Locride, per molti italiani una parolaccia. Per questo hanno deciso di chiamarlo così, invece di un più neutro Ostello della Gioventù. Poi hanno aggiunto il prefisso Eco, ma ci stava bene anche Bio. E finalmente, i giovani delle cooperative sociali del Consorzio Goel lo hanno inaugurato, nel segno della sostenibilità. 15 camere triple con bagno e Android box, niente plastica, carta al minimo e tutta riciclata, pannelli fotovoltaici, solare termico, lavagne digitali, postazioni per diversamente abili, biancheria certificata secondo il protocollo internazionale Gots. E cioè: prodotta solo con fibre naturali, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.
Tutto questo dentro un palazzo bianco e rosso al centro di Locri con una grande scritta verticale, fu confiscato a una famiglia di ‘ndrangheta nel 2005. Lunga è stata la strada per ottenerlo: deserta una prima gara, Goel vinse la seconda. Il suo presidente Vincenzo Linarello la spiega così: “E’ un progetto di sostenibilità ambientale e sociale, e questo lo rende quasi unico in Italia. Ma l’etica non può essere settoriale: a questo risultato sono arrivate persone svantaggiate, associazioni e aziende antimafia”.
Il palazzo rinasce al centro della cittadina, che fu centro della Magna Grecia, fondata da coloni del Peloponneso, anzi leggenda vuole che siano state le donne, stanche della guerra dei loro mariti. Locri conserva la bellezza delle sue rovine antiche, sopporta o forse tollera quelle moderne. Un Ostello del genere porta tanti ragazzi insieme a un messaggio: la Calabria non è perduta come vi hanno detto al bar o sui social.
Michele De Santis, direttore tecnico del tour operator Turismo Responsabile de “I Viaggi del Goel” ha già visto arrivare tanti giovani: “Scoprono una Calabria inaspettata, rimangono sorpresi dall’accoglienza e dal paesaggio. Gli studenti del Liceo “Casiraghi” di Cinisello Balsamo hanno fatto il bagno a marzo. Una volta mi hanno chiesto ‘Qual è il look dello ‘ndranghetista?’ Un’occasione per spiegare come alcuni vecchi stereotipi come ‘coppola e fucilè siano ormai datati”. La mafia porta la giacca ed è ovunque, e ovunque si combatte.
Pochi giorni dopo l’assegnazione, è stato danneggiato gravemente l’impianto idrico. Goel ha risposto con una festa e la consegna delle chiavi, alla presenza del sindaco Giovanni Calabrese. Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud, dice: “Vedo a Locri il coraggio di non arrendersi e la capacità di sperimentare soluzioni ed energie alternative”.
Resta da capire perché l’ostello diventi eco. La risposta sarebbe scontata, ma allora perché non lo fanno tutti? Diventa eco sicuramente perché ha dietro una filiera di aziende e cooperative che guardano al futuro e alla conservazione del pianeta. Perché la Fondazione con il Sud e quella dedicata a Peppino Vismara hanno messo la loro attenzione e il loro impegno su questo angolo della costa jonica. Ma anche perché l’ostello ha l’ambizione di attirare “digital nomads”, smartworkers e southworkers. In una parola, professionisti che si portano il lavoro dietro, che hanno voglia di viaggiare e di scoprire nuovi posti. Ci sono giovani manager che al tempo del Covid non hanno nemmeno avvertito la loro azienda di aver cambiato residenza. Sono loro le persone che possono riabitare questi luoghi, e si sa che la Calabria ha bisogno di essere riabitata. Ma deve offrire strutture all’avanguardia, con connessioni ad alta capacità e velocità.
Goel sembra aver studiato ogni particolare: controllo della qualità dell’aria, vetri coibentati, luci a led, sensori, schede elettroniche e asciugamani ad aria negli spazi comuni, riduttori di flusso per l’acqua dei bagni e acqua potabile filtrata ovunque, dispenser e non plastica per i saponi, cosmetici e detersivi bio. Perfino la tenda da sole del terrazzo è stata prodotta con plastica riciclata. E poi, naturalmente, colazione, pranzo e cena a chilometro zero. Toccherà farne qualcuno di chilometro – si arriva anche in treno, un percorso a due passi dal mare – per scoprire un lembo di Italia dimenticata.