È successo di nuovo. Cambia qualche dettaglio ma la storia si ripete. Un cavalluccio marino è stato immortalato mentre nuota con una mascherina chirurgica appesa alla coda. Un’immagine già vista: solo che nel 2019 era un cotton fioc quello a cui l’ippocampo era attaccato. Oggi è una mascherina, simbolo della pandemia che da oltre un anno ci affligge: uno scudo che ci protegge dal contagio ma che finirà per rovinare il Pianeta in cui viviamo se continueremo ad abbandonarlo in maniera sconsiderata.

L’immagine è stata scattata dal fotografo greco Nicholas Samaras e ha partecipato agli Ocean Photography Awards. Questo premio fotografico mette in mostra immagini provenienti da tutto il mondo e quest’anno ne sono state presentate alcune molto toccanti. La pandemia di Coronavirus si è aggiunta ai problemi di inquinamento globali e ha messo ulteriormente in pericolo gli oceani del Pianeta. “Visito spesso Stratoni, un piccolo villaggio sul mare nella penisola di Halkidiki, in Grecia, per fotografare la popolazione locale di cavallucci marini”, ha raccontato Samaras. “Quando ti immergi regolarmente, hai l’opportunità di osservare i cambiamenti. Il più grande recente? I rifiuti Covid”.

La gemella del 2019 è uno scatto di Justin Hofman. Il fotografo stava guidando una spedizione in Borneo quando, vicino alla città di Sumbawa Besar, si è fermato per fare dello snorkeling. Quando la marea è cambiata, trasportando rifiuti e plastica, questo è stato il risultato. “Quella che era iniziata come l’opportunità di fotografare un grazioso cavalluccio marino – ha raccontato Hofman al National Geographic – si è trasformata in un momento di frustrazione e tristezza, mentre la marea trasportava una quantità di infinita di immondizie e acque reflue. Questo scatto è un’allegoria delle condizioni dei nostri oceani, presenti e future”.

Come per altri animali marini, i rifiuti hanno sostituito per i cavallucci elementi degli ecosistemi che gli servivano per vivere. Questi pesci ossei comuni nei mari caldi e temperati, nuotano mantenendosi in posizione verticale grazie alle pinne pettorali ai lati del corpo e con la coda prensile si aggrappano a rocce o piante acquatiche. Vista l’abbondanza di rifiuti dispersi in mare, l’ippocampo – come testimoniano le due foto – trova ora altri punti di ancoraggio o di stabilizzazione.