In Italia era in voga a partire dagli anni Sessanta e veniva comunemente chiamato “vuoto a rendere“. Un piccolo sovrapprezzo, di fatto un deposito cauzionale di poche lire, applicato al prezzo delle bevande in bottiglia, che veniva restituito al cliente nel momento in cui riportava appunto il vetro al negoziante. Un metodo poco impegnativo per garantire il riutilizzo delle bottiglie.
Che fine ha fatto il vuoto a rendere? Ogni anno sprechiamo più di 7 miliardi di contenitori riciclabili
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