Campagne a perdita d’occhio, una natura generosa, borghi fiabeschi e un susseguirsi di colori che in questa stagione danno il meglio di sé. Il Valdarno, racchiuso nel cuore della regione tra le città d’arte di Arezzo, Siena e Firenze, invita a scoprire le sue bellezze con tutta la calma possibile. Specie in questa stagione, con le campagne che si tingono delle calde sfumature autunnali.
I paesini mostrano il volto più autentico della zona. A partire da Loro Ciuffenna, considerato uno dei borghi più belli d’Italia, con le tipiche case in pietra affacciate sul torrente omonimo, ai piedi del Pratomagno. Dopo un giro in centro, cartolina perfetta della zona, si visita il Museo Venturino Venturi dove la scultura è protagonista: le sale espositive sono allestite proprio nella casa dove l’artista ha lavorato per moltissimi anni. Ma l’attrazione principale è il mulino ad acqua, uno dei più antichi della Toscana.
Le pievi sono tra le ricchezze della regione e le più caratteristiche si trovano nella Strada dei Setteponti: dalla pieve di Gropina, monumento nazionale, a quella di San Pietro a Cascia di Reggello, con accanto il Museo Masaccio.
Non dista molto il pittoresco San Giovanni Valdarno, con la sua pianta disegnata da Arnolfo di Cambio e ancora ben conservata. Oltre a Palazzo d’Arnolfo e al corso principale, va visto l’insolito e interessante Museo delle Terre Nuove, che racconta il fenomeno della rivoluzione urbanistica del Tardo Medioevo, che diede vita a numerosi piccoli villaggi. Si trova qui anche il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, in cui ammirare opere provenienti da tutto il territorio: tra i capolavori c’è anche l’Annunciazione di Beato Angelico.
Vale la pena spingersi a Cavriglia, in provincia di Arezzo, per scoprire uno dei tesori della zona, il roseto Fineschi, il giardino delle rose privato più grande al mondo, che ospita tra i suoi sentieri più di 6500 varietà di piante diverse. Nato grazie alla passione del professor Gianfranco Fineschi, che ha iniziato a raccogliere fiori nel 1967, radunando specie e ibridi da ogni dove, questo incantevole giardino è un museo vivente dove la regina è la rosa.
Grandi panorami e paesaggi unici offrono fotografie indimenticabili della campagna toscana. Caratteristiche sono le Balze, alle pendici del Pratomagno, tra il torrente Resco e il Ciuffenna, formatisi con l’erosione in seguito al prosciugamento del lago Pliocenico. Uno spettacolo che affascinò anche il genio di Leonardo da Vinci.
Proprio qui, nel Valdarno di Sopra, sorge la tenuta Il Borro, uno dei luoghi imperdibili della zona, rocca inespugnabile nel XII secolo, oggi di proprietà della famiglia di Ferruccio Ferragamo. Tutto nasce da quella rocca, una fortezza posizionata su uno sprone di roccia, una balza, detta “borro” in toscano (un burrone formatosi dal letto di un torrente).
Con 1100 ettari di campagne verdi, tra distese di filari e uliveti, la storia di questo luogo dal fascino senza tempo è molto antica. E getta le sue radici nell’anno 1254, quando un nobile milanese divenuto podestà guelfo di Arezzo, il marchese Borro Borri, ne acquista la proprietà dalla famiglia Mascagni e fa realizzare un castello. Dopo diversi passaggi di proprietà tra le grandi famiglie europee, dai Medici-Tornaquinci di Firenze ai Torriani di Milano, fino al Duca d’Aosta, a ridargli vita è stato Ferruccio Ferragamo, che l’ha acquisita nel 1993, con un importante intervento di recupero del borgo medievale e della dimora storica, che portava i segni della Seconda Guerra Mondiale, valorizzandone la storia, le tradizioni e lo splendido contesto naturale.
Oggi Il Borro è un’azienda agricola interamente bio e sostenibile, con ettari di vigneti e di uliveti, un orto biologico, un albergo diffuso nato tra i casolari, il borgo medievale e la dimora storica, dal 2012 all’interno dell’associazione Relais & Cha?teaux: a gestirlo ci sono due dei suoi figli, Salvatore, responsabile dell’attività vitivinicola e dell’ospitalità, e Vittoria, che si occupa dell’orto biologico e altri progetti speciali.
Imboccando un ponte lastricato in pietra si arriva alla parte più suggestiva, l’antico borgo medievale, che conserva tutta la magia del posto. Risalente al 1039 è un ambiente unico, circondato da vegetazione lussureggiante e balze aretine. Il tempo sembra essersi fermato tra questi vicoli ricchi di storia. Si respira la vita di paese qui, con le case in pietra e le botteghe artigiane: hanno riaperto i propri negozietti gli artigiani locali, come l’orafo, il calzolaio, la restauratrice. I raffinati alloggi un tempo erano le case della gente del villaggio, di cui portano ancora il nome (dalla casa del poeta a quella dello scrittore o del soprano) e conservano i dettagli del tempo, come le travi in legno originali o i tipici camini.
Per provare uno spaccato di autentica vita toscana, si può fare una passeggiata a cavallo al tramonto, oppure imparare un antico mestiere facendo un laboratorio con un artigiano. Tra le esperienze più suggestive c’è la visita alla galleria d’arte che ospita la preziosa collezione di Ferruccio Ferragamo, con incisioni a tema vino di artisti come Mantegna, Picasso, Goya, Warhol. Poi si va alla scoperta delle cantine, dove trovare il meglio della tradizione vinicola toscana. Passeggiando tra tini e barrique, si visitano anche le cantine storiche, che sono tra le piu? antiche d’Italia: qui furono realizzati i primi tentativi di Chianti.
Ma questa è anche una terra di ottimi sapori. Lo sa bene lo chef Andrea Campani, alla guida sia del Tuscan Bistro che del gourmet L’Osteria, dove rielabora con creatività la sapienza della tradizione, con piatti che richiamano la cucina del territorio e ingredienti provenienti dall’azienda agricola e dai piccoli coltivatori e allevatori locali. Si riscopre tutta la bontà dei sapori autentici in cui si esalta l’eccellenza della materia prima, ma in chiave contemporanea, tra nuove sperimentazioni e antichi sapori che raccontano la storia del Valdarno di Sopra.