Con le sue trifore e la merlatura ricostruita nel secondo ‘800, il Palazzo dei Priori a Perugia costituisce uno dei migliori casi di architettura medioevale della nostra penisola. Qui, al terzo e al secondo piano (il percorso espositivo segue questo ordine) la Galleria nazionale dell’Umbria con le sue croci del ‘200, i suoi Gentile da Fabriano, Piero della Francesca, Benedetto Bonfigli, Perugino, disegna un panorama senza eguali dell’arte dell’Italia centrale fino al Rinascimento per arrivare fino al ‘900. Nel giugno del 2022 il museo diretto da Marco Pierini ha riaperto ristrutturato da capo a piedi con un progetto visivamente molto efficace, eppure ha dovuto misurarsi con dei limiti. Valga un esempio: non può installare pannelli fotovoltaici perché Palazzo dei Priori è nel centro storico e con vincolo culturale.
Come intervenire sul risparmio energetico? Lo spiega l’architetto coordinatore dell’ufficio tecnico della Galleria, Maria Elena Lascaro. Partiamo dall’aria: “Un sistema di climatizzazione gestito da 11 ‘unità di trattamento aria’ o UTA controlla sempre il microclima di tutte le sale, anche dei depositi. Sonde collegate con il sistema di supervisione trasmettono ogni ora i valori di temperatura e umidità e, tramite un software, se necessario le macchine li modificano perché siano sempre ottimali sia per le opere che per il benessere dei visitatori e del personale. Le macchine sono accese 24 ore su 24 tutti i giorni e rappresentano il maggiore costo in termini energetici ed economici, perciò l’efficientamento energetico degli ultimi anni è stato improntato all’ammodernamento e alla migliore gestione di queste macchine”.
“Il sistema di supervisione da remoto impiantato l’anno scorso “permette alla ditta manutentrice di modificare i parametri anche da cellulare senza venire in sede”, segnala Maria Elena Lascaro. “Non ultimo, se non serve che una macchina sia accesa, può essere spenta da remoto con un semplice click sullo smartphone evitando qualsiasi spreco energetico”. Il museo ha 11 UTA in sei locali, una centrale termica e una centrale frigorifera sotto alla copertura del palazzo: installate negli anni ’90, le macchine vengono via via rinnovate dal 2010 con un piano che verrà completato entro questo 2023. All’ingresso tappeti anti polvere in pvc catturano dalle scarpe il particolato che può immettere elementi nocivi nell’atmosfera interna.
Fin qui l’aria. La luce? L’anno scorso la GnU ha finito di sostituire tutti i fari con fari a led. Un sistema Bluetooth, spiega sempre l’architetto, può regolare la quantità di luce di ogni faro per ogni singola opera; se in sala c’è qualcuno il sistema alza automaticamente la luce al 100%, in caso contrario la abbassa. Tutte le sale hanno lampade UV (ultraviolette) per attirare gli insetti, potenzialmente pericolosi in museo con tante tavole in legno. Alle finestre schermi solari lasciano vedere la città ma abbattono “i raggi ultravioletti del 99%, gli infrarossi del 96%, e l’abbagliamento anche perché abbiamo opere con lacche molto soggette ai danni da raggi solari”.
A oggi il museo non rileva le sue emissioni di CO2. Come si regola con i pannelli espositivi? “Quelli nell’allestimento permanente restano per molti anni – risponde Maria Elena Lascaro – Le strutture sono in acciaio, rivestite in cartongesso e rinforzate internamente in legno. I pannelli delle mostre, come quella in corso fino all’11 giugno “Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo”, sono a noleggio, non nostri, in legno tamburato, hanno formati standard per cui gli allestitori li riutilizzano in altre manifestazioni”. Infine un dato riferito al 2019, l’ultimo anno in cui il museo, tra pandemia e ristrutturazione, è stato aperto 12 mesi: il consumo di energia elettrica è stato di 1.068.135 KWh, quello di gas naturale di 182.211 smc (standard metro cubo).
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