A Collecchio, provincia di Parma, nasce il Bosco del Molino, non un giardino o un’opera verde, ma un bosco vero e proprio, nato dalla suggestione di Alberto Figna, presidente della Agugiaro&Figna Molini e sposato subito dall’amministratore delegato Riccardo Agugiaro.
Il progetto unico nel suo genere, ha una missione ben precisa: restituire ossigeno in cambio di CO2, azzerando totalmente le emissioni.
Il Bosco – spiega l’architetto paesaggista Lisa di Marco, che ha partecipato alla realizzazione del progetto – dà dimora a 18.000 alberi su 13 ettari di terreno, di cui 10 di bosco naturale e 3 di pioppeto e permetterà l’assorbimento fino a 220.000 di kg all’anno di CO2, compensando le emissioni totali degli impianti dell’azienda, nello svolgimento delle attività di trasformazione del grano delle quattro sedi (Collecchio, Curtarolo, Magione, Rivolta d’Adda). Inoltre, sarà riprodotto il 96% della biodiversità del Bosco del Taro.
Lo studio per il progetto de Il Bosco del Molino ha utilizzato tecniche nuove per l’Italia, nate e applicate negli Stati Uniti, con l’obiettivo di arrivare ad una conoscenza scientifica e dettagliata del terreno. Sono state utilizzate strategie derivanti dall’agricoltura di precisione, applicando le tecniche che hanno permesso di migliorare la produttività del suolo e, nel contempo, di proteggere l’ambiente.
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La sua realizzazione è il frutto della condivisione di menti illuminate nello studio del terreno, nella realizzazione di progetti rispettosi dell’ambiente e della biodiversità. A partire proprio dalla sua realizzazione, durante la quale sono stati utilizzati materiali ecosostenibili: l’utilizzo della paglia per la pacciamatura, ovvero l’operazione attuata in agricoltura e giardinaggio che si effettua ricoprendo il terreno con uno strato di materiale, al fine di impedire la crescita delle malerbe. Le piante sono protette con materiale naturale, evitando così l’utilizzo della plastica; gli spazi fra le piante stesse sono realizzati nel rispetto delle biodiversità, per permetterne salvaguardia e sviluppo.
Le piante sono protette infine con fibre organiche, evitando così l’utilizzo della plastica; gli spazi fra le piante stesse sono realizzati nel rispetto delle biodiversità, per permetterne salvaguardia e sviluppo.
Questo progetto nasce dalla collaborazione fra il Cinsa (Consorzio Interuniversitario Nazionale Scienze Ambientali) e la storica azienda molitoria che ha deciso di devolvere l’1% del fatturato alla piantumazione di nuovi alberi e a nuove idee per sviluppi ecosostenibili.
Sarà un luogo di condivisione anche per i dipendenti che avranno uno spazio aperto dove trascorrere il loro tempo libero, offrendo a più soggetti esterni la possibilità di utilizzarlo, condividendo i momenti di conoscenza e d’informazione che saranno organizzati al suo interno attraverso seminari, convegni, incontri.
Il bosco è pensato per le nuove generazioni e il risultato nella sua completezza, sarà visibile fra circa cinquant’anni, ecco perché rappresenta un vero investimento per il futuro. Ma già le nuove generazioni potranno goderne, specie gli alunni delle scuole dell’Emilia Romagna. Sarà per loro un luogo d’incontro e confronto per affrontare temi riguardanti l’educazione ambientale, il rispetto e la conoscenza dell’ecosistema.
I temi dell’educazione civica, spesso abbandonati dalla didattica scolastica negli ultimi venti anni, potranno essere ripresi in un luogo che respira, è il caso di dirlo, anche di opportunità e futuro. Il progetto rappresenta però soltanto uno dei modelli virtuosi applicati dall’azienda. Agugiaro&Figna Molini è infatti socio ordinario del Consorzio Forestale KilometroVerdeParma: nato nel maggio 2020, il Consorzio, a cui aderiscono 55 soci, tra imprese, enti, associazioni ambientaliste, porta avanti l’ambizioso progetto di creare boschi perenni in tutto il territorio di Parma e provincia, laddove ci siano terreni, pubblici o privati, liberi e disponibili. L’obiettivo è di mettere a dimora almeno 100mila piante entro il 2025.