Canada. Churchill. Manitoba. Villaggio di neanche mille abitanti che poggia sulla Baia di Hudson, in altre parole sull’Artico. “Appena” 59 gradi di latitudine ma con affaccio su un lembo di mare semichiuso che – cambiamento climatico permettendo – congela da novembre a inizio estate. Qui, a centinaia di chilometri da qualunque altro insediamento urbano, a quasi 2 mila chilometri dalla capitale dello stato, Winnipeg, gli amanti della natura e del wildlife watching hanno una doppia chance – che per i più fortunati può diventare simultanea. Churchill e il misto di terra e acqua che la circonda sono infatti una delle dimore preferite dell’orso bianco, e la “metropoli” numero uno al mondo per popolazione di beluga, il cetaceo bianco assiduo frequentatore dei mari freddi dell’emisfero settentrionale che qui, in particolare d’estate, trova il suo habitat ideale sia per quantità e varietà di cibo disponiblie che per protezione dai possibili predatori, in questa stagione in paricolare dall’orca.
L’assidua presenza dell’orso bianco è ormai nota anche molto lontano dalla terra dell’acero. Chi ha una minima passione per animali e documentari a tema avrà visto più volte le immagini dei “polar bear tour” caratteristici di inizio autunno, quando il più grande mammifero terrestre vivente si risveglia dalla sorta di “ibernazione ambulante” in cui trascorre l’estate e – con il ghiaccio che via via si impossessa della baia, dà inizio alla sua lunga stagione venatoria, nella quale – con periodicità opposta rispetto agli altri orsi, che entrano in letargo proprio in quel periodo – cerca di incamerare il massimo peso possibile. Prima che il ghiaccio abbia definitivamente preso possesso di questa vastissima insenatura artica, un migliaio di esemplari si assembrano letteralmente attorno a Churchill, fino in qualche caso a palesarsi tra bidoni dell’immondizia e supermercato. Il tutto normalmente accade tra fine ottobre e fine novembre. Da quel momento in poi, con il “pack” ormai consolidato a ricoprire l’intera propaggine marina, che si estende fino quasi al polo per oltre 1,2 milioni di chilometri quadrati, gli orsi bianchi si spingono nel suo profondo, a pescare tutto quello che riescono a scovare “sotto” lo strato marino solido.
Prima che accada tutto questo, e in generale proprio dal momento in cui la baia scongela, a inizio estate, e fino a settembre ottobre, l’area diventa la capitale mondiale della comunità beluga. Cetaceo di “medie” dimensioni (almeno considerati gli standard dell’infraordine animale in questione), più strettamente imparentato con capodogli, narvali e zifidi (monodontidi), che non con i delfini o le balene cui viene generalmente accostato, questo splendido mammifero ha trovato nella Baia, nelle sue acque relativamente calde e ospitali, il suo habitat. Protetta dalle orche, con i suoi estuari, a cominicare da quello del fiume omonimo della piccola comunità in questione, la Baia di Hudson e in particolare le sue coste occidentali e meridionali vengono raggiunte ogni anno da 55mila di questi odontoceti. Si presentano in famiglie di adulti e giovani, con questi ultimi riconoscibili, oltreché per la taglia, per il colore grigio chiaro, non ancora candido.
Natualmente destinati a ispirare simpatia, vuoi per l’aura luccicante, vuoi per l’espressione, che, al pari dei delfini, evoca quella di un sorriso umano, i beluga, che sembrano effettivamente non disdegnare l’attenzione dei turisti, affascinano ancora di più una volta che si apprende quanto sofisticato sia il loro “linguaggio”. Ribattezzati “i canarini del mare” per la cinquantina di vocalizzazioni (dal sibilo, al clic, al tintinnio) che sono in grado di emettere, sono “animali sociali con un sistema di comunicazione molto compesso”, spiega Valeria Vergara, studiosa della Raincoast Conservation che li osserva da anni. “Il beluga è una specie focalizzata sui suoni, come l’uomo lo è sulla visone”, racconta all’agenzia France Presse. Con le orecchie orientate verso l’idrofono, Vergara cerca di mettere ordine tra la moltidudine di suoni che arrivano dal fondale, per un udito inesperto soltanto un insieme sorprendente e in apparenza cacofonico. “I beluga devono fare affidamento sui suoni per comunicare, ma anche per localizzarsi a vicenda, o per trovare un itinerario, o il cibo..:”, insiste Vergara, che poi spiega di aver imparato a riconoscere il “grido di contatto” usato dalle madri per guidare i loro cuccioli.
Quando nascono, i beluga misurano circa un metro e ottanta, per un’ottantina di chili. Dipendono dalla madre per un paio d’anni. Da adulti, questi cetacei che generalmente frequentano le acque ghiacciate attorno alla Groenlandia, a nord della Canada, della Norvegia e della Russia, raggiungono i 6 metri di lunghezza. Vivono fino a 60 anni. La popolazione della Baia di Hudson è la più vasta del pianeta. Ma qui, come altrove, la diminuzione dello strato di ghiaccio, conseguenza del cambiamento climatico che qui ha provocato un riscaldamento 3-4 volte superiore rispetto al resto del pianeta, è motivo di inquietudine per gli studiosi (e non solo). Per ora, le chance di ammirarli, d’estate, rimangono elevatissime. E i più fortunati – come si vede dalle immagini – potrebbero persino scorgere – statisticamente più da lontano rispetto a quanto accade a novembre – un orso bianco che deambula pigramente alla ricerca di qualche carcassa da spolpare.
Situata nella propaggine sud-occidentale della Baia di Hudson, Churchill come detto conta appena 800 abitanti. Non è raggiungibile in auto. Si arriva in aereo, e, sorprendentemente, in treno, due volte la settimana, da Winnipeg: 1697 chilometri per 21 ore circa. Con opzione carrozze letto. O con tetto in vetro panoramico. Per chi, specie da settembre in poi, andasse a caccia di aurore boreali.