Una tradizione industriale di cui ai giorni nostri si può parlare solo in negativo, vuoi per la crisi, vuoi per le tematiche di matrice ambientalist. Una fama da porto delle nebbie, come si conviene a qualunque lido che si affacci sulla Manica, non importa su quale sponda e acqua territoriale. Ma ora, Dunkerque (Dunkirk), complici le scelte di riqualificazione avviate una decina di anni fa e i cambiamenti climatici – e con la compliciità del blockbuster bellico diretto nel 2017 da Chistopher Nolan sta scoprendo una sua vocazione turistica impensabile prima del 2014, anno in cui l’allora neoeletto sindaco, il tuttora in carica Patrice Vergriete (Diversement Gauche) – che da una settimana è anche ministro delegato alla Logistica a Parigi – ha avviato il piano di riqualificazione in chiave vacanziera della piccola città da 90mila abitanti scarsi.
A chi si palesa sul lungomare di Malo-Les-Bains, il lungomare cittadino, si palesano ville stravaganti, ristoranti e gelaterie Belle Époque. Le colorate capanne sulla spiaggia sono sparse su una vasta distesa di sabbia fine. Ad ovest, le industrie continuano a fumare, mentre ad est si sconfina a piedi sulla sabbia in territorio belga.
Come detto, in questa località delle Fiandre francesi, situata a un’ora da Lilla, il turismo non esisteva fino al 2014. Ora la regione ha il vento in poppa. Secondo la Comunità urbana locale (CUD), il numero dei visitatori, nel 2022, è salito del 33 per cento rispetto all’anno precedente, con oltre 131 mila arrivi nella sola estate. Tra il 2011 e il 2021 il numero di letti disponibili per l’industria dell’ospitalità è aumentato a sua volta del 205 per cento nelle residenze di vacanza e del 20 per cento negli alberghi. L’offerta alberghiera è anche salita di gamma, grazie al nuovo Radisson Blu, 4 stelle, sul lungomare. Ad oggi, 2.470 lavoratori dipendenti operano nel turismo nel territorio.
All’origine di queste cifre, una vera e propia scommessa dell’amministrazione locale, che ha finanziato tra il 2016 e il 2020 una trentina di progetti a tema accoglienza, tra cui la riqualificazione della diga foranea (9,9 milioni di euro) e la realizzazione di un terminal per i ferry transmanica (13,7 milioni).
Lo stesso sito di Malo-les-Bains è stato riarredato in linea con il gusto estetico e le esigenze pratiche attuali, con l’installazione di terrazze sulla sabbia, come lo stesso sindaco Vergriete racconta all’agenzia di stampa France Presse.
“Abbiamo rilavorato l’immagine negativa della città, associata alla crisi industriale e al meteo sfavorevole”, si felicita il primo cittadino – che vede tra le cause del successo anche il servizio bus municipali gratuiti, attivo da diversi anni, oltre all’effetto traino del film di Chris Nolan e di una serie tv francese – Baron Noir – ambientata nell’area, nonché del calendario culturale messo in atto.
Per Didier Arino, direttore generale del cabinetto Protourisme, la cospicua misura del bacino demografico circostante gioca un ruolo non secondario. Il 72 per cento degli ospiti sono francesi, la maggior parte dell’Alta Francia, la grande regione, di cui Dunkerque fa parte, che spazia tra Normandia, Île-de-France e il confine belga, come riconosce l’ufficio del turismo locale.
Ma c’è anche chi, come una famiglia di Lione intercettata in spiaggia da AFP, è venuta a trascorrere una settimana qui, come fa ogni anno, per sfuggire ai disagi del Mediterraneo. “Non amo il caldo, dice la Mélanie Letter, 43 anni, arrivata con i congiunti in treno dopo una visita ai castelli della Loira. “C’è anche un’atmosfera più rilassata, non siamo incollati come sulle spiagge del sud” – considera la donna, lungi dall’essere scoraggiato dalla settimana di pioggia annunciata da Meteo France: “Cammineremo”.
“Durante gli ultimi lunghi fine settimana di maggio, gli hotel hanno rifiutato le persone, è impressionante”, afferma Eric Dubois, presidente dell’Unione dei mestieri e delle industrie alberghiere (Umih) del litorale delle Fiandre francesi. Il suo ristorante, Le Grand Morien, nel centro della città, ha registrato un aumento del fatturato del 20 in seguito alla metamorfosi della città.
Ma la città non vuole finire nella spirale dell’overtourism, garantisce Delphine Taleux, direttrice dell’ufficio del turismo. “Siamo lontani dal livell Saint-Tropez, – spiega a France Press – ma teniamo conto di quelle realtà, nello sviluppo delle nostre strategie di promozione, cercando di sviluppare il turismo in primavera e autunno: quest’anno non abbiamo fatto campagne per l’estate, per evitare problemi di saturazione, di degrado per fauna e flora, nonché delle condizioni di vita per residenti e turisti”.
Ma un consigliere dell’opposizione, Claude Nicollet, individua un’altra problematica. L’aumento degli affitti – come da effetto Airbnb – che manderebbero i residenti fuori dai centri cittadini, in un momento in cui Dunkerque si prepara ad accogliere migliaia di nuovi posti di lavoro con l’insediamento di fabbriche di produzione di batterie elettriche.