Anche a febbraio i dati di vendita delle auto con la spina, elettriche e ibride plug-in, crescono in Italia. Ma la loro penetrazione su scala nazionale resta irrisoria rispetto a quella di altri Paesi europei. Secondo le ultime statistiche di Acea, l’associazione costruttori europei, l’Italia si colloca in fondo alla classifica Ue per diffusione di veicoli Ecv, ovvero auto elettriche pure e ibride plug-in, con una quota di mercato dell’8%, lontana non solo da Germania, Regno Unito e Francia (con quote rispettivamente al 21,5%, 22,9% e 23,8%), ma anche dalla Spagna (11%). L’ultimo posto per l’Italia vale anche nel bimestre con una quota di Ecv al 7,6%, contro il 18,5% della Germania, 21% del Regno Unito, 23,1% della Francia, 11% della Spagna.
Ripresa in corso
Analizzando i dati, a febbraio le auto elettriche vendute nel nostro Paese sono state in tutto 4.914, il 54,7% in più rispetto allo stesso mese del 2022 quando non andarono oltre quota 3.177. Positivo anche il confronto sul cumulato di questo 2023: +20,8% con 8.258 immatricolazioni contro le 6.835 dello scorso anno. Sempre per le vetture a zero emissioni, a febbraio la quota è stata del 3,7% (nel 2022 era del 2,8%), mentre nel periodo gennaio-febbraio è stata del 3,1%, come l’anno prima. Meno decisa è stata invece la crescita delle ibride plug-in che a febbraio hanno confermato i risultati del 2022: 5.615 unità contro 5.493, con un +2,2%. A livello di quota, questi modelli hanno chiuso il mese al 4,2% (erano al 4,9% nel febbraio del 2022) e guardando i dati da inizio anno si sono attestate al 4,5% (nel periodo gennaio-febbraio 2022 erano al 5%).
Il peso degli incentivi
I numeri sulle nuove immatricolazioni però non dicono tutta la verità. Anzi, a prima vista, possono fuorviare. Il discorso cambia infatti se si analizza la dinamica degli incentivi statali. Da qui si scopre che dal 6 febbraio sono esauriti ufficialmente i fondi messi a disposizione per chiedere gli incentivi sulle auto nuove le cui emissioni omologate di CO2 rientrino nella fascia da 61 a 135 g/km; quindi, i modelli più diffusi e richiesti: motori solo termiche, mild hybrid o full hybrid. Si trattava di 150 milioni di euro, si potevano richiedere dal 10 gennaio 2023 per gli ordini d’acquisto eseguiti dal 1° gennaio.
Al 7 marzo, ultimo dato disponibile, sono invece ancora disponibili circa 179 milioni per l’acquisto di autovetture da 0 a 20 grammi (quindi solo le elettriche) e più di 228 milioni per le auto da 21 a 60 grammi per chilometro di anidride carbonica (di conseguenza, solo le ibride plug-in). Infatti, dalla piattaforma dell’Ecobonus risultano prenotati appena il 5,70% dei fondi per le auto elettriche e il 2,80% dei fondi per le ibride plug-in destinati ai privati. Si nota invece un interesse maggiore per i contributi destinati alle persone giuridiche per attività di car sharing e autonoleggio, a dimostrazione dell’importanza delle società di noleggio nella diffusione dei veicoli più ecologici.
I dati confermano dunque la tendenza del mercato emersa nel 2022: i fondi per le auto termiche si esauriscono molto rapidamente, mentre quelli per le elettriche e le ibride plug-in restano sottoutilizzati. Il totale dei fondi stanziati per l’Ecobonus è di 630 milioni di euro. Ci sono anche altri 40 milioni a disposizione per installare infrastrutture di ricarica domestica per i veicoli elettrici, quindi wallbox o colonnine: si tratta di 1.500 euro per le abitazioni singole e 8.000 per i condomini.