“Camion e autobus rappresentano solo il 2% dei veicoli, ma sono responsabili del 28% delle emissioni di gas serra del trasporto su strada in Europa. Mentre la Commissione Europea si prepara a rafforzare gli obiettivi di riduzione della CO2 per i veicoli pesanti con una proposta prevista per novembre, una nuova analisi mostra che gli ultimi camion e autobus ad alimentazione fossile devono essere venduti entro il 2035, se si vuole rispettare l’impegno del blocco per la neutralità climatica al 2050″. Questa in sintesi la denuncia di Transport & Environment fa famosa organizzazione no-profit e politicamente indipendente (che rende pubblica la listi di chi li finanzia) con sede a Bruxelles. Un’associazione che da oltre 30 anni promuove la sostenibilità del settore trasporti europeo, attraverso un cambiamento delle politiche Ue e che rappresenta 63 organizzazioni di 26 Paesi in tutta Europa, principalmente gruppi ambientalisti impegnati nella transizione ecologica dei trasporti.
“In assenza di obiettivi più ambiziosi – spiega infatti T&E – l’impatto della circolazione di camion, autocarri e autobus è destinato ad aumentare sino al punto di annullare l’intero risparmio di emissioni che sarà conseguito, nel decennio 2020-2030, con la progressiva elettrificazione di auto e furgoni. La crescita della circolazione dei mezzi pesanti, le cui emissioni sono aumentate di oltre un quarto dal 1990 al 2019, non appare destinata ad arrestarsi. Secondo le previsioni della Commissione Ue, tra il 2020 e il 2050 l’attività dei camion dovrebbe registrare un aumento ulteriore del 44%. Quella degli autobus farebbe addirittura segnare un +72% nello stesso periodo”.
Lo studio è insomma una denuncia pesante perché secondo quanto appena pubblicato, i veicoli pesanti bruciano enormi quantità di petrolio. Attualmente, camion e autobus consumano il 42% del gasolio utilizzato dal trasporto stradale nella UE.
“Il settore trasporti rappresenta in Europa il principale driver del cambiamento climatico. I mezzi pesanti mostrano un peso crescente in termini di emissioni di CO2” dichiara Andrea Boraschi, Responsabile Veicoli Puliti di Transport&Environment Italia. “Se l’Unione non interverrà per invertire questa tendenza, camion e autobus finiranno per annullare tutti i risparmi di emissioni ottenuti con l’elettrificazione delle auto nel decennio in corso”.
Quindi, cosa fare? Lo stop alle vendite di nuovi mezzi pesanti a combustione interna nel 2030 rappresenterebbe l’opzione più sicura per il clima, ma la portata delle trasformazioni richieste potrebbe determinare impatti industriali troppo severi. Secondo il modello elaborato da T&E, la fine delle vendite di mezzi pesanti a combustione interna al 2035 rappresenta l’opzione più sostenibile e praticabile. Così l’Unione Europea potrà ottenere l’azzeramento delle emissioni associate al trasporto merci su strada nel 2050, coerentemente con i suoi obiettivi. Se dal 2035 tutti i mezzi pesanti venduti fossero a zero emissioni, a restare in attività dopo il 2050 sarebbe solo un numero ridotto di veicoli diesel, peraltro mediamente più vecchi del ciclo medio di vita di questi mezzi, che in media in Europa è di 18 anni; quindi destinati di lì a breve a uscire comunque dalla logistica.
Posticipare la scadenza, sottolinea T&E, significherebbe agire troppo tardi. Fissare invece la fine della commercializzazione di nuovi veicoli inquinanti al 2040 comporterebbe l’emissione aggiuntiva di 644 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera rispetto allo scenario del 2035. Un surplus di emissioni, sottolinea il rapporto, che sarebbe pari al 4% del carbon budget totale rimanente della Ue, equivalente alla somma delle emissioni annuali da trasporto su strada di Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Spagna e Polonia.
Un phase out dei nuovi mezzi pesanti endotermici al 2040 avrebbe come risultato, dieci anni più tardi, una flotta circolante composta ancora per un quinto da mezzi diesel: questo metterebbe i legislatori nella condizione di dover adottare misure drastiche e costose proprio per eliminare quel residuo 20% inquinante della flotta.
Nello scenario al 2035, i camion a zero emissioni in circolazione nel 2030 sulle strade europee sarebbero 659.000, un numero coerente con gli annunci dei principali player industriali del settore. In questo modo verrebbe inoltre conseguito, entro la fine del decennio, un risparmio di gasolio pari al 9% dei consumi del settore. “La revisione degli standard per auto e furgoni ha aperto la strada all’introduzione di nuovi traguardi per i camion”, osserva Andrea Boraschi. “Fissare come obiettivo la piena elettrificazione delle vendite al 2035 aiuterà l’Europa a togliere dalle strade gli ultimi veicoli diesel in tempo utile per proteggere il clima. Qualsiasi ritardo significherebbe avere ancora in circolazione al 2050 un gran numero di camion inquinanti: una prospettiva del tutto insostenibile”.
In occasione della revisione degli standard di CO2 per i veicoli pesanti prevista per novembre, T&E invita quindi la Commissione Europea a proporre i seguenti obiettivi:
- Fissare l’obiettivo della riduzione del 100% delle emissioni di CO2 entro il 2035 per tutti i segmenti del trasporto merci, compresi i camion piccoli e medi, attualmente non regolamentati;
- Fissare l’obiettivo della vendita del 100% di mezzi a zero emissioni al 2027 per gli autobus urbani, al 2035 per i pullman e al 2040 per i camion professionali;
- Aumentare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 per il 2030 al 65% per camion medi e pesanti;
- Introdurre obiettivi intermedi nel 2027 per accelerare la transizione;
- Introdurre standard di efficienza energetica per i rimorchi.