Desolata, spettrale, abbandonata. Sono rimasti solo pochi animali e qualche pianta a popolare la zona intorno alla centrale nucleare di Chernobyl, dove 35 anni fa, la notte del 26 aprile 1986, avvenne uno degli incidenti più catastrofici della storia.
Ci vorranno migliaia di anni – forse 24mila, secondo quanto dicono le autorità ucraine – prima che quest’area torni a essere nuovamente sana e abitabile. Nel frattempo, non mancano gli itinerari organizzati, che portano a visitare le zone del più grande disastro nucleare di sempre.
Non è bastata la reale preoccupazione per lo stato insalubre e tuttora radioattivo dell’ambiente a fermare i gruppi di visitatori, i tour operator e i curiosi che si avventurano tra le queste lande desolate. E nemmeno, a quanto pare, il Covid.
Chernobyl, la prima visita guidata
Il ministro Viktor Baloga lo aveva detto, lo scorso autunno. E ha mantenuto la sua personale promessa seppure con un mese di ritardo, febbraio (la fine) anziché gennaio. Ecco le immagini della prima visita guidata, ufficiale, sotto l’egida del governo ucraino, alla centrale di Chernobyl, il cui reattore 4 collassò nella primavera del 1986, provocando il più tragico disastro nucleare civile della storia. Alla vista sono ammessi solo maggiorenni, e sono escluse le donne in gravidanza. Il tour, come si vede dalle immagini di rovine e interni di abitazioni, comprende anche un’escursione alla vicina città abbandonata di Pripyat. Come si vede dalle immagini, i visitatori sono dotati di caschi, mascherine e rilevazione di radiazioni. Lo spegnimento definitivo dell’ultimo reattore, il 3, sarà completato nel 2015. Ma i pessimisti sostengono che il risanamento ambientale dell’area richieda ancora decenni
L’ultima inusuale proposta arriva dalla compagnia aerea locale Ukraine International Airlines, UIA, che organizza diverse escursioni tra queste terre, volando attraverso i siti del disastro: offre la possibilità ai turisti di sorvolare a bassa quota l’area dell’incidente, con aerei panoramici che portano alla scoperta del posto deserto.
In occasione dell’anniversario ha proposto un’insolita esperienza chiamata “Flight over Kyiv (Kiev, ndr) and Chernobyl”: per la cifra di 2970 Grivnia ucraina, una novantina di euro scarsi, si sale a bordo di un aereo, un Embraer 195, e si sorvola per un’ora e mezzo l’area della catastrofe ambientale. Viaggiando a un’altezza di soli novecento metri, si ammirano (si fa per dire) i ruderi abbandonati e i villaggi fantasma, intervallati da distese di boschi e praterie disabitate.
Il volo offre una visuale differente del territorio, spingendosi non solo sulla capitale Kiev, ma anche attraverso gli angoli più insoliti e inesplorati di questa regione. Seguendo il corso del fiume Dnipro, si scopre la cittadina abbandonata di Pripyat, la più vicina alla centrale di Cernobyl, a soli due chilometri dalla stazione nucleare, oggi situata all’interno della zona di alienazione. Lo scenario spettrale che si presenta a chi visita (o sorvola, come in questo caso) quella che un tempo aveva 50.000 abitanti e veniva soprannominata “La città dei fiori”, per via del verde che sfoggiava, è devastante. Va sottolineato che oggi Pripyat è, nonostante lo scenario dal sapore macabro, una meta turistica, che negli ultimi tempi ha visto (a sorpresa) anche un aumento dell’afflusso turistico, complice il successo della serie televisiva Chernobyl, firmata HBO e uscita nel 2019.
Durante i voli, la Chernobyl Tour Company, specializzata nel turismo nella zona di esclusione di Chernobyl, aiuta i passeggeri ad approfondire la conoscenza della storia, delle cause e delle conseguenze dell’incidente, oltre ovviamente alla geografia dei luoghi coinvolti.
L’attrazione turistica (se così vogliamo chiamarla) più importante dell’insolito tour è la centrale nucleare di Chernobyl, o quel che ne rimane. Uno dei siti più sinistri di quello che chiamano “dark tourism”, il turismo che si interessa dei luoghi più tetri del pianeta. Il sito apocalittico del peggior incidente nucleare del mondo.