“Sostenibilità e cambiamento climatico sono due facce della stessa medaglia. Ma io sono un’accanita sostenitrice della teoria che per risolvere un problema bisogna prima conoscerlo. Perché se lo conosci vuoi risolverlo”. Ha 22 anni, Sofia Pasotto, e le idee molto chiare. Il clima è al centro del suo percorso di vita come attivista, divulgatrice su TikTok e studentessa di un master in Climate change a Copenhagen.
Cresciuta nel giardino della nonna, più spesso all’aperto a giocare con le farfalle che a casa davanti ai cartoni, la sua passione per salvaguardia dell’ambiente la considera fisiologica. “Man mano che crescevo, cresceva in me la necessità di proteggere quello che avevo intorno”. In Danimarca ci è arrivata dopo aver portato in piazza a Mantova, la sua città natale, le prime manifestazioni dei Fridays for Future e dopo aver finito la laurea in Relazioni Internazionali. Con un obiettivo ben preciso: lavorare come negoziatrice alla convenzione quadro sul cambiamento climatico dell’Onu (Unfccc).
Intanto vuole sensibilizzare i più giovani sulla crisi climatica e per questo, ad aprile 2021, ha aperto il suo canale TikTok, @telospiegasofia, che in meno di un anno conta già oltre 40mila follower. “Sono nata come attivista in piazza – racconta – e usavo Instagram come cassa di risonanza. Poi ho iniziato a esplorae TikTok e mi sono accorta che nessuno in Italia trattava il cambiamento climatico dal punto di vista del problema. Ho sentito il dovere morale di farlo io stessa”.
Sul social di ByteDance l’interesse per i temi ambientali cresce di giorno in giorno. L’hashtag #cambiamentoclimatico ha 14 milioni di visualizzazioni, #sostenibilità quasi 40, #bastaplastica 80, #ambiente 200. Numeri che superano il miliardo per gli hashtag in inglese, tipo #climatechange e #zerowaste. La piattaforma è anche un ottimo scrigno di eco-consigli e raccomandazioni di prodotti green che aiutino a diminuire il nostro impatto sul Pianeta. Dagli eco bricks, bottiglie di plastica riempite di imballaggi, involucri e sacchetti di plastica e poi utilizzate come veri e propri mattoni – che secondo uno studio Uswitch hanno raggiunto 20 milioni di visualizzazioni – alle coppette mestruali, passando per il fertilizzante fatto con le bucce di banana, gli involucri di cotone e cera d’api, le spugne di luffa coltivata in casa e gli shampoo solidi.
“La sostenibilità è più pop della scienza – sostiene Sofia – perché ti fa sentire parte della soluzione. Ma solo capendo le cause si possono davvero cambiare le cose. Prima di dirti cosa puoi fare, devi capire il problema. È il nucleo su cui lavorare. Le soluzioni poi vengono da sé”. Il suo è un approccio più scientifico, simile a quello di EcoTok, un collettivo statunitense formato da 17 creator, accomunati dall’obiettivo ambizioso di salvare il Pianeta. Gli ecotokers insegnano la scienza, l’attivismo e i modi per portare i cambiamenti agli utenti, che sono un miliardo nel mondo – 5,4 milioni in Italia – e quasi tutti giovanissimi: il 66% ha meno di 30 anni e la maggior parte ha un’età compresa tra i 16 e i 24.
Sono proprio i ragazzi della GenZ che Sofia ha conquistato con parole semplici e la giusta dose di sarcasmo: “Questa estate, dopo gli esami, in tanti mi hanno scritto di aver usato gli argomenti di cui parlo per tesine o verifiche”, racconta. “Avere il loro riconoscimento accademico è la cosa che mi fa più piacere, perché credo che per parlare di un certo argomento a scuola vuol dire che una persona ha imparato qualcosa. Significa che ho piantato un semino che sta germogliando“.
Non sempre è facile, però. “Molti utenti che mi chiedono dove sono finita se sparisco per qualche giorno. Altri – pochi, per fortuna – mi augurano la morte”. E anche i risultati non sono sempre quelli desiderati. “Ci sono video che ho girato in 3 minuti e che sono diventati virali, mentre altri che penso, scrivo e giro per giorni non hanno gli stessi risultati”. Ma Sofia non demorde: “Ho il potere di trasmettere un’informazione corretta e facile da assimilare. E finché ci sarà qualcuno che vorrà il mio aiuto io ci sarò”.