In occasione della Giornata mondiale della Terra, la maison simbolo dell’alta gioielleria aderisce all’iniziativa lanciata dal brand italiano per ridurre le emissioni di gas serra. La moda è la seconda industria più inquinante del mondo, dopo quella dei carburanti. Questo è ciò che si va ripetendo da anni, e sebbene l’affermazione di recente sia stata confutata, resta comunque evidente come i massicci volumi di produzione, i trasporti e gli scarti generati dal settore stiano lasciando un’impronta indelebile sull’ambiente. Il che, unito alla crescente consapevolezza dei consumatori su certe tematiche, ha fatto sì che sempre più marchi si assumessero la responsabilità di fare qualcosa di concreto, e soprattutto efficace, in proposito.

Lo dimostra il boom dei capi prodotti riciclando e lavorando materiali già esistenti: il denim di Diesel, per esempio, è per buona parte ricavato da indumenti recuperati, come pure il 95% dei tessuti usati da Balenciaga. Altra iniziativa estremamente valida è il passaporto digitale, di cui si stanno dotando buona parte dei brand in attività, e che permette attraverso un QR code di conoscere tutto il ciclo vitale del pezzo a cui fanno riferimento. Ed è notizia di queste ore che eBay inaugurerà una sezione dedicata alla vendita di capi e accessori fallati, anche di lusso (tra i nomi aderenti ci sono The North Face, Adidas, Valentino e Givenchy), che normalmente verrebbero bruciati o eliminati, producendo un ulteriore danno ambientale.

Tra i più attivi sulla materia c’è di sicuro Gucci, tra i primi a promuovere un programma proprio in tal senso: il marchio di proprietà del gruppo Kering, che è carbon neutral fin dal 2018, nel 2019 ha infatti lanciato la Ceo Carbon Neutral Challenge ideata dal suo amministratore delegato Marco Bizzarri, per incentivare le aziende (non solo di moda) ad adottare strategie volte a ridurre le emissioni di gas serra, e a implementare le iniziative per compensare le emissioni rimanenti, proteggendo la biodiversità ambientale. Il progetto ha fatto scuola, raccogliendo l’adesione, tra gli altri, anche di San Pellegrino e del Lavazza Group; ora, in occasione dell’Earth Day, ha registrato un’altra importante adesione: quella di Cartier, leggendario nome della gioielleria più alta.

“Crediamo fermamente che un’industria sostenibile sia possibile solo attraverso iniziative di collaborazione”, dice Cyrille Vigneron, Presidente e Amministratore Delegato di Cartier International. “Siamo convinti che sia nostro dovere proteggere la biodiversità, esercitando un impatto positivo sul Pianeta. Per Cartier questo si traduce anche nel sostegno di partnership innovative, in un impegno condiviso”.

È d’accordo con lui Bizzarri. “Il recente rapporto dell’Ipcc, il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite, ha delineato uno scenario che va sempre più aggravandosi rispetto al 2019, anno di inizio della CEO Carbon Neutral Challenge”, sostiene l’ad di Gucci. “È sempre più evidente che dobbiamo agire ora per la natura, e che non è sufficiente concentrarsi esclusivamente su azioni sul lungo periodo. Per questo da Gucci promuoviamo da anni un approccio mirato a proteggere e ripristinare la Natura, e mi congratulo con Cartier per essersi uniti a noi in questa sfida. La decisione di dare priorità alla riduzione delle emissioni, facendosi carico anche di quelle residue, e investendo nella protezione degli ecosistemi naturali, è un chiaro esempio di come si possa agire in modo concreto per affrontare la crisi climatica”.