La crisi del clima è una medaglia con due facce: le ondate di calore e le piogge estreme. Chi le medaglie le mette al collo, come gli organizzatori delle Olimpiadi di Parigi 2024, dovrebbero saperlo bene, eppure a meno di un mese dall’inizio dei Giochi manca ancora un piano B per la gestione della Senna. Il grande fiume che attraversa Parigi ha un problema: nonostante 1,5 miliardi di euro di investimenti per ripulirlo e renderlo adatto alle gare di triathlon, nuoto e paratriathlon, è ancora troppo inquinato. La causa principale sarebbe da ricercare, secondo gli organizzatori, proprio negli impatti del clima: “La qualità dell’acqua rimane degradata a causa di un contesto idrologico sfavorevole: pioggia, portata elevata, poco sole, temperature inferiori agli standard stagionali e inquinamento proveniente da monte” ha affermato di recente la municipalità parigina dopo gli ultimi controlli. Controlli che per la terza settimana di fila hanno dato valori di batteri e inquinanti troppo alti. A preoccupare è soprattutto la presenza di Escherichia Coli, batterio che potrebbe provocare danni alla salute degli atleti e che è spesso collegato agli scarichi e a quelle acque reflue che, sempre per via di come hanno influito le piogge, potrebbero essersi riversate nel fiume.
Il problema è che è complesso calcolare se davvero i livelli di balneazione per la Senna saranno garantiti dal 26 luglio in poi, quando inizieranno le Olimpiadi e soprattutto dal 30 luglio, quando sono previste le prime gare in acqua. A preoccupare federazioni e atleti in particolare è l’assenza di un piano B dichiarato: cosa succederà se a fine luglio i valori non rientreranno nella norma? La Senna non è balneabile dal 1923: cent’anni dopo, per i grandi Giochi, è stato fatto uno sforzo enorme (soprattutto economico) per renderla nuovamente fruibile e per poter garantire, dal 2025, il bagno anche ai cittadini in determinati punti del corso. Una scelta avallata sia dal sindaco di Parigi Anne Hidalgo sia dal presidente francese Emmanuel Macron. Entrambi hanno annunciato un bagno simbolico nel fiume, prima dell’inizio delle Olimpiadi, ma il tuffo è stato rinviato sia per i livelli di inquinanti sia per la tempesta elettorale che ha travolto la Francia nelle ultime settimane.
L’eccessiva spesa per ripulire la Senna, così come i contrasti politici all’interno della stessa Parigi, hanno però spinto lo scorso 23 giugno (quando era stato annunciato l’ipotetico tuffo di Hidalgo, poi cancellato) a una curiosa e decisamente poco fine forma di protesta: sui social l’hanno chiamata #JeChieDansLaSeineLe23Juin, qualcosa che si potrebbe tradurre come “Faccio la cacca nella Senna il 23 giugno”. In sostanza, gli attivisti che hanno lanciato la protesta, invitavano i cittadini a defecare nel fiume come forma di ribellione contro le “assurde” spese per la bonifica e la pressione che i Giochi metteranno su Parigi in termini di trasporti e sicurezza. Comunque sia andata – cosa che per fortuna non sapremo – gli esperti nel controllo delle acque escludono impatti rilevanti. Ciò non toglie che il problema batteri, nell’operazione ambientale Senna, una dette tante missioni green dei Giochi2024 che tra taglio delle emissioni, recupero delle strutture e i no all’aria condizionata puntano ad essere “i più verdi di sempre”, resta attualmente complesso da risolvere.
Gli ultimi dati pubblicati sul sito del Comune mostrano come domenica scorsa erano ancora elevate le concentrazioni di enterococchi e batteri di Escherichia Coli in quattro punti dove sono stati prelevati campioni lungo il fiume. Per esempio al ponte Alexandre III, zona del triathlon, gli enterococchi erano per concentrazione più del doppio rispetto ai limiti della legge europea. La concentrazione di Escherichia Coli era invece quasi quattro volte superiore a quella consentita. Livelli tali che potrebbero essere dovuti, spiegano da Parigi, proprio all’aumento della portata del fiume di circa sei volte rispetto alla media stagionale, ma che dovrebbero rientrare a fine luglio. “Abbiamo avuto un periodo di piogge storiche a maggio e molta pioggia a giugno. Ma questo finora non ci ha preoccupato, perché sappiamo che con un miglioramento significativo delle condizioni meteorologiche potremmo tornare a livelli estivi” ha detto Pierre Rabadan, vicesindaco della città per lo sport. A preoccuparlo però è il caso di condizioni contrarie, ovvero “piogge ripetute e prolungate” che in tempi di crisi climatica ed intensità degli eventi meteo estremi non si possono escludere.
A fine elezioni, quando la sindaca parigina ha promesso il tuffo rimandato, la speranza è che la Senna possa risentire positivamente dell’entrata in funzione (il 19 giugno) di un serbatoio di 50mila metri cubi in grado di impedire che le acque reflue entrino nel fiume. Gli stessi organizzatori insistono sul fatto che la Senna, al momento delle gare, sarà sicura per la competizione, ma non è stato comunicato ufficialmente un luogo di riserva in cui svolgere le competizioni, ma solo un piano B che si basa nel “rinviare” le sfide di qualche giorno. Una scelta che, in tempi di crisi climatica e grandi incertezze, nonostante gli sforzi per risanare il fiume appare decisamente…controcorrente.