L’alchechengi è una pianta originaria dell’Asia che oramai viene comunemente coltivata anche nel nostro paese, nonostante la sua origine esotica. La pianta si presenta con dimensioni abbastanza ridotte e può essere utilizzata per aiuole e bordure, a seconda del suo portamento eretto o strisciante, a ciclo autunnale o poliennale. È una pianta che si adatta anche ad essere coltivata in vaso ed è decisamente molto decorativa in appartamento. Il frutto che se ne ricava è utilizzato in Italia nella variante caramellata oppure immerso nel cioccolato fondente per decorare torte e dessert. È necessario porre molta attenzione quando si desidera coltivare un alchechengi, poiché esistono diverse varietà:
- Physalis alkekengi (cresce spontanea in alcune zone e raggiunge i 10 cm di diametro)
- Physalis franchetii (cresce di più, fino a 90 cm ed ha lampioncini più appuntiti)
- Physalis gigantea (con lanterne più grandi)
- Physalis pubescens (varietà annuale di 20 centimetri con portamento prostrato. Ha frutti edibili)
- Physalis peruviana o edulis (è una varietà eretta con frutti edibili, ma meno dolci rispetto la precedente)
Spesso sul cartellino della pianta in commercio è indicato il tipo di frutti, se edibili o meno.
La semina a partire dai semi
In semenzaio vanno messi i semi di alchechengi a fine inverno ovvero ad inizio marzo. Successivamente, quando la piantina raggiunge i 10 centimetri di altezza è possibile passare al trapianto. In questo caso, se si hanno a disposizione più piantine è fondamentale sistemarle ad una distanza di circa 50 centimetri (sia tra file che tra le piante). Il terreno ideale per questa pianta è di tipo calcare, ma soprattutto deve essere ben drenante per evitare i ristagni idrici. L’alchechengi cresce in maniera ottimale anche in vaso: basta selezionare un contenitore abbastanza profondo, così da poter garantire il giusto spazio allo sviluppo dell’apparato radicale. È importante ricordare che in inverno il vaso deve essere protetto, giacché le radici sono più esposte alle gelate. In tal caso, è possibile sistemare il vaso in un’area protetta del balcone, sollevandolo da terra e avvolgendo il vaso con qualcosa che possa mantenere stabile la temperatura.
La coltivazione dell’alchechengi
Per un’ottima coltivazione dell’alchechengi è necessario selezionare una zona del giardino a mezz’ombra, ma attenzione a scegliere un’area ben esposta per garantire il giusto caldo. Durante la stagione invernale è necessario fare molta attenzione, poiché l’alchechengi è una specie che teme il freddo e le gelate. In alternativa, è possibile preservare la pianta con serrette o tunnel.
L’innaffiatura dell’alchechengi
Per quanto riguarda l’innaffiatura dell’alchechengi è importante farlo con regolarità, specie nei mesi a seguire la semina e quando vi è più caldo. Innaffiare 2-3 volte a settimana garantisce una cura ottimale e una buona crescita della pianta. Il terreno non dovrà mai essere completamente secco, ma neppure troppo umido.
La potatura dell’alchechengi
È molto importante attendere la primavera per occuparsi della potatura dei rami secchi. Solo in questo momento dell’anno si ha la certezza di avere condizioni climatiche favorevoli per la pianta. I fusti secchi devono essere tagliati a livello terreno, così da ripulire la pianta e dargli nuovamente forza per far crescere nuovi rami e frutti.
Le malattie e i parassiti che mettono in pericolo la pianta
L’alchechengi è in grado di resistere alla maggior parte dei parassiti e l’unica cosa che può mettere in difficoltà la pianta è proprio il marciume delle radici. A tal proposito è necessario evitare annaffiature eccessive poiché questi possono creare dei ristagni idrici in prossimità dei rizomi e far morire la pianta.