Ora anche l’Italia ha un suo inviato speciale per il Clima, l’omologo, tanto per intendersi, di John Kerry che ricopre lo stesso incarico nell’Amministrazione Biden: si tratta del diplomatico Alessandro Modiano, appena nominato dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, e dal Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
“La decisione di dotarsi di un Inviato Speciale per il clima”, si legge in una nota odierna del ministero degli Esteri, “deriva dal peso sempre maggiore della diplomazia climatica, ormai componente fondamentale della politica estera dell’Italia e dell’Unione Europea, e dal ruolo da protagonista a livello internazionale assunto dall’Italia con la Presidenza del G20 e la partnership della Presidenza del Regno Unito della Cop26“.
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“L’inviato Speciale per il cambiamento climatico”, continua la nota, “scelto dal ministro della Transizione ecologica come Direttore Generale per l’attività europea e internazionale del MITE, svolgerà un’importante azione di raccordo tra MAECI e MiTE e sarà il riferimento per la dimensione esterna delle politiche di contrasto al cambiamento climatico delle varie Amministrazioni italiane”.
Che anche l’Italia avesse deciso di dotarsi si un referente delle questioni climatiche era noto, con tanto di pubblicazione mesi fa sulla Gazzetta Ufficiale dell’istituzione della nuova figura. Un ruolo finora ricoperto dal ministro Cingolani che ha fatto gli onori di casa al G20 Ambiente e Clima di Napoli nel luglio scorso, ha ricevuto Kerry in tutte le sue visite italiane, ha rappresentato il nostro Paese durante le difficili trattative della Cop26 di Glasgow. Lo stallo tra l’istituzione dell’inviato speciale e la nomina effettiva di una persona in quell’incarico, da alcuni osservatori era stata interpretata come un braccio di ferro tra il ministero degli Esteri, che rivendicava un ruolo nelle trattative internazionali sul clima, e il MITE che aveva finora condotto quella partita.
Oggi l’annuncio congiunto che sembra sgomberare il campo da rivalità e polemiche. “Questa nomina”, commenta infatti il ministro Cingolani, “rafforza ulteriormente la leadership dell’Italia nella lotta ai cambiamenti climatici e rappresenta un ulteriore importante strumento grazie al quale il nostro Paese può affrontare l’emergenza del riscaldamento globale. In quest’ottica, la collaborazione MITE MAECI emerge come un’opportunità straordinaria all’interno di una partita di portata mondiale”.
Alessandro Modiano, 57 anni, proviene dalla classica carriere diplomatica: da metà anni Novanta al 2016, incarichi nelle ambasciate di Santiago del Cile, Pretoria, Buenos Aires, Il Cairo. Dall’agosto 2018 è vice direttore generale per la Mondializzazione e le questioni globali e direttore centrale per le questioni globali. Ora passa al MITE, quindi con Cingolani.