Sei stai pensando che un altro anno è passato e anche nel 2025 ci aspetta la solita solfa, se non peggiore, è assolutamente vero. Il prossimo anno, che segue quello più caldo di sempre, vedremo nuovamente fenomeni meteo estremi intensificati dalla crisi del clima, ghiacciai che si sciolgono, mari bollenti, rifugiati climatici, così come ci lamenteremo delle temperature nelle nostre città e migliaia di italiani moriranno silenziosamente per gli effetti delle ondate di calore. Non solo: la perdita di biodiversità continuerà, spesso legata alle nostre azioni, così come la plastica inonderà nuovamente i nostri mari. Già, nulla o poco è cambiato nell’ultimo anno e le grandi conferenze planetarie su clima, biodiversità e plastica, quasi sempre con scelte finali per tutelare gli interessi economici delle grandi potenze, sono risultate abbastanza fallimentari.
Dunque che fare, arrendersi e non lottare davanti alle pessimistiche previsioni della scienza, che per il 2050 dipingono un mondo sempre più caldo, privo di risorse, ultra popolato e complesso da vivere oppure provare – anche nel piccolo – a cambiare qualcosa? Premessa: le grandi decisioni che servirebbero a curare realmente i dolori della Terra – a partire dal taglio delle emissioni che passa per l’addio ai combustibili fossili – sono e devono essere prese dall’alto. Impossibile cambiare passo chiedendo uno sforzo solo ai singoli cittadini. Eppure, dato che tutto si regge sull’economia, proprio noi cittadini e abitanti del mondo abbiamo il potere di indicare, con una rivoluzione dal basso, il cammino da prendere. Ma non possiamo, come si sente dire spesso, pagare sempre di tasca nostra per questa rivoluzione: facile dire muoviamoci elettrico, efficientiamo le case o miglioriamo la nostra impronta green, ma se queste azioni non sono accessibili, economiche, fattibili, come facciamo a intraprenderle davvero?
Per smuovere quel cambiamento affinché avvenga dall’alto intanto potremmo però pensare a fare un primo piccolo esercizio per il 2025: rispettare dieci buoni propositi per l’ambiente che si possono fare anche a basso costo. E poi, a fine anno, tracciare un personale bilancio.
State di più in natura, ma osservando
Aumentate il tempo passato in natura. Mettetevelo quasi come regola: che sia una camminata lungo l’argine di un fiume, una corsa al parco, una passeggiata quando si può al mare o in montagna, tentate di immergere di più i sensi nella natura. E osservate, contate. Quanti alberi ci sono nel mio quartiere? Ce ne sono abbastanza come dice la regola del 3 per 30 per 300? Ci sono insetti, api, animali? Anche lo scorso anno era così secco il terreno? Perché nel fiume non c’è più acqua? Ponetevi domande. Perché non c’è neve o perché è troppa? Che cosa sono questi rifiuti accumulati in natura? Chiedetevi, con lo sguardo, come era un tempo quella zona senza il cemento, quanto era verde, che creature la vivevano.
Ai più piccoli, coloro che dobbiamo educare e a cui saranno lasciate le chiavi del Pianeta, raccontate cosa stanno vedendo, le piante che un tempo c’erano e ora non ci sono più, stimolateli a tuffarsi nel verde con tutti i sensi. Se vogliamo davvero avere dei buoni propositi green, anche solo come ripasso mentale dei problemi che stiamo vivendo, stiamo di più in natura e osserviamo in continuazione.
Consumare meglio, ponendovi una sola domanda
A ogni fine di luglio, più o meno, mentre ci facciamo un tuffo al mare l’umanità ha già consumato tutte le risorse che la Terra impiega un anno per rigenerare. In sostanza il 1 agosto (data del 2024) è come se tutti noi avessimo già consumato 1,7 Pianeti. Dall’acqua ai minerali, dagli alberi ai suoli, dagli animali alle terre, consumiamo costantemente. Viviamo per consumare o consumiamo per vivere?. Nel 2025 provate a interrogarvi ogni volta che, magari influenzati da qualche video social, state per fare un nuovo acquisto: mi serve davvero? Partite da qui per provare a consumare meglio, a ordinare un po’ meno cose che poi non useremo e che, anche solo per il loro trasporto, hanno un alto impatto a livello di emissioni che riscaldano la Terra.
Aggiustate la dieta, siate scoiattoli
Una recente scoperta rivela che gli scoiattoli della California sono estremamente opportunisti: nonostante consumino per lo più semi, si sono messi a mangiare topolini di campagna quando ci sono boom di popolazioni di piccoli roditori. Hanno cambiato dieta, sfruttando l’occasione. Nel 2025 potremmo essere tutti un po’ scoiattoli: opportunisti nell’inseguire la stagionalità della frutta e della verdura, magari prodotta localmente, e consumare pesce e carne sì ma solo occasionalmente, riducendo soprattutto la carne rossa che impatta come tutta l’agricoltura e gli allevamenti intensivi sia a livello di emissioni sia sulla nostra salute. E propri come gli scoiattoli, magari mangiare tante nocciole: una dieta bio basata anche sul consumo di molte nocciole e noci aiuta infatti, davvero tanto, i batteri buoni del nostro microbiota, ha raccontato una recente ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata.
Un bel copia-incolla contro le fake news
Volete davvero fare qualcosa di buono per l’ambiente? Informatevi. Leggete, documentatevi, provate a capire come i reali cambiamenti in atto stanno impattando sulla Terra. Certo, con un po’ di tempo e buona volontà si possono sfogliare i report IPCC, leggere studi scientifici, aggiornarsi tramite articoli e approfondimenti, ma si può anche fare qualcosa di molto semplice e potente: dubitare e verificare. Molto spesso basta un copia e incolla. In una epoca di informazioni distorte, di realtà aumentata e di negazionismi, dove persino alla grande conferenza mondiale del clima, la Cop29 di Baku, regnava un’aria trumpiana piena di scetticismo sulla crisi climatica, è importante capire cosa è vero e cosa no. Leggi un articolo che dice che “ha sempre fatto caldo” che quando piove troppo è “colpa della geoingegneria” oppure che “i combustibili fossili non sono il vero problema”? Bene, copia e incolla: la rete ti svelerà che il 95% degli scienziati del mondo ha idee (e prove) completamente diverse su cosa sta accadendo al nostro Pianeta.
Continuate a riciclare. Con creatività
Lo sfrenato consumismo natalizio ha un pregio: durante le feste tutti noi ci siamo imbattuti in un regalo brutto, una carta da pacco da riutilizzare, un’imbarcata di avanzi di cibo da finire. E tutti noi, magari inconsapevolmente, abbiamo cavalcato l’arte del riciclo: ri-regalando, riutilizzando, evitando gli sprechi. Un ottimo comportamento che possiamo continuare per tutto l’anno: dall’organico con cui fare il compost, dalle bottiglie di plastica che diventano un sistema per innaffiare fino al recupero di vecchi vestiti che possiamo reinventare, grazie alla creatività possiamo riciclare tantissime cose anziché buttarle via. Usando la fantasia, provate a vedere quanto riuscite a riutilizzare in un anno intero.
Sostenete una campagna, anche solo con i social
Le tre grandi crisi di cui parlavamo prima, quella climatica, della biodiversità o dell’inquinamento da plastica, sono combattute quotidianamente da migliaia di persone e centinaia di associazioni. Nel 2025 a Roma in febbraio si terrà un tentativo di concludere la Cop16 sulla biodiversità andata fallita in Colombia, poi continueranno i negoziati sul Trattato globale sull’inquinamento da plastica (anche questo finora fallito) e infine a novembre in Brasile ci sarà la Cop30 sul clima. Per tutti questi temi, così come per la salvaguardia degli animali, oppure per l’energia (vedi la questione nucleare in Italia) ci saranno campagne, lotte, manifestazioni e azioni che hanno bisogno di sostegno da parte di chi è consapevole. Dunque informatevi e, una volta presa posizione, sostenete: potete farlo partecipando, donando, oppure semplicemente anche rilanciando sui social le tematiche in cui credete per coinvolgere sempre più persone ad aprire gli occhi (e i governi a rispondere).
Elettrizzatevi
Spoiler: questo buon proposito contiene la necessità di tempo e denaro. Però c’è un però: informarsi, considerare e tentare di pianificare per il futuro non costa nulla. Anche se non lo stanno realmente facendo, i Paesi che erano presenti alla Cop28 sul clima nel 2023 conclusero con una intesa per la salute del Pianeta: triplicare la quantità di elettrificazione tramite energie rinnovabili e raddoppiare l’efficientamento energetico. In molti casi – anche se non sempre – questa strategia passa per incentivi. Pompe di calore, pannelli solari da balcone, mezzi elettrici, piccoli impianti di agrovoltaico: provate a stabilire, tra costi e benefici futuri, se è una strada percorribile anche per voi ed elettrizzatevi all’idea di cambiare, in modo green, una qualche abitudine o processo della vostra casa.
Coltivate qualcosa
Anche se non avete il pollice verde, che sia la classica piantina di basilico, i pomodorini, oppure una semplice “coltivazione” dei vostri grani di kefir, date vita a qualcosa. Un piccolo buon proposito che vi aiuterà a capire lo sforzo che c’è dietro alla produzione del cibo che consumiamo sulle nostre tavole: non solo vi darà soddisfazione mangiare qualcosa che avete coltivato voi, ma sarà anche un modo per rendervi conto della necessità – perduta – di ridare un giusto prezzo ai prodotti dell’agricoltura.
Combattete gli alieni!
Una delle principali cause di perdita della biodiversità, che rientra anche nelle azioni dell’uomo capace di aiutare spesso inconsapevolmente lo spostamento e l’invasione di determinate specie, è l’impatto delle specie aliene invasive nei territori. Tutti noi ci siamo accorti per esempio della assenza di vongole o molluschi legata all’invasione del granchio blu in Italia, oppure ai danni alle coltivazioni di animali come i parrocchetti monaco, le cimici asiatiche, nutrie o cinghiali. Ecco, a costo zero, sappiate che chiunque può contribuire ad aiutare la scienza nello studiare per tentare di porre fine al problema di determinate specie aliene: basta un telefonino, qualche fotografia e coordinate geografiche per prendere parte a molti progetti (con tanto di app che si trovano in rete) di citizen scientist, i cittadini scienziati. Come buon proposito, provate a partecipare!
Condividete (con ottimismo) e siate local
Se durante il 2025 riuscirete a centrare anche solo un paio di questi buoni propositi per l’ambiente probabilmente avrete acquisito maggiore consapevolezza sulle enormi sfide ambientali che abbiamo davanti. La cosa più bella che potete fare, anche per questa rivoluzione che può partire dal basso e deve poi essere guidata e strutturata dall’alto, è condividere questa consapevolezza. Non solo via social, raccontando le vostre esperienze o informazioni, ma anche dal vivo: al cenone di Natale, avrete più armi – basate sulla vostra esperienza personale – per controbattere alle parole dello zio negazionista. E se queste armi riuscite a condividerle nelle battaglie locali, per battervi contro i nuovi quartieri che vogliono cementificare o contro le dighe che spezzerebbero la biodiversità dei fiumi, ancora meglio: come cittadini, per affrontare le tre grandi crisi ambientali che abbiamo davanti, bisogna iniziare proprio partendo dai territori.