Detergente per il viso, tonico, crema. E poi fondotinta, blush, rossetto, mascara. Nell’era dei social, in cui la cura di sé si è imposta come un diktat, il nostro beauty case si è sempre più colmato di prodotti di bellezza. Con un rilevante impatto, oltre che sul portafoglio, anche sull’ambiente. Come evidenzia il report Make up the future redatto da Quantis, a generare effetti negativi nel settore sono i processi di estrazione e di lavorazione delle materie prime (10%), gli imballaggi (20%), il trasporto (10%), ma soprattutto la fase d’impiego delle referenze (40%). Ecco perché i consumatori possono dare un contributo fondamentale alla sostenibilità, anche seguendo i consigli di seguito.

Packaging, meglio il cartone o il vetro

Secondo Forbes, l’industria cosmetica genera fino a 120 miliardi di confezioni di plastica all’anno. Per limitare questa cifra, è bene scegliere, quando possibile, prodotti privi di packaging o con packaging ridotti al minimo, meglio se di cartone. Utile anche puntare su cosmetici ricaricabili con cialde e refill, sempre più diffusi soprattutto nel caso di shampoo, profumi, creme per il viso e per il corpo.

In alternativa, vanno bene contenitori di vetro, materiale altamente riciclabile, che non rilascia sostanze dannose; di alluminio, che può essere riciclato all’infinito, con un processo che richiede solo il 5% dell’energia necessaria per produrre l’elemento vergine; di plastica riciclabile o, meglio, riciclata, utile nel caso di prodotti contenenti ingredienti fotosensibili, la cui efficacia o durata può essere alterata dalla luce.

Attenzione alle dosi

Capita, perché si va di fretta o si è soprappensiero, di non fare attenzione alla dose di gel o di siero impiegata, finendo per utilizzarne molto più del necessario, in particolare se la formulazione è liquida. Così non solo sprechiamo il prodotto, ma riduciamo il ciclo di vita del contenitore, che viene buttato via prima del dovuto. L’ideale è provare a seguire le indicazioni riportate sull’etichetta: un modo per abituarsi a consumare la quantità giusta.

Finire prima di riacquistare

In un mercato che produce e pubblicizza di continuo nuovi cosmetici, è facile cadere nella tentazione del nuovo. Ma si tratta di un errore. È bene, infatti, finire ciò che si ha in casa prima di comprare altri prodotti simili. Così non si correrà il rischio di abbandonare nel mobiletto del bagno uno scrub o un ombretto usati a metà, lasciandoli scadere. E se c’è un articolo che proprio non si riesce a terminare, lo si può sempre regalare a chi potrà farne buon uso.

Stop a dischetti struccanti e cotton fioc

I dischetti struccanti sono da sostituire con le versioni lavabili e riutilizzabili, ovvero i panni in microfibra o in bambù che, se trattati correttamente, possono durare fino a mille lavaggi. Anche i cotton fioc usa-e-getta andrebbero rimpiazzati: la produzione di quelli tradizionali, non biodegradabili e non compostabili, è già stata messa al bando in Italia da gennaio 2019. Ora occorre fare un passo in più: scegliere quelli in bioplastica a forma di cucchiaino, ergonomici, lavabili, riutilizzabili molte volte. Da mettere al bando pure i rasoi monouso: ogni anno nel mondo ne vengono buttati via circa 5mila miliardi, che non si possono smaltire né si degradano nel tempo.

Limitare il consumo di acqua

È stato calcolato che una doccia di 10 minuti richiede circa 50 litri di acqua, ovvero cinque litri al minuto. Per preservare questo bene prezioso e limitato, è importante ricordarsi di chiudere sempre il rubinetto mentre ci si insapona o si distribuisce il balsamo sui capelli, riaprendolo solo al momento di sciacquare. A ciò si può aggiungere qualche altra piccola azione orientata al risparmio. Come, per esempio, raccogliere l’acqua mentre si aspetta che si scaldi e usarla poi per lavare i pavimenti o per dare da bere alle piante. Oppure installare rubinetti con erogatore a basso flusso, che riducono i consumi anche della metà.

Scegliere le formulazioni solide

Dal bagnoschiuma al deodorante fino al detergente intimo, i prodotti solidi non contengono acqua e sono più concentrati di quelli liquidi. Per esempio, una confezione di shampoo solido equivale in media a tre flaconi e può durare il doppio dei lavaggi.

Non demonizzare gli ingredienti sintetici

Una strategia commerciale molto in voga tra le aziende cosmetiche è porre l’accento sull’impiego di ingredienti naturali. Ma, come sottolinea l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, un estratto naturale non è necessariamente associato a una maggiore sostenibilità, dato che può avere un elevato impatto in termini di emissioni di gas serra, di uso del suolo, di utilizzazione di acqua. Invece, al contrario di ciò che si pensa, i componenti sintetici possono spesso offrire un’alternativa più sostenibile per l’ambiente senza compromettere la qualità del prodotto.