Immaginate una città dove ogni cittadino diventa consapevole del proprio impatto sull’ambiente e si impegna attivamente per il benessere collettivo: lo racconta Silvia Amadio, 64 anni, nel suo libro Eco-keeper. Una nuova figura professionale nell’ambito dell’etica ecologica” (Edizioni Efesto). Ma attenzione, perché – come spiega l’autrice – la “città ideale” non è un’utopia e la figura professionale dell’eco-keeper è importante per affrontare la crisi climatica e introdurre nelle nostre vite il paradigma dell’ecologia integrale.
“Questo mio studio – spiega Amadio – è nato nel 2016, dopo l’uscita dell’Enciclica di Papa Francesco Laudato si’ che affronta il complesso prisma che è la nostra vita: ogni faccia ha la sua importanza, nessuna esclusa. L’integralità necessaria è quella che contempla, che rispetta, che considera e che valuta allo stesso modo ogni creatura del creato. Purtroppo, la classica visione dell’essere umano ‘dominatore della terra’ ha alterato la reale comprensione della realtà ma, ad oggi, abbiamo dimostrazione che molti paesi stanno attuando politiche urbane tese alla realizzazione di città ideali. Nel libro faccio, infatti, un piccolo elenco di città virtuose che stanno rispondendo alla sfida del Future Fit, chiaramente le iniziative sono molteplici ed ogni città tenta di mettere in pratica quei concetti una volta considerati utopie, ma che oggi fanno parte dei diversi programmi mondiali legati all’ecosostenibilità. Il dato sconfortante è che queste città sono ancora troppo poche rispetto all’urgenza di cambiamento e di transizione richiesta a livello globale. L’ecologia integrale è sinonimo di cooperazione, di coinvolgimento totale, di responsabilità diffusa. Chiaramente bisognerà riordinare l’importanza dei principi sociali, solo in ultimo penserei alla dimensione economica, mettendo invece al primo posto la dimensione dei valori della sostenibilità a tutto tondo, iniziando dal rispetto delle persone (fragili, anziani, relazioni interculturali, immigrazione, accoglienza), per passare al rispetto della natura in generale (inquinamento aria, mari, acqua, produzione dei rifiuti) arrivando al rispetto del territorio (la città in cui viviamo, rispetto dei luoghi pubblici, del verde, della gestione dei consumi, dei rifiuti)”.

In questo contesto nasce la figura dell’eco-keeper. Questo termine suggerisce generalmente un sistema impiegato nella costruzione di finestre e porte che garantisce il risparmio energetico e isolamento acustico. Nel libro invece si tratta di un professionista che affronta le sfide ambientali del nostro tempo. “Lo Stato italiano – insiste Amadio – dovrebbe prendersi la responsabilità di formare gli eco-keeper, offrendo loro una preparazione completa che permetta di prendersi cura dell’ambiente e delle persone. L’idea è quella di offrire ad un inoccupato la possibilità di formarsi per specializzarsi ed avere poi le competenze per prendersi cura del pianeta. Immaginate che ogni palazzo abbia una persona formata per supportare la sua comunità, dalla raccolta differenziata alla cura delle persone fragili. Potremmo davvero diventare un paese virtuoso. L’eco-keeper potrebbe divenire la professione del futuro, ma chiaramente la mancanza di fondi da parte delle amministrazioni governative e locali è uno dei primi ostacoli. Nei vari piani di transizione ecologica e nei diversi programmi per l’emergenza climatica, in effetti manca questa figura concreta che si prenda cura della terra a tutto tondo”.
Amadio invita i lettori ad impegnarsi verso un’azione concreta a supporto dell’ambiente, partendo da pochi ma centrali valori condivisi. “Il primo passo – aggiunge Amadio – è il rispetto di se stessi in primis: l’idea di conoscersi e di rispettare la propria sensibilità, la propria naturalità, i propri principi ispiratori, il fatto che siamo parte del tutto. Questo permetterebbe di aprirsi alla conoscenza e al rispetto degli altri e di ogni cosa che ci circonda. Il rispetto dei valori propri della natura, dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo, del cibo che ci nutre, avendo ben chiaro il fatto che le nostre scelte di vita vanno a compromettere queste realtà naturali che diamo per scontate e inesauribili, mentre così non è. La sostenibilità significa fare scelte oggi che ricadranno sul futuro dei nostri nipoti domani. Se venisse spiegato questo semplice significato a tutti, credo che si aprirebbero i cuori di ognuno. La relazione tra etica ecologica e le scelte individuali è importantissima. L’educazione ambientale dovrebbe essere alla base dei piani didattici. Se fin da piccoli riuscissimo a conoscere i problemi che hanno causato e che continuano a causare le scelte umane, immagino che la percezione del tema ecologico diverrebbe più ampia di quello che è oggi. Una volta diventati adulti con le giuste conoscenze in campo ambientale, molti problemi sarebbero affrontati in modo diverso”.
Le sfide per il futuro, secondo l’autrice, sono tutte cruciali, ma la più urgente è la cittadinanza attiva. “Il coinvolgimento emotivo – conclude Amadio – è la leva che potrebbe portare i più grandi risultati nel campo della sostenibilità urbana. Il “prendersi cura” è la base per l’evoluzione di ogni rapporto umano, sotto ogni aspetto: curare i rapporti in generale, rispettare sé stessi e gli altri, mettersi a disposizione per la tutela dei diritti umani, mettersi al servizio dei più fragili, rispettare la natura che ci circonda. La mia proposta è quella di attuare piani di risveglio civile in modo da riattivare il sé ecologico nascosto in ognuno di noi. Non bisogna mai farsi prendere dallo sconforto, nonostante le funeste previsioni, abbiamo sempre dalla nostra parte la possibilità di risolvere le criticità, di contrastare le difficoltà, di riparare i danni, di suggerire cambiamenti positivi, di essere resilienti e aggirare il problema per riprendere il retto cammino. I nostri ragazzi hanno tutte le carte in regola per prendere in mano il processo di cambiamento necessario e non più procrastinabile, bisogna soltanto coinvolgerli di più, dargli la possibilità di conoscere, di prepararsi, di formarsi adeguatamente alle sfide future”.