C’è chi l’energia la richiede e la consuma per vivere e lavorare; poi c’è chi la produce progettando nuovi scenari all’insegna della sostenibilità ambientale. Sostenibilità che passa, anche, dallo sviluppo dell’agricoltura e dall’incremento dell’occupazione nei Paesi emergenti. La nostra energia può percorrere, prima di arrivare a noi, anche queste strade virtuose.
Succede con la produzione degli oli vegetali per la bio-raffinazione, fondamentali per contribuire alla decarbonizzazione dei trasporti. Succede per esempio in Kenya, nell’agri-hub di Makueni, dove avviene la spremitura di sementi di ricino, croton e cotone, coltivate e raccolte localmente; piante da cui vengono estratti oli vegetali, materia prima necessaria per la produzione dei biocarburanti, che alimenterà il sistema di bio-raffinazione. Si tratta di “agri-feedstock” che non competono con la filiera alimentare; insomma non sottraggono terra al cibo. Prodotti coltivati in aree degradate, raccolti da alberi spontanei o risultanti dalla valorizzazione di sottoprodotti agricoli, che offrono inoltre nuove opportunità di reddito e accesso al mercato a migliaia di agricoltori: si stima 1 milione di famiglie al 2030.
A Makueni, sempre con quei semi, si producono anche mangimi e bio-fertilizzanti a beneficio della zootecnia e della sicurezza alimentare. Torniamo all’olio che diventerà bio-carburante. Quello che – l’abbiamo detto – “nasce” e “cresce” in Kenya nell’agri-hub inaugurato da Eni, il primo del Paese e dell’interno continente africano per la filiera verticale integrata dei biocarburanti L’Azienda ha lanciato il progetto nel 2021; progetto che prevede la costruzione di altri agri-hub (il secondo andrà a regime già l’anno prossimo) e l’aumento della produzione coinvolgendo migliaia di agricoltori, attraverso programmi di formazione, per contribuire significativamente allo sviluppo rurale del Paese.
Tutti gli agri-feedstock sviluppati in Kenya hanno il “timbro” di sostenibilità ISCC-EU (International Sustainability and Carbon Certification), uno dei maggiori standard volontari riconosciuti dalla Commissione Europea per la certificazione di biocarburanti.
“A soli tre mesi dallo startup di Makueni inizia l’export di olio vegetale per le bioraffinerie, attraverso un modello di integrazione verticale che consente di promuovere uno sviluppo locale sostenibile e di valorizzare la filiera per la produzione di biocarburanti. Questi sono i semi di una nuova energia, un passo concreto per decarbonizzare i trasporti con un approccio innovativo che a partire dalla produzione del Kenya si estenderà l’anno prossimo al Congo, e successivamente agli altri Paesi africani e alle aree geografiche in cui stiamo portando avanti questi progetti”, ha detto Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni.
Paragrafo dopo paragrafo siamo rientrati nel Belpaese, viaggiando insieme al primo cargo di olio vegetale per raffinerie che da Makueni, pochi giorni orsono, è salpato alla volta di Gela: dal porto di Mombasa alla raffineria Eni della città siciliana. Si è così avviato questo sistema di trasporto e logistica che supporterà la catena del valore nel Kenya, partendo da una produzione di 2.500 tonnellate entro la fine di quest’anno per giungere, nel 2023, a 20.000 tonnellate.
Entro il 2025 Eni punta a coprire il 35% dell’approvvigionamento delle proprie bio-raffinerie tramite l’integrazione verticale della filiera agri-feedstock/waste&residue, per assicurare volumi di olio vegetale capaci di competere efficacemente nel contesto sfidante dei prezzi e della domanda crescente di energia.
Altre iniziative nell’ambito agro-industriale coinvolgono Congo (dove Eni prevede di aprire il primo agri-hub nel 2023), Mozambico, Angola, Costa d’Avorio, Benin, Ruanda. Citiamo infine, uscendo un attimo dal Continente, il Kazakistan.
Biocarburanti, mangimi per la zootecnia, bio-fertilizzanti e molto altro. Energia per oggi e per domani. Assieme all’energia lo sviluppo, il rilancio di un Continente ancora non appieno coinvolto dalla transizione energetica (solo il 2% degli investimenti per le “rinnovabili” negli ultimi vent’anni, secondo l’ Agenzia Internazionale dell’Energia, hanno interessato l’Africa). In Africa, oltre ad una scarsissima elettrificazione, 900 milioni di persone non hanno accesso a combustibili, tecnologie o perfino all’acqua potabile.
Il Continente, tuttavia, ha un enorme potenziale che va stimolato, valorizzato tramite investimenti oculati e lungimiranti; investimenti e progetti che coinvolgano la popolazione locale impattando positivamente sull’economia, l’occupazione, la crescita. È ciò che Eni fa con programmi e progetti in linea con la strategia del Gruppo, volta a raggiungere nel 2050 il traguardo delle emissioni net zero. Un traguardo ambizioso dove giocheranno un ruolo chiave proprio i biocarburanti e la conseguente mobilità sostenibile.
Futuro ed energia si possono seminare; e raccogliere.