La tecnologia digitale ha cambiato in profondità le nostre vite, ma in alcuni casi è diventata così pervasiva da creare danni che sopravanzano i vantaggi: soprattutto dopo la pandemia i problemi derivanti dall’iperdigitalizzazione stanno colpendo un numero sempre più grande di persone. Medici e psicoterapeuti si trovano a gestire pazienti di ogni età con sintomi fisici e psichici legati direttamente all’eccesso di esposizione alle tecnologie: tra i principali aumento del battito cardiaco, sudorazione, pupille dilatate, salivazione ridotta, senso di ansia e frustrazione, alterazione del ciclo sonno-veglia e dei processi cerebrali, affaticamento degli occhi, emicranie frequenti, difficoltà di concentrazione e calo della produttività. Tutti sintomi che si avvicinano in alcuni casi a quelli provocati dalle tossicodipendenze e colpiscono sempre più spesso i giovani: il 50% degli under 24, secondo la piattaforma di ricerca Dscout, si sveglia in piena notte per leggere gli aggiornamenti social ed è in crescita il fenomeno del “vamping”, che spinge a restare svegli tutta la notte scorrendo le pagine web. In Italia, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale adolescenza, 6 adolescenti su 10 restano spesso svegli fino all’alba per chattare, parlare e giocare online con amici e sconosciuti.
La “cura” per questi eccessi passa dalla riscoperta della natura: sempre più persone sentono l’esigenza di staccare e rigenerarsi, cercando un contatto più diretto e vero con l’ambiente circostante. È quello che accade in Fruscìo, il nome di un suggestivo itinerario che si sviluppa nel parco delle Pozzatine in Val di Rabbi, valle laterale della Val di Sole, in Trentino. Al suo interno sorgono sette postazioni sonore ed esperienziali pensate per amplificare i rumori del bosco, che sono state inaugurate nel secondo weekend di giugno.
Le postazioni sono immerse in una foresta di abeti e larici all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio e consistono in una serie di installazioni, come campane di legno, carillon giganti collegati agli alberi, tamburi ricavati dai tronchi, grandi trombe per amplificare i rumori del bosco. Il percorso attraversa anche una sorta di anfiteatro circolare in metallo lucido che riflette il paesaggio circostante e ricorda uno specchio d’acqua, e poi passa attraverso un “campo triangolare” che comprende tre elementi verticali in legno riforniti di libri, riviste e oggetti vari da poter fruire contemplando il panorama circostante. L’ultima tappa è particolarmente suggestiva e rappresenta un omaggio al Maestro Arturo Benedetti Michelangeli: i visitatori possono ammirare – ma non suonare – un pianoforte a coda, incastrato su una conifera a 10 metri di altezza.
Ognuna delle sette postazioni sonore è associata, nell’idea degli organizzatori, a uno dei sette Chakra, i centri di energia presenti nel corpo umano secondo le filosofie orientali. L’obiettivo, spiega Sara Zappini, direttrice delle Terme di Rabbi, è “portare le persone ad ascoltare il silenzio offerto dai boschi e i suoni degli elementi naturali contro il bombardamento sonoro quotidiano. Una sorta di silenzio terapeutico”. “Il parco sonoro di Rabbi è un percorso di immersione nella foresta”, aggiunge Emanuele Lapiana di O Suono mio, società ideatrice del progetto insieme allo studio di architettura Raro. “I visitatori potranno aumentare il proprio benessere interiore sia attraverso i percorsi sonori, sia attraverso la riscoperta dei silenzi della foresta e alcune esperienze fisiche che saranno proposte in collaborazione con le terme: abbraccio degli alberi, meditazione, lettura”.
L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con Terme di Rabbi e Azienda per il Turismo della Val di Sole, Comune di Rabbi e Parco nazionale dello Stelvio trentino, e si inserisce in un progetto più ampio che punta a includere altre esperienze che utilizzino il turismo per veicolare benessere psicofisico, sempre facendo riferimento a solide basi scientifiche. “Vogliamo che tutti i prodotti offerti siano coerenti con questo obiettivo. Solo con un approccio ‘olistico’ possiamo davvero trasformare Rabbi nella Valle del benessere naturale diffuso”, ha sottolineato Zappini.
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“In tanti ci hanno chiesto se il parco sonoro in Val di Rabbi fosse qualcosa di necessario. Probabilmente no, non serviva perché questo luogo è già meraviglioso di per sé, ma Fruscio vuole essere qualcosa in più, che rende ancora più unico il parco delle Pozzatine e permette di ascoltarlo e di viverlo da un altro punto di vista”, dice Fabio Sacco, direttore dell’Azienda per il Turismo della Val di Sole. “Crediamo che la montagna sia una terapia naturale, che permette di reincontrarsi, reincontrare se stessi non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale, in quella che può essere davvero una vacanza di rigenerazione”.