LISBONA. Biglietti già finiti da giorni, oltre 2600 fra startup e aziende presenti, più di mille i relatori e 70mila i visitatori attesi. Il Web Summit di Lisbona (@WebSummit), uno degli appuntamenti dedicati all’innovazione più interessanti d’Europa, riapre i battenti dal primo al 4 di novembre e come al solito con numeri alti prima ancora di cominciare. “Le startup italiane quest’anno sono poco meno di novanta, per noi è un record”, spiega Paddy Cosgrave, mente e anima di quest’evento nato nel 2009 a Dublino, ma diventato grande in Portogallo dove si è trasferito dal 2016. “I temi sul tavolo sono tanti: figure come Noam Chomsky parleranno di intelligenza artificiale ad esempio; Chris Anderson, a capo di Ted, racconterà invece di come e perché le idee innovative si diffondono. Poi c’è il mondo della finanza e delle criptovalute, nei confronti delle quali lo scetticismo è forte dopo i tanti scandali che abbiamo visto di recente, senza dimenticare la medicina ad alta tecnologia e le soluzioni avanzate per affrontare il cambiamento climatico”.
Fra gli altri saliranno sul palco Sir Tim Berners-Lee, che diede vita al Web nel 1989 ed è di casa a Lisbona e che quest’anno tratterà delle implicazioni del Web3. Tony Fadell, considerato come il “padre” dell’iPod e dei termostati smart Nest, terrà invece una lezione su come creare quel che vale davvero la pena produrre. Lisa Jackson, vice presidente di Apple con delega all’ambiente alle iniziative sociali, è ospite nella serata inaugurale. E poi Brad Smith, presidente di Microsoft, anche lui ormai ospite fisso del Web Summit, che parlerà di un tema a lui caro, quello della misurazione e certificazione delle emissioni di gas serra attraverso la tecnologia. “Le emissioni di gas serra sono come il Covid. Non rispettano i confini fra nazioni, si propagano nell’aria e richiedono interventi e sforzi globali per trovare un rimedio”, ha spiegato a fine settembre.
Fra le nuove aziende impegnate nella transizione ecologica, ce ne sono alcune particolarmente interessanti. Prendete l’estone Laava Tech: ha messo a punto un sistema di lampade e sensori gestiti dall’intelligenza artificiale per ottimizzare le coltivazioni al chiuso con un abbattimento del consumo energetico dell’88%. La portoghese Etherus ha trovato il modo di trasformare gli scarti industriali e i materiali grezzi in biodiesel e sempre dal Portogallo viene AquaInSilicio che ha sviluppato un sistema smart di gestione delle risorse idriche che eviti gli sprechi. Blue Planet Ecosystems, Austria, si è concentrata sull’allevamento di pesce realizzando ecosistemi acquatici artificiali alimentati da energia solare, che non intaccano la biodiversità degli oceani.
E ancora: la tedesca Leeroma, con la sua piattaforma che mette in contatto chi coltiva e alleva e chi lavora gli alimenti con la possibilità di smaltire la produzione in eccesso per evitare che vada persa; Rip Food, spagnola, ha un sistema di allevamento di animali con consumi di acqua dell’85% inferiore rispetto a quelli tradizionali, abbassando inoltre le emissioni di gas serra dell’80%; l’italiana BeaWare, attraverso dei sensori analizza la spazzatura di casa, così che si paghi solo per quel che si getta da un lato e dall’altro rende possibile una raccolta differenziata più efficiente, avendo già i dati sulla tipologia e la quantità dei rifiuti.
L’ambiente, il cleantech, è però solo una parte del Web Summit e non è la maggioritaria. Quest’anno, stando alla tipologia delle 2300 startup presenti, si guarda ancora molto a fintech, nft e criptovalute, campi che hanno ormai il sapore del presente se non del passato più che del futuro. Il settore di maggior peso è al solito il saas, acronimo di “software as a service”, ovvero tutto ciò che di innovativo o meno viene creato per la digitalizzazione delle aziende e dei loro processi.
Inevitabile il metaverso nelle sue varie sfaccettature, anche se è meno presente di quanto era lecito aspettarsi. Interverrà però Palmer Luckey, l’inventore dei visori per la realtà virtuale Oculus acquisiti da Meta per oltre due miliardi di dollari nel 2014, e noto per le sue idee politiche vicine alla destra estrema americana. Il tema del suo intervento, conoscendo le intemperanze di Luckey, è allarmante: “Ricostruire l’arsenale della democrazia”.
“Rispetto al metaverso, mi sembra di gran lunga più rilevante quel che sta accadendo nel settore dei microprocessori”, commenta Cosgrave. “La guerra commerciale fra Stati Uniti, Europa e Cina è forse l’aspetto con le maggiori implicazioni nel campo della tecnologia oggi. Per questo abbiamo invitato Rene Haas, a capo di Arm. Senza i processori ormai non si fa nulla”. Soprattutto la guerra, sempre che si voglia avere qualche speranza di vincere.