A causa del cambiamento climatico anche fare una passeggiata in un bosco richiede particolari attenzioni. Questo è il messaggio che gli educatori ambientali tedeschi che trasmettono ai bambini delle scuole elementari durante le passeggiate nel verde, con pochi, semplici consigli che tutti devono conoscere.
Incendi e siccità
Dato che egli ultimi anni ha piovuto molto poco, gli alberi nei boschi sono indeboliti e danneggiati, spiegano agli allievi. “Gli alberi non sono più resistenti come una volta – dice per esempio Alena Schmidt dell’ufficio forestale di Coblenza -, sono più suscettibili a parassiti e altre malattie, per cui molti rami si seccano e cadono”. E questo è particolarmente pericoloso in caso di vento o di tempeste in arrivo. In queste situazioni è meglio rinunciare a una passeggiata tra gli alberi.
Guardare bene dove si cammina
Ma anche quando il tempo è bello bisogna cambiare il modo di camminare tra gli alberi: di solito si guarda solo davanti a sé, o si scruta il terreno per cogliere la presenza di piccoli frutti o animali, adesso bisogna cambiare prospettiva, bisogna osservare con attenzione le chiome delle piante per rendersi conto se ci sono rami secchi, pericolanti, che potrebbero cadere.
Attenti a zecche e processionarie
Poi c’è il problema “zecche”: da decenni Paesi come la Germania, la Svizzera, l’Austria e la Francia hanno dovuto imparare a convivere con questo problema , ma ora questo “nemico” che può trasmettere all’uomo malattie come la borreliosi di Lyme e la TBE (encefalite da zecca) è ben presente anche nei boschi e nei prati dell’Italia settentrionale, e, sporadicamente, anche in Toscana e nel Lazio. In passato in inverno le zecche cercavano riparo dalle condizioni meteorologiche ostili nascondendosi sotto il fogliame che garantiva loro anche sufficiente umidità, ma a causa degli inverni sempre meno rigidi e piovosi degli ultimi anni questi parassiti non hanno cessato le loro attività succhiasangue per alimentarsi neppure durante la stagione fredda. Il loro ciclo ormai si allunga quasi all’intero anno, ma resta più intenso nei mesi primaverili ed estivi, preferendo le zone più umide e fresche, come appunto i boschi, ed evitando quelle molto calde e secche.
Le zecche, ma anche altri insetti che possono pungere, si trovano prevalentemente nei cespugli e nell’erba alta. Quindi, se ci si avventura nel sottobosco fuori dai sentieri designati, cresce il rischio di essere punti. In ogni caso dopo una passeggiata nei boschi, dice la Schmidt, bisogna controllare con attenzione il proprio corpo per essere certi che uno di questi parassiti non si sia attaccato alla pelle.
Camminando nei boschi è comunque meglio infilare i pantaloni nelle calze: questa attenzione riduce al minimo la possibilità che le zecche si insinuino nella gamba dei pantaloni. Da evitare i pantaloni corti.
Durante le passeggiate in ambienti boschivi va prestata attenzione alle Processionarie della quercia. I bruchi di questo lepidottero “peloso” color grigio-bluastro, che come recita il nome tende a spostarsi sui tronchi degli alberi formando lunghe processioni, spesso catturano l’attenzione dei bambini. Toccarli può essere pericoloso: i peli pungenti sul loro dorso se si staccano possono causare orticaria, edema, ipotensione, infiammazioni, difficoltà respiratorie, e perdita di coscienza. In generale gli educatori ambientali raccomandano di rimanere sempre sui sentieri durante le passeggiate nei boschi per rispetto degli animali che vivono in quell’ambiente.
Rispettare gli animali e attenti ai tronchi
“Si interferisce sempre di più con la Natura – sottolinea la Schmidt – è fondametale restare sempre sui sentieri tracciati in modo che gli animali abbiano si sentano sicuri con posti dove ritirarsi”. Infine: chi va per boschi con i bambini deve fare attenzione che non si arrampichino su cataste di legna eventualmente lasciate lì dai boscaioli: i tronchi possono muoversi facilmente, piedi e mani possono rimanere incastrati o, addirittura, si può venire schiacciati da un grosso tronco. E nelle cataste di legna si annidano spesso insetti che “non vogliono essere disturbati”.