Strade diverse, risalendo la corrente del fiume gli uni, affrontando il mare aperto, il Mediterraneo e poi l’Atlantico fino ai Sargassi, le altre. Così si separano i destini di storioni e anguille, come quelli allevati all’Acquario di Cattolica e al parco Oltremare di Riccione e liberati alla foce del Reno, giovedì 23 maggio, dai ricercatori dell’Università di Bologna a Cesenatico per ripopolare il parco del Delta del Po. Qui, dove per secoli la loro pesca ha arricchito un patrimonio culturale condiviso e tramandato tra le comunità residenti, le due specie erano infatti quasi scomparse a causa della pesca intensiva, della riduzione degli habitat e dei cambiamenti climatici.
Così, da alcuni anni, ricerca e business hanno unito gli sforzi per riportarli nel loro ambiente naturale con liberazioni periodiche di esemplari nelle acque del Delta. Questa volta si è trattato di una ventina di anguille e una decina di storioni cobice (Acipenser naccarii) sub adulti, lunghi circa un metro e presente solamente nell’Adriatico. Entrambe sono specie classificate a rischio critico, ultimo gradino prima dell’estinzione, dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). La speranza è che ora questi esemplari possano trovare la loro strada per riprodursi, un percorso messo a rischio dall’uomo che ha costruito dighe, sterminato popolazioni e mutato gli ecosistemi. La situazione è talmente grave che la loro pesca è regolamentata se non vietata e a livello internazionale è diffuso addirittura il fenomeno del bracconaggio.
Scienziati e divulgatori insieme
I ricercatori del Centro di ricerca universitario di Cesenatico (corso di laurea in Acquacoltura e igiene delle produzioni ittiche) dell’Unibo, insieme allo staff di biologi e acquaristi dei parchi Costa Edutainment della Romagna, hanno selezionato le anguille (misurano tutte tra gli 80 e i 100 centimetri per 1,5 chili di peso) fra le migliaia studiate nel bacino dell’Alto Adriatico (a questo scopo, l’Università di Bologna ha messo a punto una “app” in grado di individuare le vere anguille migranti); le hanno allevate e cresciute nelle vasche di Oltremare. Gli storioni invece hanno tutti 10 anni di età, provengono dalla riproduzione di esemplari adulti presenti nel Parco Lombardo del Ticino e sono cresciuti nelle vasche dell’Acquario dedicate al progetto “Salva una specie – Chestorione”. Sono stati dotati di microchip, prima di essere liberati, una specie di carta d’identità per monitorarne età provenienza, crescita e spostamenti.
“L’anguilla e lo storione rappresentano una parte importante della nostra storia e del nostro patrimonio culturale – dice Oliviero Mordenti, responsabile del progetto e ricercatore del dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’università di Bologna – ogni passo verso la loro conservazione è anche un passo verso la conservazione della nostra identità e delle nostre tradizioni”.
La liberazione, nell’area Volta Scirocco, è avvenuta in occasione della giornata delle specie di pesci migratori. Ormai un appuntamento fisso al quale erano presenti i rappresentanti del Parco del Delta del Po Emilia Romagna, la Regione Emilia Romagna, il Consorzio Cer, Canale Emiliano Romagnolo, l’Associazione dei capannisti e Sera GmbH Italia che ha donato una nuova vasca di trasporto. “Con questo progetto rientriamo ogni due anni nel progetto internazionale World Fish Migration Day – spiega Cristiano Da Rugna, responsabile zoologico Costa Edutainment Romagna – si tratta di un’importante azione di reintroduzione in natura di esemplari estinti per più di 50 anni”.
L’operazione rientra nel progetto di salvaguardia e tutela “Salva una specie in pericolo” curato dai parchi Costa Edutainment, per sensibilizzare e educare il pubblico alla conservazione, alla gestione responsabile degli ambienti e alla conoscenza degli animali.