I ghiacciai della Patagonia meridionale che hanno resistito fino a ora al cambiamento climatico potrebbero essere presto in pericolo. Lo conferma uno studio guidato dall’Università di Ghent e pubblicato su Scientific Reports. Gli autori hanno utilizzato un’equazione che ha simulato le dinamiche glaciali degli ultimi sei millenni. I risultati hanno mostrato che le precipitazioni, non la temperatura, erano le principali responsabili della fluttuazione dei ghiacciai per circa 4.500 degli ultimi 6.000 anni, ovvero il 76% del tempo. Negli anni più recenti, le nevicate più intense hanno protetto i ghiacciai dall’aumento delle temperature globali. Queste simulazioni erano iper-focalizzate.
I ricercatori hanno individuato tre ghiacciai collegati sul lato più umido e rivolto verso l’oceano della catena della Patagonia nel Cile meridionale. La regione presentava un netto vantaggio scientifico. Nel 2005, un team a bordo della nave da ricerca americana Nathaniel B. Palmer ha raccolto un nucleo di sedimenti da un fiordo vicino. Gli autori del nuovo studio hanno messo le mani sul nucleo di sedimenti e lo hanno utilizzato per convalidare e perfezionare il loro modello. Una volta riconciliato il modello numerico con il nucleo di sedimento, i ricercatori hanno iniziato a porsi domande sul futuro. In particolare, erano interessati a cosa sarebbe successo ai ghiacciai in diversi scenari di emissioni. Se l’umanità smettesse di bruciare combustibili fossili oggi, i ghiacciai rimarrebbero protetti? Cosa succederebbe se continuassimo ad aumentare le nostre emissioni di gas serra?
Hanno scoperto che l’aumento delle nevicate continuerebbe a proteggere i ghiacciai dallo scioglimento se il riscaldamento regionale fosse frenato a 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli di inizio secolo. Questo parametro di riferimento è raggiungibile. Tuttavia, per limitare il riscaldamento a questo livello, l’umanità dovrebbe rapidamente decarbonizzare: le temperature sono sulla buona strada per salire a 2,8 gradi Celsius in Patagonia entro la fine del secolo se le emissioni attuali persistono. I ricercatori hanno anche modellato cosa sarebbe successo se non avessimo tagliato le emissioni e il risultato sarebbe disastroso: un clima più caldo e umido porterebbe a uno scioglimento rapido.