L’appuntamento in spiaggia è fissato alla fine della stagione estiva. Già nella sua prima edizione il Beach Care Project ha coinvolto 6500 studenti da 30 scuole per ripulire due spiagge in Italia e due in Francia. Il progetto continuerà aumentando i luoghi prescelti per le operazioni di pulizia ma più in generale per la tutela dei mari con il coinvolgimento di diversi soggetti. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e il Comité National de la Recherche Scientifique (CNRS) lavorano insieme per eseguire ricerche e analisi sull’ecosistema, mentre CASE – brand di CNH Industrial – raccoglie la plastica dalle spiagge inquinate. In aggiunta è stato appena messo in vendita un giocattolo educativo il cui ricavato sarà devoluto per continuare la pulizia di nuove spiagge. Questa iniziativa pone Beach Care Project come un modello virtuoso di economia circolare. Ne abbiamo parlato con Daniela Ropolo, Head of Sustainable Development Initiatives di CNH Industrial.
Una caratteristica che colpisce subito è la durata del progetto, tre anni.
Uno degli asset fondamentali della sostenibilità è quello di creare iniziative di media e lunga durata, per rafforzare la credibilità e gli effetti di azioni concrete messe in atto dalla nostra azienda. Un progetto come Beach Care risponde pienamente alle tematiche di sostenibilità e ai valori del nostro Gruppo. Questa iniziativa ci permette di coinvolgere e supportare le comunità ma al tempo stesso di generare opportunità di business concrete.
Oltre al tema della pulizia si parla anche di recupero.
Si tratta di un progetto integrato. La pulizia delle spiagge è l’aspetto più evidente ma c’è molto di più. Lo scorso anno abbiamo lavorato in Italia e in Francia su due tipologie di spiagge volutamente diverse. Sul fronte francese l’obiettivo era quello di salvaguardare e creare le condizioni per la conservazione della posidonia oceanica, una pianta acquatica importantissima per l’ecosistema del Mediterraneo, mentre sul fronte italiano ci siamo focalizzati su una vera e propria operazione di pulizia. Questo sottolinea che Beach Care è un’iniziativa internazionale ad ampio spettro che si propone di informare, sensibilizzare e promuovere una gestione consapevole dell’ecosistema spiaggia, luogo di transizione tra la terraferma e il mare. Non vogliamo che questa iniziativa si riduca alle spiagge: l’obiettivo è che arrivi nelle case, nelle famiglie e nelle scuole. Abbiamo prodotto anche un kit didattico attraverso il quale gli insegnanti ripropongono i temi affrontati e le attività svolte in spiaggia per poi integrarli nel programma scolastico. Arriviamo alle famiglie nel modo più diretto possibile, attraverso i bambini e dando un esempio virtuoso di come dovrebbe avvenire lo sviluppo di pratiche sostenibili integrate alla quotidianità.
A quali luoghi verrà estesa questa operazione?
Per quest’ anno è confermata l’estensione del progetto a Spagna e Regno Unito. L’operazione partirà intorno alla fine di ottobre e inizio novembre. In Spagna nei pressi di Barcellona, abbiamo individuato una spiaggia urbana con l’aiuto del Cnr spagnolo, in Inghilterra invece lavoreremo alla foce del Tamigi. Crediamo sia importante selezionare differenti tipologie di spiagge per una questione di conoscenza e consapevolezza. La spiaggia dal punto di vista ambientale ha paesaggi, criticità e possibilità diverse che implicano la possibilità di un utilizzo di macchinari diversi.
A proposito di macchinari, cosa utilizzate?
I macchinari che utilizziamo sono studiati per non danneggiare l’ecosistema spiaggia. Forse la dimensione dei mezzi può a prima vista spaventare gli ambientalisti, ma bisogna sottolineare che in tutta la fase di raccolta viene rispettato l’ecosistema. Lo abbiamo visto soprattutto sulle spiagge italiane. Le operazioni di pulizia sano state effettuate con una pala gommata CASE 621G Evolution, dotata di una speciale benna grigliata da tre metri cubi. La pala gommata raccoglie i rifiuti plastici evitando che si disperdano nel mare, mentre lascia fluire via la sabbia. Sulla spiaggia inglese useremo invece un macchinario più piccolo. In ogni luogo in cui si va a operare viene individuato il prodotto più adatto.
Ci sono altri progetti sulla sostenibilità che avete in atto?
Abbiamo numerosi progetti in corso. Alcuni sono di lunga data, come il TechPro², il percorso formativo che abbiamo inaugurato nel 2011 con la collaborazione degli Istituti Salesiani in numerosi Paesi nel mondo, volto a formare tecnici specializzati nella riparazione e assistenza ai nostri prodotti. Altri invece sono stati lanciati recentemente, come la firma del Memorandum d’Intesa con ENI e Iveco Group per lo sviluppo di potenziali iniziative congiunte in ambito agricolo, trasporti e mobilità sostenibile. O ancora, come l’iniziativa Biking New Ground, che a settembre 2022 coinvolgerà i nostri dipendenti nella promozione di una mobilità casa/lavoro sostenibile, nell’ambito della European Mobility Week.
Per saperne di più visita il sito ufficiale di CNH Industrial.