Nel breve periodo occorrerà puntare sui carburanti alternativi e sul sostegno di fondi pubblici, mentre nel medio-lungo termine arriveranno a maturazione tecnologie innovative come l’idrogeno in turbina. La decarbonizzazione del settore aereo entro il 2050 è un obiettivo raggiungibile se verranno messe in campo misure adeguate e se, soprattutto, vi sarà il pieno coinvolgimento di tutti gli attori della filiera.
Lo studio
È il messaggio emerso dallo studio del dipartimento Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano realizzato per il Patto per la Decarbonizzazione del Trasporto Aereo, osservatorio promosso da Aeroporti di Roma che raggruppa player industriali, stakeholder istituzionali, associazioni, rappresentanti del mondo accademico, con il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica, del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e dell’Enac. L’analisi è stata presenta nel corso del primo congresso annuale del Patto che si è svolto presso il Terminal 5 dell’aeroporto di Fiumicino.
Lo studio realizzato dal Politecnico di Milano comprende un modello matematico che delinea nell’arco temporale fino a metà secolo quale dovrà essere il mix tecnologico che il settore aereo dovrà adottare con la relativa massimizzazione della fattibilità tecnico-economica. In base a questo, è stato possibile definire gli strumenti indispensabili per procedere nel cammino della decarbonizzazione, a cominciare da politiche che, anziché basarsi su misure restrittive, consentano la necessaria espansione e sviluppo del trasporto aereo attraverso la definizione di regole certe ed obiettivi chiari e vincolanti, concretamente realizzabili attraverso target intermedi.
Gli interventi necessari
Tra i terreni di intervento a livello normativo, ne sono stati individuati tre. Per quel che concerne Fit for 55, la proposta è di apportare correttivi per evitare che un’opportunità per l’armonizzazione delle regole a livello europeo, si traduca in uno svantaggio competitivo del settore con perdita di connettività e spostamento del traffico su hub extra-europei. Quanto alla tassonomia, la richiesta è di ampliare il perimetro delle attività ecosostenibili dei gestori incluse nel sistema di classificazione introdotto dalla Tassonomia europea, mirata a garantire affidabilità, coerenza e comparabilità delle attività per proteggere investitori privati dal greenwashing e aiutare le aziende nella transizione sostenibile. Infine, per favorire uno sviluppo ulteriore delle energie rinnovabili occorre individuare idonei percorsi approvativi facilitati per consentire ai gestori aeroportuali di poter disporre di impianti di produzione di energia rinnovabile realizzati negli scali.
Gli sviluppi tecnologici
Il Patto chiede di evitare nuove tasse che gravino sul trasporto aereo, reindirizzando i proventi derivanti dalle tasse di scopo già presenti a sostegno degli investimenti di sostenibilità del settore. In aiuto possono arrivare gli sviluppi tecnologici, a cominciare dal Saf (bio-fuel), la cui diffusione andrebbe agevolata permettendo di sostituire progressivamente l’impiego di carburanti tradizionali. Occorre, inoltre, supportare, nel medio termine, la ricerca e lo sviluppo di vettori energetici alternativi per la propulsione degli aeromobili (idrogeno e l’elettrico). Nonché sviluppare, nell’ambito dei piani di sviluppo aeroportuali, interventi a supporto dell’intermodalità ferro-aria a sostegno dei voli di medio-lungo raggio e modalità elettrica/alternativa per raggiungere gli aeroporti.
Gli obiettivi del Patto
Dato il ruolo centrale del trasporto aereo per lo sviluppo dell’economia e del tessuto sociale, la capacità di favorire lo sviluppo del commercio e degli investimenti diretti all’estero, di alimentare la crescita dei mercati, di agevolare una maggiore competizione e maggiori trasferimenti di tecnologie e conoscenze, il Patto è nato con l’obiettivo di definire un percorso che renda compatibile lo sviluppo della connettività e della produttività a livello planetario con la tutela dell’ambiente.
L’impegno di Atlantia
“Ben vengano eventi come questo anche perché la collaborazione lungo tutta la filiera e il lavorare verso un obiettivo condiviso è assolutamente necessario per riuscire a raggiungere questi obiettivi molto sfidanti, possibili, necessari, ma molto sfidanti – ha sottolineato durante il suo intervento la chief sustainability officer di Atlantia, Katia Riva – La strategia di Atlantia è di essere un attore importante nel creare le condizioni per una mobilità più sostenibile nel futuro. Le infrastrutture di trasporto, che è l’ambito in cui opera Atlantia con le sue aziende, sono essenziali per garantire questo grande cambiamento”.
Secondo Marco Troncone, ad di Aeroporti di Roma, “per non trovarsi spiazzato dall’incremento delle emissioni nel breve termine, il settore aereo deve trovare al suo interno le risorse per la decarbonizzazione; tutti gli stakeholders devono essere proattivi nel definire una roadmap condivisa”.
Il presidente di Adr, Claudio De Vincenti, si è invece soffermato sull’importanza della decarbonizzazione, che va perseguita con “visione e concretezza. Il percorso del trasporto aereo”, ha aggiunto, “è difficile, impegnativo ma è possibile farlo”.
Infine per il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, la decarbonizzazione del settore aereo è “un tema cruciale su cui stanno lavorando l’Ue e le organizzazioni internazionali per garantire un futuro al settore”. Secondo Giovannini bisogna dividere in due fasi gli investimenti per la decarbonizzazione del settore. “Fino al 2030 sono previsti investimenti di abilitazione, dobbiamo abilitare e preparare il terreno. Sono investimenti che non comportano necessariamente una riduzione delle emissioni. Gli investimenti veri arriveranno dal 2030 in poi”, ha concluso.