Per amore, divieto di abbracci. Nello storico Lone Pine Koala Sanctuary di Brisbane, uno dei più importanti al mondo dove centinaia di star si sono fatte immortalare con un koala in braccio, la direzione del parco ha appena deciso di vietare l’iconico momento, per i visitatori, dell’abbraccio con gli animali. Una scelta che è nata – ed è davvero una buona notizia – direttamente dalle opinioni di turisti e visitatori. Il direttore generale del santuario, Lyndon Discombe, spiega infatti come negli anni fra le persone sia cresciuta la consapevolezza, in maniera sempre più forte, sul fatto che abbracciare i koala possa provocare per i marsupiali stress e fastidio.
“Ci piace che ci sia un cambiamento tra gli ospiti locali e internazionali che vogliono vivere da vicino la fauna selvatica australiana, ma non necessariamente in prima persona, ma semplicemente lasciando fare ai koala ciò che sanno fare meglio: mangiare, dormire e rilassarsi nel proprio spazio”, ha spiegato Discombe.
Fondato nel 1927 questo santuario, centro di recupero e parco dove vivono i koala, in quasi un secolo è stato visitato da tantissime celebrità accorse per vedere gli animali ma anche, come testimoniano innumerevoli scatti, per farsi ritrarre con i koala in braccio. Si va da Mikhail Gorbachev a Vladimir Putin, da Taylor Swift a Jackie Chan, da Eric Clapton a Peng Liyuan, moglie del presidente cinese Xi Jinping. Anche Papa Giovanni Paolo II aveva abbracciato un tenero koala di Lone Pane, idem per i tennisti Roger Federer o Maria Sharapova.
Per molto tempo – anche per i turisti – l’esperienza dell’abbraccio con i koala è stato dunque un “must” del santuario. Nel parco naturale del Queensland era infatti diventata una tappa finale e un momento celebrativo messo a disposizione dalla struttura con la possibilità di una piccola “coccola” con i koala.
Anche grazie alle ricerche scientifiche e agli studi sull’animale iconico dell’Australia ci si è però resi sempre più conto, nel tempo, di come per animali notturni e solitari, che dormono per la maggior parte del giorno e seguono ritmi lenti, anche un semplice abbraccio poteva essere una forte fonte di stress. Una informazione sempre più diffusa che ha rafforzato nei visitatori la consapevolezza che forse, per amore dei koala, quel gesto o quel selfie di rito poteva essere evitato. Così da questo mese la struttura di Brisbane, che si autodefinisce “primo santuario dei koala al mondo”, non offrirà più questa possibilità di esperienza proprio dopo aver ricevuto “un forte feedback dagli stessi visitatori”.
Per i gruppi di conservazionisti e per le associazioni animaliste è un ottimo segnale e la speranza è che questa pratica, dicono, possa essere presto eliminata gradualmente in tutto il Paese (in alcuni stati è già vietata). Da ora in poi bisognerà dunque accontentarsi di poterli semplicemente osservare, anche se c’è chi teme ripercussioni sul turismo.
Uno studio di dieci anni fa stimava che i koala, come fonte di attrazione per i visitatori, valessero quasi 2 miliardi di dollari all’anno e 30mila posti di lavoro. Va anche detto che però nel frattempo le condizioni dei koala sono peggiorate, sempre e soprattutto per le attività antropiche che – dalla crisi del clima innescata dall’uomo sino al disboscamento – hanno ridotto l’habitat dei marsupiali.
I koala rischiano di estinguersi: l’Australia li dichiara specie in pericolo
Fortemente colpiti dalle ripetute stagioni degli incendi, oltre che da malattie e altre minacce come la siccità, si stima che in natura siano rimasti 50mila esemplari e la specie è considerata “in pericolo” soprattutto nella zona orientale dell’Australia. In alcuni stati, sostengono inoltre i conservazionisti, fra pochi decenni potrebbero addirittura estinguersi.
Dal 1997 nel Nuovo Galles del Sud sono in vigore regole che vietano già la presa in braccio dei koala da parte dei visitatori, mentre nel Queensland continua ad essere una pratica comune nelle strutture che ospitano gli animali. In alcuni parchi, come Dreamworld, farsi immortalare mentre si coccola un marsupiale costa circa 25 euro. Allo stesso tempo, le strutture (almeno nel Queensland), devono per legge garantire che l’animale non venga esposto agli abbracci per più di 30 minuti al giorno, così come vanno rispettati tre giorni di fila di “riposo” oppure non vanno assolutamente toccate le femmine con piccoli.
Mentre dal 1° luglio la pratica sarà vietata a Lone Pine – che promette di offrire un’esperienza ravvicinata ma senza più contatto fisico -in varie altre strutture del Paese l’abbraccio sarà ancora possibile. La speranza delle associazioni a protezione degli animali è però che l’esempio del santuario spinga in qualche modo il governo a fare un passo indietro e abolire per sempre la possibilità del famoso abbraccio.
“Il futuro del turismo naturalistico è vedere gli animali selvatici in libertà” ricorda Suzanne Milthorpe della World Animal Protection (WAP), mentre secondo la dorsale australiana del Fondo internazionale per il benessere degli animali (IFAW) “nel mondo ideale i koala non avrebbero mai contatti tali con gli esseri umani. Abbiamo bisogno che il governo del Queensland consegni questa pratica crudele ai libri di storia”.