Il Monte Bianco, la vetta più alta dell’Europa occidentale, ha perso 300 metri di spessore negli ultimi 174 anni a causa del, marcato ritiro del ghiacciaio Mer de Glace. Un grande “mare di ghiaccio” che sta diventando sempre meno profondo: un fenomeno che ha subito un’accelerazione significativa a partire dagli anni ’90, quando ha registrato una riduzione di 190 metri. E se si guarda solo negli ultimi due anni (2022-2023), il ghiacciaio ha perso ulteriori 30 metri di spessore.
Sono i primi dati che arrivano dalla campagna “Carovana dei Ghiacciai 2024” di Legambiente in collaborazione con Cipra Italia e la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, diffonde in occasione della prima tappa in Francia, sul Monte Bianco il tetto d’Europa. Obiettivo della campagna – giunta alla quinta edizione e con partner sostenitori FRoSTA, Sammontana, FPZ, partner tecnico Ephoto, media partner La Nuova Ecologia e L’Altra Montagna – è il monitoraggio dello stato di salute dei ghiacciai alpini, in Italia e anche oltre confine.
2000-2010: una media di 12 crolli all’anno
Un monitoraggio che non poteva non iniziare simbolicamente dal Mer de Glace, il cui fronte si è ritirato di oltre 2,7 km dalla fine del 1850. Oggi la superficie del ghiacciaio si è ridotta a meno di 30 km², pur rimanendo il doppio di quella del ghiacciaio dell’Adamello, il più grande d’Italia. Da decenni, il Mer de Glace è caratterizzata da un progressivo aumento di accumuli di frammenti rocciosi sulla superficie del ghiacciaio causati dalla sua contrazione e dai crescenti crolli di roccia dalle pareti circostanti. Questa situazione ha portato anche a un’instabilità delle morene e delle pareti rocciose della valle, con ripetuti crolli. Solo tra il 2000 e il 2010 si sono registrati in media 12 crolli all’anno, contro i cinque crolli annui del periodo 1940-1950. Secondo gli studi di Deline e Ravanel dal 1930 ad oggi a fronte di un aumento di 1,7°C di temperatura c’è stato un recente aumento di crolli di pareti rocciose nel settore del Monte Bianco. In particolare, nella zona del Drus e delle Aiguilles de Chamonix , sul totale dei crolli avvenuti dalla fine del 1850 più di 85% sono stati registrati dagli anni 1990 fino ad oggi, in appena 3 decenni.
I dati sono stati presentati in una conferenza stampa a Chamonix, dove sono intervenuti: Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente Cipra Italia; Marco Giardino docente e vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano; Philip Deline docente e memebro del Comitato Glaciologico Italiano; Ludovic Ravanel, direttore di Recherche Cnrs presso il Laboratorio Edythem.
“Il ghiacciaio sta raccontando il cambiamento climatico”
“Questo grande ghiacciaio nella sua complessità e varietà di risposte ai cambiamenti climatici – ha spiegato Vanda Bonardo – ci racconta di un paesaggio di alta quota che sta completamente cambiando. Un paesaggio che in passato ha attirato turisti da tutto il mondo e che ora deve essere ripensato. La Mer de Glace se da un lato ci ricorda che occorre cambiare rotta al più presto con forti politiche di mitigazione, dall’altro richiama l’attenzione sulla necessità di impellenti strategie di adattamento anche in alta quota, di nuove forme di turismo, ma anche di tutela dell’alta montagna. Questi sono alcuni degli aspetti che andrebbero affrontanti con un percorso di governance internazionale per le alte quote con la particolare attenzione agli ecosistemi glaciali”.
“La tappa della Carovana alla Mer de Glace ha permesso di constatare il valore di questo ghiacciaio dal punto di vista storico, scientifico, estetico e culturale – dichiara Marco Giardino – Un patrimonio materiale e immateriale che i glaciologi francesi incontrati nella tappa hanno dimostrato di saper difendere e valorizzare, per impedire che le rapidissime trasformazioni imposte dal riscaldamento climatico facciano perdere la memoria scientifica e geomorfologica sugli ambienti d’alta quota del Monte Bianco”.
Durante questa prima tappa, la campagna di Carovana dei ghiacciai 2024 oltre all’escursione in quota per monitorare lo stato di salute del ghiacciaio e visitare la “grotta di ghiaccio”, c’è sttao il tradizionale saluto al ghiacciaio con la performance musicale dell’artista piemontese Luca Morino di chitarra, voce e lettura di un testo all’interno della grotta.
Le prossime tappe della Carovana di Legambiente
Dopo la tappa sul Monte Bianco fino al 22 agosto la Carovana rimarrà in Valle D’Aosta per monitorare lo stato di salute dei ghiacciai della Valpelline. Poi proseguirà per il Piemonte (22-26 agosto), Lombardia (28- 31 agosto), Friuli/Slovenia (31 agosto- 5 settembre), Veneto (5-9 settembre) per osservare dopo il ghiacciaio Mer de Glace, quelli della Valpelline, il ghiacciaio Flua, quello di Fellarìa, i ghiacciai delle Alpi Giulie, e il ghiacciaio della Marmolada. Anche quest’anno saranno tanti i temi che Carovana dei ghiacciai 2024 porterà in primo piano: dagli effetti della crisi climatica e degli eventi meteo estremi in montagna alla tutela della biodiversità, dalle politiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici alle buone pratiche di sviluppo sostenibile al documentario sull’agonia dei ghiacciai alpini, realizzato da Carovana dei ghiacciai.