È uno dei simboli riconoscibli di Bangkok, la vecchia stazione di Hua Lamphong. Inaugurata 105 anni fa, opera di due architetti torinesi, quei Mario Tamagno e Annibale Rigotti che cambiarono letteralmente i connotati della capitale thailandese all’inizio del XX secolo, quando l’allora re (del Siam) Chulalongkorn, unico sovrano indipendente dell’area, volle modernizzare la sua città ma senza impiegare la tecnologia e la cultura delle due superpotenze – Francia e Inghilterra, che dominavano le terre confinanti – e si innamorò della città sabauda durante una visita ufficiale.

Lo storico hub ferroviario sta però per cedere il passo. Nei prossimi giorni, l’ultima data indicata è il 23 dicembre, smetterà di essere il più importante nodo ferroviario del Paese, sostituita dalla nuova Bang Sue Grand Station. Costruito 8 km a nord, il neonato hub ha inesorabilmente tutti i numeri dalla sua parte. Estesa su ben 520 ettari – sarà la più grande del Sud-est asiatico – si sviluppa su 4 piani, conta 12 banchine da 600 metri, per un totale di 24 binari, capaci di accogliere in simultanea 40 treni. Il tutto per una capacità massima di 600mila passeggeri al giorno, più di 10 volte quelli che era in grado di mettere in viaggio Hua Lamphong. Tra le ultime “performance” di cui è stata protagonista, la partenza di un treno a vapore commemorativo del penultimo re, Bhumibol Adulyadej, scomparso nel 2016.

Bangkok dismette la storica stazione di Hua Lamphong: la progettarono i torinesi Tamagno e Rigotti

La completa elettrificazione del servizio e l’arrivo dell’alta velocità made in China completano il quadro. Un primo tratto di 220 km, tra la periferia Nord della capitale e U-Tapao, nel Rayong, potrà essere coperto in un’ora scarsa. La fase iniziale del progettto consta nella creazione di 250 km dalla capitale a Nakhon Ratchasima, verso nord; da qui altri 356 km di strada ferrata ad alta velocità raggiungeranno Nong Khai. Alla fine, il confine con il Laos verrà raggiunto in 3 ore, contro le 9 necessarie oggi. Il tutto, come parte della Belt and Road Initiative, il piano colossale di Pechino che ha portato alla creazione di imponenti infrastrutture nei Paesi in via di sviluppo, e che pure sta incontrando non pochi rallentamenti.

Ma se la ragione non lascia via di scampo, il cuore non è dello stesso avviso. Gli abitianti della capitale thailandese sono molto affezionati a Hua Lamphong, che nella sua storia annota, tra l’altro, la trasformazione della sua grande fontana esterna in rifugio antiaereo, durante la seconda guerra mondiale, e la creazione, al suo interno, di un hotel che è stato usato da viaggiatori e uomini d’affari per oltre 40 anni, dal 1969. Per locali e non solo, Hua Lomphong era il capolinea di molte fughe verso la lentezza. Itinerari notturni, come quello tra la settentrionale Chiang Mai e la capitale, con arrivo a Bangkok alle 6.30 erano piacevoli e apprezzati anche da turisti e residenti occidentali. La posizione centralissima era un’altra freccia all’arco dell’infrastruttura uscente, nonostante nuove linee del trasporto pubblico (metropolitana Mrt e linea sopraelevata Bts) siano state implementate in funzione della nuova stazione ferroviaria.

Il treno commemorativo in ricordo del re Bhumibol Adulyadej (afp)

Il malcontento degli abitanti di Bangkok ha ottenuto le prime promesse. Hua Lomphong, che nel periodo di transizione del traffico verso Bang Sue manterrà il 22 per cento del traffico attuale. E in seguito – ha garantito il governo – non verrà dismessa, in quanto patrimonio culturale del Paese e dell’opera del Rama V (il quinto re della dinastia, che la volle ma non poté vederla in funzione). Una prima udienza sul destino della struttura si terrà il 15 dicembre, tra le possibilità c’è quella di creare un museo a tema e/o un centro commerciale.

Nata “sulle ceneri” di una stazione preesistente a Hua Lamphong, Bang Sue Grand Station è stata approvata nel 2010. Completata, a livello di strutture edili, a fine dicembre 2020, ha accolto il suo primo pubblico – paradosso figlio dei tempi – dal maggio scorso, come hub di vaccinazione anti-Covid. Dall’estate funziona sperimentalmente la stazione della linea rossa della metropolitana Srt.

(ansa)