Anche un’onda può avere i suoi diritti. Per esempio il diritto – per legge – all’esistenza, alla rigenerazione e al ripristino. Per la prima volta al mondo, in Brasile, le onde di Linhares nel comune di Espirito Santo hanno ottenuto uno storico status di protezione speciale conseguendo specifici “diritti della natura”.

Da anni in tutto il mondo, dai fiumi alle foreste, dal Sud America fino alla Nuova Zelanda, gli elementi naturali stanno ottenendo protezione attraverso il riconoscimento giuridico di specifici diritti – che ovviamente servono soprattutto a regolare le azioni umane – come nuovo sistema per la conservazione. Ora l’amministrazione del piccolo comune di Espirito Santo, a nord di Rio de Janeiro, sfruttando una modalità giuridica riconosciuta dalle Nazioni Unite, è appena diventata il primo Comune al mondo a riconoscere e proteggere i diritti delle onde e dei mari in cui si infrangono. Il percorso per riconoscere una serie di diritti alle onde di Linhares, tanto amate dai surfisti, è nato dopo la tragedia di Minas Gerais.

Nel novembre 2015 un cedimento della diga della zona a monte di Mariana provocò la fuoriuscita di acque reflue dalla miniera di ferro: le cittadine furono inondate, ferendo decine di persone e uccidendone diciassette, e fiumi di fango si riversarono verso l’Atlantico. L’intera costa fu successivamente devastata dalle conseguenze dell’incidente e a pagare furono anche le onde alla foce del fiume Doce a causa di fanghi tossici e acque reflue. Nella cittadina di Regencia, conosciutissima dai surfisti, i danni ecologici furono evidenti: il fango e i detriti avevano persino influenzato il flusso del fiume impattando sulla condizione delle onde stesse, che erano di fatto “cambiate”. Quella tragedia diede inizio a una lunga riflessione per dare maggiore diritti alla natura tramite ordinanze comunali.

Quasi dieci anni dopo, questi diritti sono ora stati finalmente riconosciuti anche grazie alla spinta di diverse associazioni locali e a iniziative pioniere come quelle di World Surfing Reserves della Save the Waves Coalition proprio per proteggere le onde.


Il consigliere comunale Antônio Cesar ha così firmato e presentato un disegno di legge, poi approvato poche settimane fa, che include una “protezione completa” e “riconosce l’oceano come un essere vivente soggetto a diritti intrinseci all’esistenza, alla rigenerazione e al ripristino”. Nel dettaglio, la protezione riguarda di fatto la salvaguardia dell’ecosistema proteggendolo da interferenze umane, ma anche la salvaguardia delle aree di importanza culturale, ambientale e turistica collegate alle onde. In questo angolo del Brasile, si legge negli atti, le onde avranno dunque diritto a “mantenere le loro condizioni fisico-chimiche per l’equilibrio ecologico” oppure andranno promosse “interazioni armoniose con gli esseri umani attraverso pratiche culturali, spirituali, ricreative ed ecologiche”.

Viene poi specificata una generale protezione dei corpi idrici, così come “l’integrazione delle conoscenze tradizionali e delle pratiche di conservazione nel processo decisionale, bilanciandole con approcci scientifici” e soprattutto il dovere di “garantire la responsabilità e la rettifica dei danni causati dall’uomo ai loro riconosciuti diritti”.

Parole messe nero su bianco che ovviamente servono a rafforzare la volontà politica, nel territorio, per portare a termine tutte quelle azioni necessarie per preservare l’ambiente e le onde così come sono.La legge riconosce così il diritto dell’onda a continuare a infrangersi perfettamente alla foce del fiume Doce senza interferenze. Una vittoria che ora dovrà passare per ulteriori passaggi burocratici e che include anche altro: tramite ordinanza le “Ondas na Foz do Rio Doce” dovranno infatti anche “ricevere il sostegno del governo, della comunità e dei gruppi della società civile nei processi decisionali pubblici”.