Isolata da quasi mezzo secolo, dai tempi dell’invasione turca, la Repubblica turca di Cipro Nord, di fatto riconosciuta solo da Ankara, ha appena inaugurato un terminal aeroportuale da quasi mezzo miliardo di euro nell’aeroporto internazionale di Ercan, lo scalo che l’autoproclamata repubblica ha costruito nei pressi di Nicosia, in luogo del vecchio scalo, che oggi giace in rovina nell’area cuscinetto controllata dall’Onu ed è tra l’altro oggetto degli amanti del turismo (urbex) proibito estremo.
Una specie di cattedrale nel deserto, allo stato attuale delle cose, dal momento che Ercan ha necessariamente accolto – sinora – passeggeri turchi, o nella migliore delle ipotesi turisti internazionali che, di passaggio in Turchia, hanno scelto di volare verso Cipro Nord, tuttora separata dal resto dell’isola, la Repubblica di Cipro, membro dell’Unione Europea e abitata da ciprioti greci, dalla linea di demarcazione presidiata dalle Nazioni Unite. Il tutto cominciò nel 1974, quando un colpo di stato dei nazionalisti greci che volevano riannettere l’isola ad Atene scatenò l’invasione turca.
Oggi più che mai le due etnie vivono sui versanti opposti di quella linea, che separa anche i rispettivi spazi aerei. La Rtcn, che non è riconosciuta neppure dall’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale, controlla la parte nord della Regione di informazioni di volo (Fir) di Nicosia Nord e una parte di quella di Ankara, sulla costa Sud della Turchia, secondo quanto ha riferito all’agenzia di stampa France Presse il direttore dell’aviazione civile della Repubblica Cipro Nord, Mustafa Sofi.
I due spazi aerei dell’isola
Situato nella periferia della parte occupata di Nicosia, Ercan – ribadiscono dalla direzione dell’Aviazione civile della Repubblica di Cipro, che controlla lo spazio aereo sud dell’isola, “non è riconosciuto dalla comunità aeronautica internazionale”.
Nonostante l’embargo internazionale, Cipro Nord approfitta degli scambi con la parte sud dell’isola – ci sono comunque nove passaggi – e dei turisti attirati dalle spiagge candide, dalle acque turchesi e dai numerosi siti storici, il tutto favorito da prezzi particolarmente allettanti, con la recente caduta della lira turca. Nella Rtcn sono peraltro comunemente accettati euro, dollari e sterline britanniche.
Rtcn e la scommessa sul turismo
Il nuovo terminal di Ercan, sei volte più grande del vecchio ormai chiuso, “costituisce una tappa importante per il nostro Paese, contribuirà a portare lo sviluppo turistico ed economico a un livello ancora più alto”, ha detto ai media locali il ministro del Turismo, Fikri Ataoglu. Il turismo è cruciale per la Repubblica del Nord, e gli investimenti vanno di conseguenza: “circa 450 milioni di euro”, sottolinea Sofi, per una nuova pista e per il nuovo terminale, capace di accogliere 10 milioni di passeggeri l’anno, 4 volte quelli che potevano transitare fino a ieri. Un livello paragonabile, anzi, leggermente superiore, a quello che oggi circola tra Larnaca e Paphos, i due aeroporti della Repubblica di Cipro, che nel 2022 hanno accolto 9,2 milioni di passeggeri.
Il nuovo terminal è stato inaugurato qualche settimana fa, presidente Erdogan (immancabilmente) partecipe ell’evento. Nel vasto edificio c’è già una duty free area ma molto rimane da fare. Ai banchi del check-in si leggono solo i nomi di compagnie e di città turche.
Negoziati sulla riunificazione fermi da 6 anni
Qui però l’ottimismo non manca: il ministro dei trasporti della Rtcn, Erhan Arikli, spera di vedere voli internazionali “da qui a un anno e mezzo-due massimo”. Gli esperti di politica internazionale non sono dello stesso avviso. Stefan Talmon, professore di diritto internazionale all’Università di Bonn, e specialista di Cipro, dice all’Afp che “non ci potranno avere voli internazionali diretti verso l’aeroporto di Ercan, dal momento che la comunità internazionale considera l’isola di Cipro come uno stato solo e riconosce il governo della Repubblica di Ciprio come il governo di insieme dell’isola”.
La questione era già stata affrontata un paio di volte “nel 2009 e nel 2010 – aggiunge lo studioso – da del tribunali britannici interpellati da una compagnia aerea cipriota-turca, che avevano chiesto loro di autorizzare dei voli diretti tra Londra ed Ercan”. La richiesta era stata rigettata con la motivazione che “non ci possono essere dei voli diretti fino a quando il governo cipriota-greco – che ovviamente non riconosce la Rtcn, n. d. r.) non designi Ercan come scalo internazionale”, in modo conforme alla Convenzione di Chicago sull’aviazione civile internazionale, che va rispettata dalle compagnie aeree, che in caso contrario sono passibili di pesanti sanzioni.
Quello che vorrebbero ottenere nella Rtcn – aggiunge il giurista – sono dei voli diretti da Francoforte, Parigi o Londra”, che possano permettere ai turisti “di raggiungere in modo più rapido ed economico Cipro Nord, senza essere costretti a passare dalla Turchia o dalla Repubblica di Cipro”. Ma secondo Talmon, “senza una soluzione politica della questione cipriota – i negoziati sulla riunificazione sono a un punto morto dal 2017 – i voli diretti non saranno mai possibili”.