La seconda vita dei luoghi. Borghi abbandonati, antichi manieri, beni confiscati alla mafia, vecchi monasterie miniere dismesse a volte escono dall’oblio per ritornare a nuova vita e diventare il simbolo di riscatto, rinascita ambientale, economica, sociale e turistica. Un esempio virtuoso di economia circolare in un paese dove purtroppo prosegue in maniera preoccupante il consumo di suolo. Il nostro viaggio alla ricerca di alcuni virtuosi esempi di questa rinascita a fini turistici inizia dalla Sicilia e in particolare da un vecchio monastero benedettino nei pressi di Siracusa, prima convertito in dimora nobiliare e oggi trasformato nel Borgo Di Luce I Monasteri, raffinata villa dove le celle dei monaci hanno lasciato il posto a comode camere, in parte affacciate su un’ampia corte dominata da un antico ficus Benjamin. Intorno fiorisce tutto il bello della Sicilia, con 200 ettari di parco, limoneti, carrubi e l’abbraccio del Mediterraneo.
A Marsala, invece, la rinascita ha interessato un baglio settecentesco, tipica residenza abitativa e produttiva della Sicilia Occidentale. L’origine del nome è ancora incerta ma le ipotesi più accreditate derivano il termine dal tardo latino “ballium”, corte circondata da alti edifici o mura, oppure da “balarm”, casa fortezza, o ancora dall’arabo “bahah”, cortile. Il Baglio Oneto dei Principi di San Lorenzo di Marsala, caratterizzato da alte mura per proteggersi dalle incursioni dei pirati, un grande cancello in ferro battuto e un’elegante torre d’avvistamento, era un’antica residenza nobiliare per la villeggiatura e per la produzione di vino, olio, frutta, erbe e altri prodotti della terra. Recentemente è tornato all’antico splendore abbinando alla produzione di 8 tipi di vino – tra cui il famoso vino da meditazione Marsala DOC – e di un saporito olio extra vergine di oliva la nobile arte dell’ospitalità. Da vedere il vecchio “palmento”, usato un tempo per la pigiatura delle uve, un antico torchio, il pozzo di architettura araba sormontato da una piramide rossa e molti altri strumenti utilizzati per la lavorazione della terra.
Spostandosi sull’altra grande isola italiana, la Sardegna, ecco la Miniera di Rosas nei pressi di Narcao, dove fino al 1989 si estraevano galena argentifera e altri minerali. Oggi gli impianti, abbandonati per decenni, sono diventati un ecomuseo con uno spazio espositivo dedicato ai metalli estratti in loco, tra i quali la ricercatissima Rosasite, il minerale qui scoperto nel 1908. Visite guidate permettono di addentrarsi in una galleria d’estrazione e di visitare l’ex laveria, dove si frantumava e lavava il minerale. Nel vecchio villaggio minerario è possibile soggiornare presso le antiche abitazioni dei minatori. Passando alla terraferma, nel cuore del comune lucano di Bernalda, si incontra il cinquecentesco Borgo San Gaetano con le sue camere per turisti ricavate dal recupero del frantoio, di alcuni antichi spazi di lavoro e di un elegante palazzo signorile, alle quali si accede percorrendo una suggestiva stradina, lastricata in pietra al cui ingresso è collocato un secolare glicine rampicante.
Il villaggio medievale fortificato abruzzese di Santo Stefano di Sessiano rappresenta uno dei primi esempi di recupero di un borgo abbandonato. Appartenuto ai Medici in quanto sede operativa della Signoria di Firenze per il commercio della lana carfagna, qui prodotta e poi lavorata in Toscana, che vi costruirono eleganti edifici con loggiati, portali ad arco, finestre in pietra lavorate e decorate, dopo una lunga fase di spopolamento è diventato un albergo diffuso ed ha ripeso a vivere. Anche a Castel del Giudice, in Molise, lo spopolamento tipico delle zone interne dell’Appennino stava compromettendo il futuro del territorio. Finché il Comune ha dato il via ad un progetto di sviluppo sostenibile partecipato trasformando la scuola in disuso in RSA, i terreni abbandonati in coltivazioni di meleti biologici e ristrutturando stalle e fienili per farne l’albergo diffuso Borgotufi, da dove partono tour nei meleti con degustazioni nel birrificio agricolo, passeggiate poetico-rurali con il poeta contadino del paese tra asini e capre, escursioni tra boschi e montagne, attività di apicoltura, rafting e vacanze slow.
L’umbro Castello di Postignano, frazione di Sellano, uno dei Borghi più Belli d’Italia, abbandonato come tanti negli anni Sessanta, ha recentemente ripreso a vivere grazie a un visionario intervento di restauro. È così ritornato a essere uno splendido centro abitato duecentesco nel cuore della val Nerina che offre al visitatore l’antica chiesa con affreschi quattrocenteschi, diverse botteghe artigiane, mostre, un albergo diffuso e un ristorante dedicato alla cucina tradizionale umbra. Anche i terreni confiscati alla mafia possono tornare a nuova vita. Come il Podere Millepioppi, a Salsomaggiore Terme, che da anni ospita campi di lavoro e di volontariato dell’associazione Libera, un centro di recupero per animali selvatici e il MuMAB – Museo del Mare Antico e della Biodiversità con una sezione geopaleontologica allestita nell’edificio principale e una sezione naturalistica ospitata nell’ex-stalla e nella casa colonica.
Il Castello di Padernello, nella Bassa Bresciana, aveva iniziato a crollare ma, agli inizi del secondo millennio, un gruppo di abitanti e il Comune di Borgo San Giacomo, decisero di recuperarlo e restituirlo alla comunità. Una grande opera di crowdfunding che ha vinto la sfida di restaurare il maniero e aprirlo al pubblico per renderlo fulcro di sviluppo culturale, turistico ed economico della zona. Ora si sta riqualificando anche il borgo adiacente il maniero, creando scuole- botteghe artigiane e un albergo diffuso che aprirà quest’anno. La medievale Bussana Vecchia , in provincia di Imperia, è stata distrutta da un terremoto nel 1887 e abbandonata dai suoi abitanti trasferitisi nel vicino borgo nuovo. Dimenticata per decenni, ha iniziato a rivivere negli anni Sessanta del secolo scorso, quando artisti provenienti da tutto il mondo presero a recuperare le case danneggiate.
Per anni osteggiati e sgomberati dalle autorità locali, oggi questi pittori, scultori, artigiani e poeti hanno trasformato questo antico borgo nell’entroterra di Sanremo in un accogliente e vivace villaggio internazionale degli artisti con tanto di osteria, ristorante naturale e camere per gli ospiti. In Lombardia il nostro viaggio ci porta nella Miniera Sant’Aloisio, in Val Trompia, dove fino al 1984 si estraeva la siderite. Abbandonata per anni è stata recentemente recuperata con alcuni tratti delle gallerie messe in sicurezza e aperte al pubblico, un museo storico che illustra l’attività mineraria e un centro di speleoterapia, dove curare alcune malattie del tratto respiratorio. Il nostro viaggio termina in un bunker e un rifugio antiaereo della seconda guerra mondiale ad Appiano, nella zona vinicola Oltradige, trasformato dalla famiglia Fritz Dellago in cantina per i vini prodotti a partire dalle uve che circondano il castello Korb, sala degustazioni e spazio per concerti e serate letterarie.