Si dirà che ormai è un format quasi inflazionato, ma tant’è. Dubai ha da pochissimo inaugurato la sua versione del Madame Tussauds, il celebre museo delle cere che da Londra ha via riprodotto il suo modello in altri 25 luoghi tra Europa (il primo “clone” fu creato ad Amsterdam nell’ormai lontano 1970), Usa, Asia e Oceania.
Il Tussauds di Dubai si trova in una delle isole artificiali che stanno sorgendo nell’emirato, per creare ulteriore supporto – anche fisico – alle attrazioni che mirano a trasformare la metropoli del grattacielo più alto del pianeta in una delle capitali mondiali assolute del turismo del futuro, con particolare attenzione al mercato asiatico che già prima della pandemia muoveva i massimi numeri in termini di presenze e fatturato, e verosimilmente tornerà a farlo presto.
Non a caso, tra le sessanta statue, tutte create a Londra in un arco di tempo dell’ordine dei sei mesi da un team di venti artisti, con una tecnica che prevede la creazione di “forme” che rappresentano l’involucro dell’immagine finale. Queste poi vengono riempite di cera, e successivamente scolpite con l’argilla. I capelli sono reali, “impiantati” sulla scultura con appositi aghi.
Da Trump a CR7, da Hamilton a Ana Wintour: il who’s who del nuovo Madame Tussauds di Dubai
Le sessanta statue di cui li Tussauds di Dubai consta al momento rappresentano personalità i cui nomi sono (anche) il risultato di un’indagine demoscopica condotta prima dalla direzione del museo. Comprendono al momento l’ex presidente Trump con Melania, ma escludono il successore Joe Biden (che un portavoce dell’azienda ha detto potrebbe comparire nel futuro). Ci sono poi la regina Elisabetta, il presidente cinese Xi Jinping, gli attori Tom Cruise, Will Smith, Vin Diesel e Jackie Chan la modella-influencer Kylie Jenner, la cantante Rihanna, gli immancabili Cristiano Ronaldo e David Beckham, curiosamente ancora in casacca Juve il primo e separato dalla moglie Victoria, a sua volta di scena, il secondo. E poi, Leo Messi, il campionissimo della F1 Lewis Hamilton, il discusso in questi giorni a Roma artista marziale Conor McGregor e il grandissimo fighter del passato, Mohammed Alì. E poi, una manciata di stelle di Bollywood, chiaro ossequio all’India – uno dei mercati chiave per l’incoming turistico degli Emirati. Trump durante la presidenza era considerato un amico stretto degli Emirati, per la sua politica dura contro l’Iran. A Dubai, c’è uno dei golf club che l’ex primo cittadino ha creato nel mondo.