Circa 80mila turisti sono bloccati nella città balneare di Sanya, nel sud della Cina, sull’isola tropicale di Hainan, dopo che le autorità hanno dichiarato un focolaio di Covid-19 e imposto un lockdown.
Le restrizioni sono entrate in vigore sabato mattina, dopo che sono stati registrati 263 casi confermati venerdì e altri 129 sabato, nella variante Omicron (Ba 5.1.3), rispetto ai soli 11 registrati mercoledì. Il Partito comunista al governo in Cina si attiene fermamente a un approccio “zero Covid”, che è sempre più in contrasto con il resto del mondo, tanto da aver recentemente chiuso Shanghai per tre mesi, tra aprile e luglio.
Le autorità ferroviarie hanno vietato tutte le vendite di biglietti a Sanya e anche tutti i voli sono stati cancellati sabato. I turisti che vogliono partire da Sanya devono risultare negativi al coronavirus in cinque test molecolari in 7 giorni, hanno fatto sapere le autorità. Intanto gli hotel offriranno agli ospiti uno sconto del 50% durante il periodo di permanenza forzata, ha affermato un funzionario della città durante una conferenza stampa.
“Preghiamo i residenti e i turisti di comprendere e di dare il loro supporto” hanno scritto le autorità locali in una nota diffusa attraverso l’account cittadino su WeChat.
Il lockdown giunge durante l’alta stagione turistica a in una località famosa per i suoi resort e le spiagge. Situata a sud della punta meridionale della Cina Continentale, a circa 650 km a Sud-Ovest di Hong Kong, Hainan è un’isola grande circa una volta e mezza la Sardegna. Sanya, che si trova sull’estrema punta sud, è molto frequentata anche in qualità di duty free zone, nonché sede di alberghi anche delle grandi catene internazionali, come Ihg o Marriott.
A quanto si apprende, i casi hanno interessato principalmente i residenti. Tra le limitazioni, anche il blocco del trasporto pubblico locale, e della maggior parte degli esercizi commerciali.