemi” grazie alla tecnologia, “in autonomia. Un ecosistema in grado di sentire determinati problemi e di risolverli in maniera efficace. Nel dettaglio, il sistema IoT di Pixies è articolato in questo modo. “La panchina ‘vede’ una piazza sporca e attiva i due robot che ha a disposizione, che entrano in azione per la pulizia”. Grazie all’Intelligenza Artificiale “il robot è in grado di riconoscere le bottiglie di plastica e raccoglierle. Siamo partiti da queste perché il 60% dei rifiuti che gettiamo a terra è costituito da plastica”. E poi? “Il robot poi viene svuotato come un normale cestino”.
“Per ogni panchina abbiamo previsto due robot (misurano 65 centimetri per 80, per 45 centimetri di altezza e montano un serbatoio di 50 litri). Come sviluppo ulteriore stiamo pensando anche ad un compattare interno”. Il team ha anche le idee chiare su come i robot potranno muoversi. Ogni robot “è in grado di pulire 8mila metri quadrati per ogni ciclo di ricarica (ne abbiamo previsti due)”. Quindi, calcoli alla mano, ogni stazione sarebbe in grado di coprire 32 mila metri quadrati al giorno di strade. Un riferimento? Piazza del Popolo a Roma misura 17 mila metri quadrati, come piazza del Duomo a Milano, piazza del Plebiscito a Napoli ne misura 25 mila. E i costi? Offriamo ai comuni un sistema di “noleggio a lungo termine. Più o meno siamo sui 2 mila euro al mese per una panchina e due robottini”.