Produrre un chilogrammo di carta regalo, denuncia Greenpeace, richiede 1,3 chilogrammi di carbone e ne emette 3,5 di CO2. Solo nel Regno Unito lo scorso Natale ne sono usati circa 365mila chilometri, una quantità sufficiente ad avvolgere la Terra ben nove volte. E la maggior parte di questa carta finisce in discarica, perché i fogli laminati o glitterati contengono plastica e non possono essere riciclati. Allora perché non eliminarla del tutto dai nostri doni? Scegliere con cura incarto, decorazioni e biglietti di auguri è importante perché l’impatto sul Pianeta di questi imballaggi è molto alto. Dopo il regalo, è quindi tempo di fare i pacchetti sostenibili da mettere sotto l’albero.
Latta, cesti e stoffa
Le scatole di latta, i cesti in vimini, le borse di tela o le sciarpe possono essere un’eccellente alternativa, nonché regalo a sé visto che possono essere riutilizzati per conservare cibi o prodotti, mettere ordine negli armadi o fare la spesa. Possiamo riciclare scatole di scarpe, foderandole e decorandole a piacimento. Oppure usare i tovaglioli in tessuto che giacciono nei cassetti della cucina o i vestiti che non usiamo da tempo fermi nell’armadio e provare a cimentarci con il furoshiki, tecnica giapponese che usa i tessuti per impacchettare i regali in poche e semplici mosse.
Buste del pane e vecchie mappe
Se queste soluzioni non vi convincono, quasi sicuramente in casa abbiamo tutto quello che ci serve per un pacchetto degno di questo nome. Se ogni famiglia statunitense incartasse tre regali con materiali riciclati, si salverebbe abbastanza carta da coprire 45mila campi da calcio, un bel risparmio di risorse per il Pianeta. Iniziamo allora col radunare giornali e riviste, ma anche vecchie mappe, poster o disegni dei bambini: saranno una carta regalo davvero unica. Nel caso – quasi impossibile – che niente di tutto ciò sia in casa, optiamo per fogli di carta paglia, carta da pacchi, buste e scatole semplici, magari in materiale già riciclato, da personalizzare con disegni e decorazioni fatti da noi: se ne trovano di tanti tipi nelle cartolerie o online su siti come Raja.
Per chiudere i nostri pacchetti lasciamo perdere lo scotch: proviamo un’altra tecnica giapponese che permette di impacchettare solo con la carta e senza nastro adesivo. O se abbiamo una macchina da cucire fermiamo un sacchetto del pane con dei punti ricamo colorati. Se ci manca la manualità proviamo altri metodi, come le mollette in legno, una soluzione da non sottovalutare. Ma se proprio vogliamo acquistarlo, magari a tema, scegliamo uno scotch di carta e con una colla senza solventi a base naturale, tipo la Coccoina: solo così sarà totalmente riciclabile.
No alle coccarde di plastica
Ora che il nostro pacchetto è fatto, è il momento di decorarlo. Vietato il nastro regalo in plastica: pensate che negli Stati Uniti se ne usa talmente tanto che, se ogni famiglia ne riutilizzasse anche solo 60 centimetri, se ne recupererebbe oltre 61mila chilometri, una lunghezza che basta e avanza per fare un enorme fiocco intorno all’intero Pianeta.
Oltre a riusare il nastro che abbiamo conservato dagli anni precedenti, per sostituirlo usiamo spago, rafia, lana, cotone, nastri in tessuto, trina. Possiamo comprarli, ma quasi sicuramente alcuni di questi li abbiamo già in casa, e utilizzarli sarà un ottimo modo per riciclare cose che non usiamo più. E per abbellire ulteriormente la confezione via libera a pizzi e merletti, centrini, bottoni, tappi di sughero, rametti e bacche raccolte in giardino, biscotti che abbiamo preparato con le nostre mani c’è l’imbarazzo della scelta.
Pianta il biglietto
Anche evitare di mandare cartoline natalizie può ridurre l’impatto ambientale di cinque chili di anidride carbonica a testa. Certo questo tipo di spedizioni in Italia non è troppo diffuso, ma il concetto si può applicare benissimo ai biglietti di auguri. Se abbiamo decorato a mano il nostro pacco, sicuramente avremmo spazio per lasciare i nostri auguri sulla carta, con penna e colori, o con le parole dei giornali. Altrimenti possiamo comprare biglietti in carta riciclata o, perché no, biglietti seminabili, come quelli che offre, tra gli altri, Growingpaper, che contengono semi e che una volta messi in vaso e annaffiati daranno vita a fiori, erbe o ortaggi.
Occhio a dove butti
Ora che sappiamo esattamente come incartare in modo sostenibile, teniamo a mente anche come scartiamo i regali che riceveremo. Conserviamo tutto ciò che si può riutilizzare, dalle decorazioni ai nastri. Ma anche la carta regalo, basta non strappare tutto e ripiegarla con cura. Se abbiamo usato troppa forza e la carta è irrecuperabile prima di buttarla proviamo ad appallottolarla: se resta chiusa è carta pura e si può differenziare, se invece si riapre contiene plastica e va buttata nel secco, insieme allo scotch classico, i nastri e le coccarde di plastica.