Nel nuovo tour di Elisa il paradigma che unisce eventi live e sostenibilità ambientale sembra ribaltato, in una dimensione in cui il lato green è parte integrante del concerto e va di pari passo con il coinvolgimento sociale. Il punto di partenza per l’artista è la nomina da parte delle Nazioni unite ad Advocate/Champion della campagna sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (UN SDG Action Campaign). Da qui si sviluppa l’idea del Green village, uno spazio sostenibile dedicato ai temi ecologici che seguirà Elisa in molte tappe del suo Back to the future Tour e che ha esordito all’Heroes Festival, quest’anno dedicato alla sostenibilità ambientale che si è tenuto a Verona dal 27 al 31 maggio, di cui la cantante è stata direttrice artistica.
Poco fuori dalla location scelta per il concerto ci si può muovere tra mercatini bio, spazi gioco per infanzia, talk e musica, laboratori verdi, piccoli palchi, aree in erba vera sulle quali stare a piedi nudi o stesi a guardare il cielo, sedie a sdraio e tavolini e angoli ristoro. A progettarlo ci ha pensato il designer barese Vittorio Palumbo, da anni impegnato in progetti di coinvolgimento, autoproduzione e rivisitazione sostenibile di modelli classici legati ad arte, design e innovazione sociale e culturale.
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“Questo è un mondo che va di pari passo con il tour. – racconta Palumbo – Per realizzare il progetto che ho disegnato abbiamo utilizzato solo legno Fsc certificato, proveniente quindi da coltivazioni dedicate e non da foreste. Naturalmente zero plastica, prato vero ed energia certificata proveniente da fonti rinnovabili. È uno spazio temporaneo, progettato in maniera modulabile, ho progettato gli arredi e le sedie ad altezze variabili in modo da trasportarle in modo impilabile e occupare un terzo dello spazio altrimenti necessario. È un villaggio pensato perché fosse anche esteticamente bello, attraente. Perché la sostenibilità ambientale è e deve essere cool”.
Così c’è anche la mostra permanente “Design for peace”, ideata e realizzata da Palumbo, con un itinerario di luminarie in legno tipiche delle feste patronali pugliesi rivisitate con grandi fiori e simboli della pace insieme alle maschere luminose afro-pugliesi progettate e costruite con migranti e richiedenti asilo. Perché senza il coinvolgimento sociale non avrebbe avuto lo stesso senso. Innanzitutto a partire dalla costruzione: portare tutto da Bari a Verona avrebbe comportato spreco di energia e risorse. Allora Palumbo si è avvalso della collaborazione del laboratorio veronese Reverse IN per la realizzazione sul posto: un progetto di economia carceraria che da anni è gestito all’interno della casa circondariale di Verona e attraverso cui vengono formate e assunte persone in stato detentivo. Poi serviva che il villaggio fosse vissuto. E da qui arriva il coinvolgimento di Fridays for Future, Coldiretti, Legambiente e le realtà locali da individuare in ogni data per talk, iniziative di riappropriazione degli spazi, concerti e soprattutto incontro di persone.
Ma il tema della sostenibilità ambientale è ormai parte integrante di una discussione in corso proprio nel mondo degli eventi e dei concerti, con il loro carico potenziale di inquinamento che però è possibile limitare. Heroes Festival e il suo ecovillaggio fanno parte di un progetto di Music Innovation Hub di Milano di cui Palumbo è stato designer. E che ha redatto un protocollo apposito per realizzare eventi sostenibili, con il politecnico di Milano: “Il messaggio che vogliamo far passare è che l’ecologia da movimentista deve diventare qualcosa di quotidiano. Quindi anche chi si occupa di organizzare concerti deve far sue alcune soluzioni. – spiega Dino Lupelli, direttore generale di Music Innovation Hub – L’industria musicale può diventare sostenibile nel futuro, a patto che ripensi alcuni paradigmi, dai materiali che possono essere utilizzati alla riflessione su nuovi orari per i concerti, evitando così l’utilizzo di energia per l’illuminazione. Il ruolo dei promotori deve andare verso una visione diversa, per sperimentare nuove forme di sostenibilità. Vanno trasformate le abitudini degli spettatori, riportando tutto a una dimensione umana”.
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Nel protocollo vengono raccolte azioni e comportamenti da tenere durante tutte le fasi di pianificazione, organizzazione e gestione di un evento. Con le linee guida per la valutazione dell’impatto ambientale, sociale e di governance dei live e una scala di punteggi per individuare gli eventi più virtuosi grazie a una raccolta dati pre e post concerto, in modo da classificarlo come conforme (fino a 99 punti), propositivo (da 100 a 199 punti) o generativo (da 200 a 300 punti). Si va dalla scelta degli sponsor, alla certificazione dell’impatto sull’ambiente del territorio che ospita il concerto, alla sensibilizzazione sui comportamenti corretti che il pubblico dovrà tenere, scenografie eco-sostenibili, utilizzo di materiali per l’allestimento riutilizzabile o anche di seconda mano o anche l’eco-compatibilità del merchandising.
Un coinvolgimento sociale per raggiungere la sostenibilità ambientale, come nella logica del Green village. “Avevamo bisogno che anziani e bambini si trovassero in uno spazio comune, che i residenti riscoprissero luoghi poco vissuti. Solo così si può sviluppare il desiderio di prendersi cura del mondo, per tornare a costruire un futuro migliore, insieme, adesso. – riflette Vittorio Palumbo – Il design e l’arte hanno il compito e la responsabilità etica e politica di aprirsi ai territori e di progettare processi creativi e sostenibili di inclusione e di giustizia sociale, e quindi di pace. Se nel nostro playground i bambini possono giocare con grandi costruzioni di legno vengono abituati all’esistenza di materiali alternativi, vengono suggestionati verso modelli differenti dal solito. Si entra in una dimensione diversa in cui le persone sono coinvolte direttamente. Tanto che nei cinque giorni a Verona sono state 10mila quelle che sono passate dal Green village. E la musica è il collante ideale”. Sarà direttamente l’agenzia che organizza il tour di Elisa, Friends&Partner, a prendersi carico del trasporto dell’ecovillaggio e del suo adattamento agli spazi delle singole date.