Di social network che partivano dalle mappe per raccogliere gli interessi delle persone se ne sono visti parecchi, nel corso degli anni. Il più noto è stato probabilmente Foursquare – che in realtà è ancora in piedi con una strategia differente. Eppure, come giustamente spiega TechCrunch, le dimensioni della socialità e della localizzazione sono naturalmente intrecciate. Ecco perché adesso ci riprova Atly a combinare in modo efficace e soprattutto veloce le due dimensioni. Si tratta di un’applicazione lanciata nel 2019 in Israele e che punta a farci scoprire i posti più di tendenza o più utili mentre stiamo esplorando una città o un territorio. Ma a farlo, appunto, in modo semplice e veloce. Il payoff recita “discover new favorite places, fast”.

Nell’ultimo triennio Atly si è assicurata 18 milioni di dollari di finanziamenti per rilanciarsi dopo il periodo pandemico (ha anche cambiato nome, prima era nota come Steps) e già in fase di open beta ha raccolto un certo movimento. Ristoranti, noleggi di bici, negozi di dischi, abbigliamento ricercato ma a buon prezzo, rooftop panoramici ma pure toilette pubbliche e percorsi di hiking: c’è un po’ di tutto su Atly, che è una piattaforma pensata anche per accorciare il problema con cui di solito ci confrontiamo sui social come Instagram o TikTok. Se è vero che anche in quei casi non mancano le geolocalizzazioni o i tag navigabili attraverso i quali scoprire quel posto meraviglioso in cui chi seguiamo sta trascorrendo la serata o le vacanze – o semplicemente una parte della giornata nella città dove abita – è anche vero che spesso il passaggio non è del tutto lineare e che il più delle volte finiamo per cercarlo su Google o Bing.

“Atly consente alle comunità e alle persone di tutto il mondo di trovare i luoghi che desiderano – ha spiegato a Travel + Leisure Uriel Maslansky, Ceo e co-fondatore dell’app – stiamo combinando i contenuti generati dagli utenti su una mappa basata sulla posizione per rendere l’esperienza di ricerca dei luoghi molto più semplice”. Attraverso il web o l’app per smartphone gli utenti possono dunque creare la propria community specifica per un certo tema o argomento, dopodiché diventano gestori di quella specifica community (controllano fra l’altro le regole per il coinvolgimento e le autorizzazioni su ciò che gli altri utenti possono fare in quella community). Una specie di Reddit per il mondo reale e per i luoghi del turismo, del tempo libero, della cultura e dello svago.

“Ci piace fare riferimento ad Atly come il figlio dell’amore di Reddit e Google Maps – ha aggiunto proprio a TechCrunch Maslansky, con un tocco di ironia – i gestori della comunità ampliano la loro mappa condividendola con amici, familiari, follower sui social media e membri della comunità”. In modo che scovare un posto particolare, una gemma nascosta o banalmente un servizio utile non sia più un labirinto sui social più popolari ma appunto il frutto della condivisione di dritte e consigli fra utenti. Le comunità sono già 6.500 in tutto il mondo: c’è da crescere in termini di gelocalizzazione, visto che New York fa la parte del leone (e se siete in partenza per la Grande Mela vale la pena scaricarla). Ma sta investendo in altre località chiave, negli Stati Uniti che è ovviamente il mercato di partenza e altrove.

Atly sta inoltre introducendo una serie di nuove funzionalità e si sta anche preparando a lanciare nuovi strumenti di gestione e monetizzazione della community nel prossimo trimestre, dando un primo assaggio di come la piattaforma intenda integrarsi con le attività fisiche. Ovviamente la competizione è enorme, a partire appunto da Facebook, Instagram, TikTok e Reddit che però, in effetti, non sono stati pensati né progettati secondo un approccio per così dire geografico. Cioè trovare i posti in cui vediamo gli amici, gli utenti comuni o gli influencer che seguiamo – e magari trovarne anche di simili nella stessa zona – costituisce sempre un passaggio in più rispetto al contenuto proposto nel feed dei colossi social. Nel caso di Atly il feed è costituito dalla mappa: “Eravamo frustrati dall’idea che i contenuti generati dagli utenti toccassero ogni aspetto fondamentale della nostra vita ma mancassero di uno degli aspetti principali: mappare e trovare i posti giusti dove andare” ha concluso Maslansky. “A causa di questa esigenza di base, le persone” hanno hackerato le funzionalità “per trovare e condividere queste informazioni su piattaforme come Instagram, Reddit, Facebook, piattaforme che non sono mai state pensate per condividere o consumare informazioni basate sulla posizione”. Adesso c’è qualcosa che colma quel vuoto, buona per i turisti, i visitatori occasionali o chi vive in una grande città.