Non solo mare cristallino, spiagge e calette da sogno, lo struggente barocco di Lecce e i fiabeschi borghi conosciuti in tutto il mondo, come Otranto, Gallipoli e Ostuni. Il Salento ha anche un volto nascosto e discreto, poco affollato e ancora capace di ammaliare il viaggiatore curioso. Il nostro viaggio alla scoperta di questo Salento insolito parte da Nardò, gioiello del barocco salentino conosciuta anche come la “piccola Lecce”. Raccolta attorno al cinquecentesco Castello degli Acquaviva eretto per proteggerla dalle incursioni turche, con l’antico fossato riempito e trasformato in giardino, vanta un orto botanico ottocentesco con forme vegetali rare e l’Ortus Sallenti, collezione di specie floristiche autoctone. Da vedere anche le chiese barocche di San Domenico e Santa Chiara, la cattedrale di Santa Maria Assunta e la bella piazza Salandra, circondata da edifici barocchi, con archi, balconi e logge in stile rococò e dominata dalla guglia della chiesa dell’Immacolata. L’edificio più antico che guarda la piazza è il Sedile, costruito nel Cinquecento, come sede del governo civico. Mezz’ora di auto ed eccoci a Galatina, città d’arte e di tarantismo, con il centro storico che si presenta al visitatore come un vero e proprio museo all’aperto. Il monumento più importante è la basilica di Santa Caterina d’Alessandria, edificata a partire dal 1383 in stile romanico pugliese, con tre portali intagliati in pietra leccese. Ma l’edificio più interessante è la chiesetta dedicata a San Paolo, conosciuta come la cappella delle tarantate a causa della presenza di un pozzo miracoloso la cui acqua, secondo la leggenda, aveva il potere di guarire le donne pizzicate dalla tarantola.
Oltre ai due celebri monumenti Galatina regala ai visitatori il piacere di una passeggiata tra i vicoli e le viuzze del centro storico, sulle quali si affacciano diversi eleganti palazzi. Poco lontano si incontra l’antica città bizantina di Maglie. Il centro storico si raccoglie attorno a due piazze: quella dedicata ad Aldo Moro, a cui la città ha dato i natali, e quella che prende il nome di Francesca Capece, ultima feudataria di Maglie che alla morte del marito donò tutti i suoi averi al Comune. Assolutamente da vedere il settecentesco palazzo Capece e il palazzo Sticchi-Ruberti, dove ha sede il museo civico di paleontologia D. De Lorentiis, che custodisce numerosi reperti che testimoniano l’insediamento dell’uomo nella regione tra il Neolitico e l’Età del Bronzo.
Proseguendo verso sud si passa da Casaranello, dove si trova la chiesa di Santa Maria delle Croce, uno dei luoghi di culto cristiano più antichi al mondo, ricco di mosaici paleocristiani ed affreschi bizantini e gotici, e si giunge a Specchia, posta in posizione dominante, su una collina alta 130 metri. Il suo nome deriva dalle misteriose specchie, cumuli di pietre a secco di origine messapica che si ipotizza possano essere stati usati come sepolcri di morti in battaglia o come torri di vedetta o di avvistamento. Il centro storico di impianto medievale, uno dei più belli del Salento, è raccolto attorno al Castello Protonobilissimo Risolo ed è fatto di scalinate, corti, vicoli e case imbiancate a calce. Facendo rotta verso la costa adriatica si incontra Tricase, borgo nato nel 1030 dall’unione di tre casali alleatisi per difendersi da invasioni e saccheggi saracene. L’edificio più imponente è Palazzo Gallone, costruito come fortezza nel XIV secolo e quindi trasformato in dimora nobiliare.
Circondato da un possente muro e un fossato di difesa, è composto da tre differenti corpi e la leggenda vuole che conti tante stanze quanti i giorni dell’anno, oltre a una sala del trono capace di ospitare più di mille persone. Nella frazione di Depressa si trova un castello di origine trecentesca, oggi di proprietà del Barone Riccardo Winspeare che ospita un piccolo ma interessante museo storico. Sulla strada che porta alla marina di Tricase Porto c’è uno dei più antichi alberi d’Italia: la Quercia Vallonea risalente al XIII secolo, conosciuta anche come la “Quercia dei 100 cavalieri” per aver offerto, secondo la leggenda, ombra a Federico II e alla sua corte.
A Melpignano, nota per il concertone finale della Notte della Taranta, si visitano l’ex convento degli Agostiniani con l’annessa chiesa del Carmine, edificato tra il XVI e il XVII secolo, la suggestiva la piazza di San Giorgio e il seicentesco Palazzo Marchesale, con uno splendido giardino. Imponente il vicino Castello de’ Monti a Corigliano d’Otranto che, dopo aver resistito a un assalto turco nel 1480, venne rimaneggiato nel XVII secolo con l’aggiunta di un’elegante facciata barocca. Da non perdere il nascosto arco Lucchetti, che immette nella omonima corte, risale al 1497 e presenta alcuni misteriosi intagli bizantineggianti. Dopo essere passati da Martano, con il suo centro storico chiamato “Terra” perché circondato da mura con fossato, torri e castello, si arriva ad Acaya, l’unico esempio rimasto di città fortificata del meridione d’Italia con un’anima rinascimentale. Costruita a partire dal 1536 dall’architetto militare Gian Giacomo dell’Acaya, uomo di fiducia dell’imperatore Carlo V, ul minuscolo borgo si presenta come un armonico centro abitato fortificato protetto da un castello, un ampio fossato e da bastioni con cannoniere e feritoie.
E per chi ha ancora in giorno a disposizione ecco due chicche. Nei pressi di Otranto, purtroppo mal segnalata, si trova una suggestiva cava di bauxite abbandonata, oggi occupata da un bel laghetto con le acque color verde smeraldo. Nelle ore del mattino, quando il sole illumina la zona, il contrasto tra il rosso del minerale e il verde delle acque e degli alberi è particolarmente affascinante. A Pescoluse, sulla costa ionica, è stata appena inaugurata la Natural Sea Spa, esperimento unico in Italia che utilizza solo gli elementi naturali caratteristici della spiaggia salentina, dalla sabbia all’acqua marina, dal fico d’India al lentisco, dal rosmarino alla lavanda e alla menta selvatica.