Il MART ha iniziato presto e ora, più che accelerare sulla transizione ecologica, mette a punto quanto avviato già dal 2005. Il punto forte della sede principale del Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, progettata da Mario Botta e Giulio Andreolli e inaugurata nel 2002, è ora un problema: la grande cupola di acciaio e vetro, che nelle intenzioni dell’architetto è “in dialogo costante con la luce”, per quanto meravigliosa non aiuta la climatizzazione della struttura.
Il MART, così come la gran parte degli edifici costruiti prima che i costi dell’energia aumentassero e la crisi climatica imponesse di considerare la propria impronta carbonica, ha un serio problema nel dover mantenere la temperatura costante per salvaguardare le opere e garantire il benessere dei visitatori senza spendere un patrimonio in energia ed essere fonte di emissioni. “Siamo alle prese con un vero e proprio effetto serra – dice il direttore del Mart, Diego Ferretti – dal punto di vista architettonico Botta aveva pensato di realizzare dei cupolini che consentissero l’illuminazione diretta degli ambienti espositivi, soprattutto nella parte contemporanea. Queste strutture erano state costruite nel 2000 con materiali innovativi, che adesso però richiedono altri interventi. Stiamo perciò sperimentando la posa di una pellicola che consente di schermare le cupole in modo che non ne risenta la luce ma si attenuino il calore e l’umidità“.
Il ruolo della Provincia di Trento
Il MART ha la fortuna di dialogare in modo costante con la Provincia autonoma di Trento, che ben prima di incentivi e superbonus ha iniziato un programma per l’efficientamento energetico degli edifici. Così, dal 2005 la società SIRAM, che gestisce l’immobile, aveva avviato uno studio, poi proseguito dall’Università di Trento, per ridurre i fabbisogni energetici della sede del museo. Nel 2009 lo studio VNG era stato incaricato di elaborare una diagnosi energetica per rendere l’immobile più sostenibile.
Il risultato dello studio è il perfezionamento dell’impianto di climatizzazione, che garantisce subito sia una riduzione delle emissioni di CO2, sia di quelle sonore, attraverso sistemi di riscaldamento e climatizzazione ad alta efficienza ed elevato contenuto tecnologico, con un uso estensivo di energie rinnovabili. Da anni, poi, il MART si impegna per ridurre i consumi energetici dei suoi apparecchi informatici, che hanno il marchio “EnergyStar”, garanzia di funzioni per ridurre il consumo di energia, inchiostri e carta. Infine, in accordo con le direttive della Provincia autonoma, c’è un controllo assiduo sulle luci e tutte le apparecchiature elettriche, che vanno spente a fine lavoro.
Una pellicola trasparente contro l’effetto serra
Restava però il problema dei 183 lucernai in copertura, circa 2mila m2 di superficie vetrata, e 200 m2 di superficie verticale trasparente di rivestimento della zona uffici. Una specie di serra, appunto, che ora si scherma con una pellicola. “La sperimentazione sta dando ottimi risultati – dice il direttore – la posa su una piccola parte ci ha consentito di risparmiare in un anno circa 400mila kilowatt ore“.
La pellicola Serisolar, secondo l’azienda produttrice, garantisce una riduzione annuale del carico lavorativo dei gruppi frigo di oltre il 40%, con un abbattimento dei costi energetici e di emissione di CO2 in atmosfera. Sempre secondo l’azienda, il costo della pellicola viene ammortizzato al massimo entro 3-4 anni grazie alla riduzione delle spese di raffrescamento; l’utilizzo del condizionamento diminuisce dal 30% al 50%.
I cupolini non rappresentano soltanto un problema per l’effetto serra, ma ostacolano anche l’istallazione di pannelli fotovoltaici. “Ora però i tempi sono maturi per valutare in prospettiva la sostituzione dei vetri dei cupolini con vetri fotovoltaici – spiega Ferretti – la resa di questi materiali in termini di produzione energetica è minore, poiché non sono orientabili, ma stiamo valutando il da farsi. Siamo in contatto con la GNAM di Roma, che ha un analogo progetto, per capire e verificare l’impatto sulla loro sede. La cautela è d’obbligo, non vogliamo alterare l’edificio dal punto di vista estetico”.
Ferretti sottolinea così un altro aspetto importante delle sfide cui sono chiamati i musei, la sperimentazione di nuovi materiali. “Il confronto con le altre strutture è costante – dice infatti il direttore – L’attenzione al risparmio energetico è per noi un obiettivo strategico che vorremmo mantenere e implementare. Siamo già passati da un consumo di 3,4 milioni di kilowattora annui del 2005 a 1,8 del 2022. Questo miglioramento non è dato da un solo intervento, ma da studi e progettazioni continui, che si sono susseguiti negli anni”.
La progettazione e il reperimento di fondi hanno bisogno di personale dedicato, che il MART non ha al suo interno. “Siamo una piccola struttura – osserva Ferretti – abbiamo meno di 50 dipendenti a disposizione e quando si tratta di pensare e pianificare investimenti di questo tipo alziamo le mani e ricorriamo alle professionalità della Provincia di Trento. È la Provincia che monitora gli interventi volti al risparmio e fornisce le risorse per pagare le bollette, per cui verifica che il consumo sia sotto controllo”.
C’è, infine, l’impegno del MART per diffondere la cultura della sostenibilità: “Come ente culturale da sempre facciamo nostre le tematiche ambientali. C’è stata spesso l’occasione di presentare gli esiti dei nostri interventi e i dati sul risparmio in conferenze pubbliche – conclude Ferretti – anche in questo caso, si tratta di un’attività di divulgazione che riguarda la Provincia in generale, visto che è la nostra casa madre”.