C’è una nuova tendenza nel mondo della vacanza verde e sostenibile: l’apiturismo. Lo certifica la ricerca appena presentata da Le Città del Miele che ha verificato l’esistenza, negli appassionati del prodotto, di un “movimento del miele” in grado di dare forma a una nuova motivazione di viaggio/vacanza all’insegna, appunto, dell’apiturismo. Un nuova frontiera del turismo che pare incuriosire i 2/3 degli intervistati interessati a una vacanza in luoghi che meritano di essere scoperti o riscoperti, guardandoli con la cultura che il miele porta con sé: dolcezza, naturalità, familiarità, quotidianità, genuinità, rispetto per l’ambiente, socialità, condivisione di un patrimonio storico, culturale e di tradizioni tramandate, in grado di affascinare anche la generazione Z.
Tante e diversificate le mete possibili. Tra Liguria e Lunigiana è nata la Strada del Miele che tocca i borghi di Calice al Cornoviglio, Mulazzo e Tresana e consente ai visitatori di vivere la presenza del miele in tutte le sue sfaccettature: dal visitare le aziende apistiche per assistere ai metodi di lavorazione del miele, con possibilità di acquisti diretti, al degustare il prodotto in ristoranti, trattorie e agriturismi situati in centri d’interesse storico e artistico ben conservati e meritevoli di essere scoperti. Nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, ad Isola Gran Sasso, è invece stata aperto un apiario, dove si possono conoscere le api e gli altri pronubi selvatici (insetti che impollinano i fiori) per apprezzarne l’importanza per la biodiversità e osservare da vicino questi operosi e utili insetti. Nella vicina mieloteca i visitatori possono invece imparare a riconoscere le molteplici caratteristiche organolettiche dei mieli uniflorali e tipici del territorio, nonché perdersi negli aromi di erbe e fiori di montagna dei numerosissimi millefiori prodotti nelle aree protette.
A Chatillon, in Valle d’Aosta, si può abbinare la degustazione dei mieli di montagna alla visita del novecentesco castello Gamba, con i suoi affascinanti giardini, e del ben più antico maniero di Ussel che incombe sul centro abitato. A Lazise, sul lago di Garda, oltre a visitare le aziende dove si raccolgono i mieli di acacia, castagno e millefiori, si possono ammirare le fortificazioni medievali che proteggevano il borgo, l’antica Dogana Veneta a ridosso del Porto vecchio, il bel lungolago e la suggestiva chiesetta romanica di San Nicolò. Montalcino non è solo celebre per i suoi pregiati vini ma oltre alle cantine vanta numerosi alveari dove nascono ottimi mieli. E tra una degustazione e l’altra ci si può fare incantare dalla fortezza con i camminamenti di ronda visitabili, dalla piazza del Popolo, su cui svettano il turrito Palazzo dei Priori e le arcate gotiche delle Logge. Che dire poi di Lubriano, la casa antica degli apicultori etruschi arroccata su una rupe tufacea nel Lazio tra la Valle del Tevere e il lago di Bolsena, al confine con l’Umbria, che offre ai visitatori un percorso guidato alla scoperta delle acque, dei fiori e delle erbe della suggestiva Valle dei Calanchi.
In Sicilia si può fare tappa a Zafferana Etnea, ai piedi del grande vulcano, dove provare i mieli di agrumi, carrubo, sulla ed eucalipto e raggiungere a piedi la colata lavica del 1991/93 e altre emergenze naturali del territorio. A Guspini, in Sardegna, la possibilità di farsi raccontare dagli apicultori la storia di mieli rari come quelli di mirto, corbezzolo, cardo o cisto, si unisce alla visita degli spettacolari impianti minerari dismessi di Montevecchio e ai diversi nuraghi presenti sul territorio comunale. L’apiturismo è quindi già una realtà, particolarmente adatta alle gite fuoriporta o alle brevi vacanze del prossimo autunno.