Le associazioni animalisti italiani, Anpana, Cabs, Enpa, Gaia Animali e Ambiente, Lac, Lav, Leal, Leidaa, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia, Lndc Animal Protection, Oipa, Federazione Nazionale Pro natura, Rete dei santuari di animali liberi e Wwf Italia esprimono in un comunicato congiunto “grande soddisfazione per il ritiro della quasi totalità degli emendamenti caccia selvaggia disposto dalla Commissione Agricoltura del Senato, nell’ambito dei lavori di conversione in legge del decreto legge Agricoltura, sulla base del parere contrario espresso dal Governo che, nonostante le note posizioni filo-venatorie, è stato di fatto obbligato a riconoscere le evidenti criticità  rappresentate da queste modifiche”.

Vittoria!??

Tutti gli emendamenti a favore della caccia al Decreto Agricoltura (tranne due sui cinghiali) sono stati bocciati o ritirati.

NO caccia a febbraio

NO caccia 7 giorni su 7

NO richiami vivi

Grazie a chi ha sostenuto le petizioni

Ora lavoriamo per #StopLeggeBruzzone pic.twitter.com/L0ybvH5a9O

— Lipu – BirdLife Italia (@LipuODV) July 4, 2024

Le misure proposte miravano a rivedere la regolamentazione venatoria, permettendo di sparare agli uccelli in migrazione sui valichi montani, di sottrarre i richiami vivi dalle tutele della legge e di impedire ai cittadini e alle associazioni la possibilità di presentare ricorsi contro i calendari venatori illegittimi. Contenuti – secondo le associazioni che si sono battute per contrastare tali provvedimenti – che nulla avevano a che vedere con le tematiche agricole e che, se approvati, avrebbero portato allo smantellamento della normativa italiana sulla tutela della fauna e la regolamentazione della caccia, con irreparabile danno al patrimonio internazionale degli uccelli migratori, nonché una violazione dell’articolo 9 della Costituzione che prevede che la Repubblica tuteli l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi.

“Questo risultato – dichiarano le associazioni – conferma quanto avevamo denunciato circa la palese violazione delle norme costituzionali ed europee che sarebbe stata determinata dall’approvazione degli emendamenti ‘caccia selvaggia’. Non si può pensare di eliminare le principali misure di protezione degli animali selvatici senza badare alle conseguenze a danno di tutti – prosegue la nota -, solo per assecondare i diktat del peggiore estremismo, ormai dilagante anche nelle principali associazioni venatorie, al punto da isolare e allontanare chi ha posizioni più moderate”.

Tra le norme più contestate la possibilità di cacciare in città, in parchi e riserve naturali soprattutto i cinghiali, con la proposta di modifica dell’art. 19 della L. 157/1992, eliminando cioè il principio della priorità dei cosiddetti “metodi ecologici” secondo cui solo dopo avere tentato senza successo questa opzione è possibile ricorrere agli abbattimenti. L’emendamento “caccia selvaggia” era stato contestato anche dai rappresentanti delle principali società scientifiche nazionali, che in un documento congiunto avevano evidenziato l’inconsistenza tecnico-scientifica del provvedimento e come, per l’ennesima volta, la politica intervenisse sulla gestione faunistica senza essersi confrontata con esperti, ricercatori e tecnici.


Prossimo obiettivo, “fermare la proposta di legge ‘sparatutto’ ancora in discussione alla Camera dei deputati e dai calendari venatori 2024/25 che le Regioni stanno pubblicando in questi giorni e che in molti casi presentano evidenti illegittimità”.